Sirio 26-29 marzo 2024
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15 febbraio

A Somma Lombardo
si riflette sul “volto” della Chiesa locale

Il Decanato attende l’Arcivescovo, che celebrerà la Messa in Sant’Agnese. Don Franco Giovanni Gallivanone, parroco e decano: «Vogliamo leggere i cambiamenti del presente e decidere quale Chiesa vogliamo essere per accoglierli nel modo migliore»

di Cristina CONTI

14 Febbraio 2015

Domenica 15 febbraio il cardinale Angelo Scola si recherà in visita a Somma Lombardo (Varese). Alle 10.30 celebrerà la messa nella parrocchia di Sant’Agnese (via Zancarini 6) e al termine incontrerà i preti del Decanato. «Per prepararci meglio ad accogliere l’Arcivescovo abbiamo riguardato un po’ il nostro cammino abituale – spiega don Franco Giovanni Gallivanone, decano e responsabile della Comunità pastorale “Maria, Madre presso la Croce”, di cui fa parte la parrocchia di Sant’Agnese -: un itinerario di fede che cerca di raccogliere le indicazioni della diocesi per affrontare con prontezza i problemi locali».

Come siete organizzati nel vostro territorio?
Il nostro Decanato è di circa 46 mila abitanti. Le parrocchie sono in tutto 22 con 16 preti, due diaconi permanenti e un diacono che diventerà prete a giugno. Dal 2009 venti parrocchie si sono raccolte insieme e hanno dato vita a quattro Comunità pastorali: così anche preti e diaconi sono diventati presbiteri di Comunità pastorale. La storia del nostro Decanato è un po’ particolare. Fino al 1972, infatti, le pievi di Somma, Mezzana e Arsago erano distinte, con storie differenti. Da quella data in poi è nato pian piano un nuovo cammino comune, fondato su relazioni scelte. Adesso le persone si sentono parte del Decanato e portano avanti insieme diverse iniziative.

Per esempio?
Il presbiterio si riunisce abitualmente e collabora bene. Il Consiglio pastorale decanale guida il cammino della comunità, organizzando momenti di preghiera comune, come le veglie all’inizio della Quaresima, per la Pentecoste, la processione del Corpus Domini e la scuola della Parola per adulti, giovani e adolescenti. Svolgiamo attività formative secondo le indicazioni diocesane, come il recente corso per operatori Caritas. Abbiamo poi avviato da quest’anno un itinerario sul volto della Comunità: oltre che a osservare e portare avanti le linee diocesane, ci stiamo interrogando su quale comunità vogliamo formare. È importante infatti capire quale “casa” vogliamo costruire nel nostro Decanato, così da leggere i cambiamenti del presente e decidere quale Chiesa vogliamo essere per accoglierli nel modo migliore.

La crisi economica si è sentita molto?
Sì. Fino agli anni Settanta e Ottanta molte persone riuscivano a lavorare in città: qui avevano sede piccole e grandi aziende che offrivano circa 4 mila posti di lavoro. Negli anni Novanta le prospettive di evoluzione dell’aeroporto di Malpensa hanno dato tante speranze agli abitanti della zona: nuovi esercizi commerciali e servizi sarebbero stati una buona fonte di occupazione. Col passare del tempo, però, ci si è accorti che non era così: i contratti di lavoro proposti sono spesso brevi e poco qualificati. La crisi economica si è sentita, anche se per il momento non ci sono situazioni dirompenti, grazie all’aiuto e alla solidarietà che si è creata all’interno delle stesse famiglie. Non mancano situazioni di bisogno, ma cerchiamo di farvi fronte attraverso i servizi della Caritas.

Ci sono molti stranieri?
Gli immigrati sono presenti, certo. Non ci sono luoghi dove si radunano in modo visibile, ma qui vivono quasi tutte le etnie. Il saldo positivo delle nascite è dovuto proprio alla loro presenza. Per chi ha nazionalità diverse stiamo portando avanti un lavoro di vicinanza da parte della Caritas. Un buon numero di ragazzi e bambini si sta avvicinando anche all’oratorio estivo e settimanale: un fenomeno molto positivo, che dà una speranza di integrazione a partire dalle seconde generazioni presenti sul nostro territorio.

Anziani: a che punto siamo?
Da noi ce ne sono molti e in quasi tutte le parrocchie c’è un’attenzione particolare per loro. La stessa terza età si attiva spesso per creare incontri di carattere spirituale, culturale, sanitario o comunque dedicati alla comprensione di tematiche complesse, tipiche della società di oggi. È bello vedere che gli spunti e le idee per queste iniziative vengono proprio dai diretti interessati.