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Roma

Assemblea Cei: al via il cammino sinodale

Nel comunicato finale grande apprezzamento per le parole del Papa. «La sfida resta quella di costruire percorsi che diano voce alle specificità delle comunità del Paese all’interno di un più ampio "Noi ecclesiale"»

27 Maggio 2021

Al termine dell’intervento con cui papa Francesco ha aperto i lavori della 74ª Assemblea generale della Cei svoltasi in questi giorni a Roma, in cui il Santo Padre ha esortato in particolare a riprendere le linee tracciate dal Convegno ecclesiale nazionale di Firenze del 2015 e a valorizzare un percorso che parta dal basso e metta al centro il popolo di Dio, «proprio sul tema della sinodalità si è sviluppato il dialogo con i vescovi, che hanno espresso grande apprezzamento per le parole di Francesco nella consapevolezza che il Convegno di Firenze abbia rappresentato un evento fondamentale per la vita della Chiesa in Italia, sia per l’orizzonte delineato dal discorso del Papa, sia per la modalità stessa di realizzazione che lo hanno reso un esercizio concreto di sinodalità». Lo si legge nel comunicato finale della 74ª Assemblea generale della Cei conclusasi oggi a Roma.

«Al centro della riflessione dell’Assemblea – viene spiegato – è stato dunque il “cammino sinodale”». La concomitanza tra l’itinerario della Chiesa italiana e quello per la XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi «richiederà una armonizzazione tra il cammino della Chiesa universale e quello della Chiesa che è in Italia, che tenga in considerazione gli eventuali Sinodi diocesani appena conclusi o ancora in corso. Se è vero che la sinodalità deve essere intesa come stile permanente della Chiesa, è altrettanto importante – è stato evidenziato – esplicitarne anche i contenuti, quali ad esempio il kerygma, la centralità della Parola di Dio come criterio di discernimento, la vita spirituale».

«Costruire percorsi che diano voce alle comunità del Paese»

«La sfida resta quella di costruire percorsi che diano voce alle specificità delle comunità del Paese all’interno di un più ampio “Noi ecclesiale”: in quest’ottica, appare evidente che la sinodalità debba essere considerata non in prospettiva sociologica, ma nella sua dimensione spirituale: ancora prima delle scelte procedurali, essa ha a che fare con la conversione ecclesiale, a cui richiama costantemente il Papa».

«È questo – viene spiegato – l’orizzonte a cui tendere con coraggio, superando il rischio di astrazioni inconcludenti e frustranti, e impegnandosi perché la diversificazione del territorio italiano non ostacoli la possibilità di scelte condivise. Il percorso sinodale, del resto, si configura come un evento provvidenziale, in quanto risponde alla necessità odierna di dare vita a una Chiesa più missionaria, capace di mettersi in ascolto delle domande e delle attese degli uomini e delle donne di oggi», sottolineano i vescovi, secondo cui «partire “dal basso”, così come ha sollecitato il Papa, significa ascoltare la base per poi proseguire a livelli sempre più alti, raggiungendo anche le persone lontane, che si trovano oltre i confini degli “addetti ai lavori”, toccando pure l’ambito ecumenico e interreligioso». «In questo modo, il “cammino sinodale” potrà davvero essere garanzia di un “Noi ecclesiale” inclusivo, espressione della Chiesa ‘popolo di Dio».

L’Assemblea ha affidato al Consiglio permanente «il compito di costituire un gruppo di lavoro per armonizzarne temi, tempi di sviluppo e forme, tenendo conto della Nota della Segreteria del Sinodo dei vescovi del 21 maggio 2021, della bozza della Carta d’intenti e delle riflessioni di questa Assemblea».

