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17 gennaio

A Tradate Scola dedica la chiesa dell’ospedale

Al “Galmarini” alle 10 la cerimonia presieduta dall’Arcivescovo, che dedicherà il luogo di culto alla visitazione della Vergine a Sant’Elisabetta. Ne parla il cappellano don Enrico Rabolini

di Cristina CONTI

15 Gennaio 2016

Domenica 17 gennaio il cardinale Angelo Scola si recherà a Tradate (Va) per la dedicazione della chiesa dell’Ospedale di Circolo “Galmarini”, in piazza Zanaboni 1. Alle 10 presiederà la celebrazione alla quale parteciperanno il prevosto di Tradate, don Gianni Cazzaniga, il cappellano, don Enrico Rabolini, e il direttore generale dell’Azienda Socio Sanitaria Sette Laghi.

La chiesa è il traguardo di un lungo percorso che è iniziato negli anni Ottanta, dopo che la precedente era stata distrutta da un incendio. I lavori sono iniziati nel 2006, grazie al Comitato Amici dell’Ospedale di Tradate, su progetto dell’architetto Guglielmo Giani, e si sono conclusi l’anno successivo. «La chiesa è dedicata alla visitazione della Vergine a Sant’Elisabetta – spiega don Enrico Rabolini, da dieci anni cappellano in ospedale -. Da molti anni, infatti, in occasione di questa festa il Decanato è solito organizzare una processione dedicata ai malati. È un’iniziativa molto partecipata e a cui il territorio è particolarmente legato».

«I momenti più significativi della pastorale ospedaliera sono il giro nei reparti tra i malati e le funzioni settimanali, in particolare la Messa prefestiva del sabato e quella domenicale delle 11 – aggiunge don Enrico -. Nella vicinanza ai malati mi aiuta una suora, madre Marisa. La chiesa è per noi un centro di aggregazione significativo e importante». Un’attenzione costante verso quanti soffrono nel corpo, ma anche un sostegno e un punto di riferimento nei confronti dei familiari che vengono nel nosocomio per stare vicini ai loro cari.

La chiesa è piccola, ma molto funzionale e accogliente, vero cuore pulsante dell’ospedale. L’edificio ha forma ottagonale. L’altare è stato regalato dalle persone che vengono in ospedale in occasione del centesimo anniversario della struttura, nel 2014, mentre la porta d’entrata, in bronzo, è stata realizzata dal pittore e gallerista Piero Ribaldone. «Avevo chiesto a monsignor Luigi Stucchi, vescovo ausiliare, di venire a consacrare l’altare come segno nell’anno del centenario, ma poi il cardinale Scola ha avocato a sé questo compito e ha deciso di venire qui per dedicare la chiesa – conclude don Rabolini -. Una decisione che ci ha resi molto felici, perché significa che l’Arcivescovo ha preso a cuore la nostra richiesta».