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Milano

A Sant’Eustorgio raccolta la terra del cimitero paleocristiano

La capsella che la contiene sarà consegnata al cardinale Scola domenica, in occasione della sua tappa alla Basilica durante l’ingresso in Diocesi

Luisa BOVE

22 Settembre 2011

Nel pomeriggio di oggi nel cimitero di S. Eustorgio è stata raccolta in una capsella un po’ di terra dove sono sepolti i primi martiri cristiani di Milano e che sarà consegnata domenica 25 settembre al nuovo arcivescovo Angelo Scola quando farà tappa per il suo ingresso nella diocesi ambrosiana.

Questo gesto, spiega il parroco don Pier Giorgio Perini, ha un significato simbolico perché il cardinale possa «fare memoria ricevendo questa teca di terra irrorata dal sangue dei martiri milanesi».

Sotto la basilica, si trova infatti «il cimitero paleocristiano e precristiano databile dal 100 a.C. fino al 4-500 d.C.», spiega don Perini, «terra che viene detta da S. Ambrogio “Cimiterium Martyrum” perché vicina all’Arena dove venivano martirizzati i cristiani e poi deposti qui a S. Eustorgio. Una accanto all’altra sono conservate tombe pagane e cristiane. Qui sono state trovate le ossa di tre vescovi di Milano: Eustorgio, Onorato e Magno.

Il rito della terra e il gesto simbolico di consegna della capsella, pensato da don Perini, è stato introdotto «tre vescovi fa, poi la Chiesa ambrosiana ha mantenuto la tradizione, almeno fino a oggi», dice il parroco. Ricorda ancora l’ingresso di mons. Carlo Maria Martini nel 1980. «Io ho sempre invitato gli Arcivescovi, dopo il loro ingresso in diocesi, a tornare a S. Eustorgio per visitare il cimitero e venerare la memoria dei primi martiri di Milano. Ricordo che il cardinal Martini si è commosso e ha bagnato con le lacrime i tre gradini del fonte battesimale e noi abbiamo provato una grande emozione. L’arcivescovo Martini è tornato qui più volte per riassaporare il gusto delle origini, scendendo a pregare e meditare anche da solo».

Nel cimitero, dice don Zbigniew Wadolowski, prete polacco residente in parrocchia, «c’è anche una lapide della fine del IV secolo che rappresenta la croce greca e rivela un messaggio molto bello. Gesù Cristo ha detto: “Io sono l’alfa e l’omega”, qui su questa lapide invece si trovano le due lettere dell’alfabeto al contrario».

A cento metri dalla basilica c’è il battistero di origine apostolica, «ma ora non è visitabile perché si trova al centro di un cortile in piazza S. Eustorgio n. 8, dove sorge una casa del ’400. Ci vorrebbe l’intervento della cittadinanza per rimetterla in luce e in funzione.

Domenica, secondo la tradizione, ad accogliere il nuovo Arcivescovo in S. Eustorgio ci saranno anche 200 catecumeni. «Sono uomini e donne che attraverso familiari e amici hanno incontrato il Signore e e si sono lasciati interrogare – spiega Paola dell’Ufficio Catecumenato della Curia – e ora stanno compiendo un cammino di fede. Sono la prova tangibile dell’evangelizzazione della Chiesa ambrosiana nei confronti dei propri figli. Questi catecumeni, rispetto a quanto avvenuto per l’ingresso del cardinale Tettamanzi, avranno la possibilità di fermarsi a S. Eustorgio a fare un ritiro. Quindi si prepareranno in attesa dell’arrivo del cardinale Scola e continueranno anche dopo. Domenica riceveranno un dono, che sarà il simbolo del Vangelo che verrà proclamato».