«Pnrr opportunità di crescita a beneficio della collettività»

“A preoccupare i vescovi italiani è la situazione socio-economica del Paese: la pandemia, oltre al fortissimo impatto sul fronte sanitario, ha avuto un’incidenza negativa sul tessuto sociale”. “I dati della Caritas, citati dal cardinale presidente, e le testimonianze dei diversi territori impongono un grande sforzo a sostegno delle famiglie, delle imprese, dei giovani e degli ultimi”, viene sottolineato. “In questo senso, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può rappresentare un’opportunità di crescita per dare nuova linfa al Paese e mettere in circolo nuove risorse, a beneficio della collettività, provata dagli effetti che l’emergenza sanitaria sta provocando sull’economia, sul lavoro, sulle relazioni e anche sull’ambito ecclesiale”, affermano i vescovi italiani, per i quali “il Covid, infatti, ha tolto il velo da alcune dinamiche latenti nella Chiesa italiana – fotografate da diverse indagini e statistiche – tra cui, ad esempio, la riduzione della partecipazione attiva alle celebrazioni e alla vita ecclesiale”. “In una società che può dirsi ‘scristianizzata’, tuttavia – è stato rilevato – emerge anche una domanda di Dio, non sopita ma desiderosa di essere colta”, osservano i vescovi.

Ddl Zan, «dialogo aperto», ma senza «ambiguità e forzature legislative»

“Questo tempo diventa allora un’occasione propizia per rinnovare la Chiesa, oltre che un punto di partenza per ogni tipo di progetto ecclesiale futuro: questo deve avere sempre al centro l’uomo, la cui dignità prescinde dalla provenienza geografica, dall’orientamento sessuale e dalle condizioni sociali”.

“In tal senso – viene spiegato –, circa il disegno di legge recante ‘Misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità’, i vescovi hanno convenuto sulla necessità di un ‘dialogo aperto’, auspicando una soluzione priva di ambiguità e di forzature legislative, che coniughi il rifiuto di ogni discriminazione con la libertà di espressione”.

Durante i lavori dell’Assemblea, “grande risonanza hanno avuto le parole del cardinale presidente per i migranti: di fronte alle tragedie che continuano a verificarsi nel Mediterraneo e sulla Rotta Balcanica, i vescovi hanno ribadito che la questione va affrontata insieme, a livello europeo, e che esiste un’alternativa agli ingressi irregolari e alle morti in mare”. Inoltre, dagli interventi è stata “ribadita l’importanza che l’Italia ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle armi nucleari”.

L’Assemblea ha rinnovato la preghiera di suffragio per le quattordici vittime della tragedia di Stresa-Mottarone e per i loro familiari, rivolgendo un pensiero affettuoso al piccolo sopravvissuto.

Sessanta milioni di euro alle diocesi per l’emergenza Covid

“Durante il tempo della pandemia, lo sguardo alle ferite della società si è fatto prossimità concreta: dinanzi a bisogni nuovi o presenti in modalità inedite tra i poveri e i cosiddetti i ‘nuovi poveri’, la risposta della Chiesa è stata tempestiva e creativa. Sul fronte della carità, imponente è stato lo sforzo delle Caritas, a livello nazionale e locale, in tutte le fasi dell’emergenza”.

Da subito – come è stato illustrato in una comunicazione all’Assemblea – ci si è attivati per offrire assistenza e accoglienza ai senza fissa dimora; per adattare alle norme per il contenimento del contagio i servizi delle mense e degli empori della solidarietà; per fornire beni alimentari ad una platea che si è andata sempre più allargando; per venire incontro alle piccole aziende e ai lavoratori precari che non hanno potuto godere di ammortizzatori sociali, agli autonomi e agli stagionali, ai dipendenti in attesa della cassa integrazione; per garantire ai bambini, ai ragazzi e agli adolescenti la possibilità di seguire le lezioni a distanza attraverso la fornitura di device; per supportare a livello psicologico adolescenti, giovani e anziani, duramente provati dalla pandemia.

“Proprio per far fronte alle conseguenze sanitarie, economiche e sociale provocate dalla pandemia e sostenere persone e famiglie in situazioni di povertà o difficoltà, enti e associazioni che operano nelle situazioni di emergenza, enti ecclesiastici (comprese le parrocchie) in difficoltà, l’Assemblea ha approvato un’ulteriore erogazione straordinaria di 60 milioni di euro da destinare alle diocesi”, si legge nel comunicato, nel quale si precisa che “questo nuovo contributo fa seguito a quello dello scorso anno di 200 milioni di euro. Le somme dovranno essere utilizzate entro la fine di febbraio 2022 e rendicontate alla Cei entro e non oltre il mese di aprile 2022”.

«Prossimità» per avvicinare i coniugi in crisi ai Tribunali ecclesiastici

“La prossimità non sia intesa solo in termini geografici ma come impegno delle diocesi nel realizzare un percorso che avvicini i coniugi in crisi ai Tribunali ecclesiastici, valorizzando l’aspetto pastorale e rendendo la giustizia canonica semplice e accessibile”. È quanto viene sottolineato nel comunicato finale della 74ª Assemblea generale della Cei conclusasi oggi a Roma.

I vescovi sono stati aggiornati sull’applicazione del Motu Proprio Mitis Iudex Dominus Iesus e, a due anni dall’approvazione delle “Linee guida per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili”, sul lavoro per la prevenzione degli abusi di potere, di coscienza e sessuali nelle Chiese locali e negli Istituti di vita consacrata, nelle associazioni e nei movimenti. “In questo tempo – viene spiegato –, sono stati istituiti i 16 Servizi regionali con 16 coordinatori e 16 vescovi incaricati, 219 Servizi diocesani per la tutela dei minori e in alcune diocesi i Centri di ascolto”.

Nel 2022 «Mare Nostrum» e Congresso eucaristico

La Chiesa italiana si sta avvicinando alla 49ª Settimana sociale che si terrà a Taranto dal 21 al 24 ottobre. L’appuntamento, verso il quale le diocesi s’incamminano con iniziative ed eventi promossi sulla base dell’Instrumentum Laboris, avrà come focus la cura del pianeta, a partire dall’analisi di alcune ferite emblematiche del Paese, come ad esempio Taranto, la Terra dei fuochi e altri dei 41 siti di interesse nazionale (i cosiddetti Sin), in cui il disastro ambientale distrugge le più elementari condizioni lavorative e di vita sociale.

La “Giornata per la carità del Papa” in programma domenica 27 giugno “diventa occasione – sostengono i vescovi italiani – per riscoprire l’importanza e il valore dell’essenziale e per dare, in un tempo così difficile, un segno di amore al Papa, sostenendo concretamente le Sue attività di magistero, di guida della Chiesa universale e di carità”. Nel 2019, le diocesi italiane hanno offerto alla Santa Sede 1.877.830,31 euro; l’importo pervenuto alla Santa Sede a titolo di can. 1271 del Codice di diritto canonico è stato di euro 4.026.490,00 di cui 4.000.000 euro dalla Cei; 21.490 euro dall’arcidiocesi di Genova; 5.000 euro dalla diocesi di Lamezia Terme. Anche nel 2021 i mezzi di comunicazione della Chiesa italiana (Avvenire, Tv2000, InBlu2000, Sir) e delle diocesi – a partire dai settimanali diocesani associati alla Fisc – sosterranno l’iniziativa con diverse attività.

L’Assemblea si è anche soffermata sull’attuazione del Motu Proprio Spiritus Domini e del Motu Proprio Antiquum Ministerium e sul calendario delle attività della Cei per l’anno pastorale 2021-2022. Tra le iniziative in programma il Congresso eucaristico nazionale che si terrà a Matera dal 22 al 25 settembre 2022.

In questi giorni si è riunito anche il Consiglio episcopale permanente che ha approvato il Regolamento applicativo concernente la concessione di contributi finanziari della Cei per i beni culturali ecclesiastici e l’edilizia di culto e la pubblicazione del Messaggio per la 16ª Giornata nazionale per la Custodia del Creato (1° settembre 2021), sul tema “‘Camminare in una vita nuova’ (Rm 6,4). La transizione ecologica per la cura della vita”.

Inoltre è stato deciso che nei primi mesi del nuovo anno ci sarà un evento a Firenze, la città di Giorgio La Pira, che darà continuità al progetto dell’“Incontro di riflessione e spiritualità Mediterraneo frontiera di pace”, che si è tenuto a Bari dal 19 al 23 febbraio 2020. Questo evento coinvolgerà comunità ecclesiali e civili del Mare Nostrum.

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