Sirio 26-29 marzo 2024
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Milano

«Bisogna tenere aperta la chiesa locale
alla dimensione dell’universalità»

Nella Giornata mondiale della Vita consacrata il cardinale Scola ha presieduto una celebrazione eucaristica nella Basilica di Sant’Ambrogio

di Simona BRAMBILLA

2 Febbraio 2012

«Bisogna testimoniare ogni giorno che la vita consacrata potenzia la nostra capacità d’amare, la nostra capacità affettiva. Questo amore, questo potenziamento affettivo dell’io che la consacrazione porta con sé non è però esente dal sacrificio. La dimensione del sacrificio è la condizione della verità dell’amore che immette nel rapporto tra l’Io con se stesso, con gli altri e con Dio, quella distanza necessaria che realizza e realizzerà il possesso di Dio. Scegliere questa sera di rinnovare con forza il valore della nostra professione, scegliere questa capacità profonda di amare, è la condizione decisiva per il benessere cristiano delle nostre persone e di tutti i membri del popolo di Dio», ha spiegato l’Arcivescovo Scola nella sua omelia rivolgendosi ai tanti religiosi presenti.
Il messaggio che il Cardinale ha voluto mandare a tutti i consacrati, anche a quelli che non erano presenti nella Basilica, ha come principio l’importante ruolo che la vita consacrata ha per la chiesa locale. «Se la vita consacrata porta l’io così potentemente alla sua radice e rinnova la relazione d’amore, si capisce perché è un dono irrinunciabile per la vita della chiesa e un dono inestimabile per la vita di ogni chiesa locale e in questo caso della chiesa di Milano. Per sua natura la vita consacrata infatti tiene aperta la chiesa locale alla dimensione dell’universalità. Questo è un aspetto fondamentale della vostra presenza in una chiesa locale. Spalancare la chiesa, tenerla aperta, evitare che si reclini su se stessa, evitare che si chiuda e estranea. Per fare questo ci vuole un respiro universale e unitario».
Erano in moltissimi i religiosi che questo pomeriggio hanno partecipato alla celebrazione eucaristica per la 16° giornata mondiale della vita consacrata e che hanno ascoltato attentamente le parole dell’Arcivescovo. Erano circa 500 i religiosi e le religiose che hanno preso parte alla messa, in rappresentanza dei moltissimi consacrati che abitano la Diocesi di Milano. Su tutto il territorio ci sono infatti 150 comunità maschili, tra Istituti di Vita religiosa e società di Vita apostolica, che hanno quasi mille membri, di cui circa 800 sono sacerdoti. Sono invece quasi 700 le comunità femminili, 40 di origine straniera, con poco meno di 7 mila suore, delle quali oltre 300 vivono nei 17 monasteri presenti sul territorio della Diocesi. Tra i concelebranti vi erano inoltre don Mario Delpini, vescovo ausiliare, Don Ambrogio Piantanida, vicario episcopale per la Vita Consacrata e delegato arcivescovile dell’Ordo Virginum e don Giambattista Biffi, collaboratore del Delegato per la formazione dell’Ordo Virginum.
Questa giornata è stata molto attesa da tutti i consacrati presenti. Lo testimoniano anche le parole di Monsignor Ambrogio Piantanida che ha accolto il Cardinal Scola sull’altare prima dell’inizio della messa. «Voglio porgerle un saluto grato e generoso per questa sua prima partecipazione alla festa della vita consacrata tra noi – ha detto rivolgendosi all’Arcivescovo -. Tendenzialmente un po’ tutti l’abbiamo già incontrata nel giro che lei ha fatto nelle zone episcopali della nostra Diocesi, ma questo di oggi è un momento importante. C’è tanta attesa e disponibilità ad ascoltarla da parte di tutti i nostri consacrati».
Prima di giungere all’altare e di iniziare la celebrazione eucaristica, l’Arcivescovo e alcuni religiosi hanno svolto la tradizionale processione che ogni anno caratterizza la giornata della vita consacrata: hanno detto una preghiera nella cripta della basilica e poi hanno raggiunto la piccola cappella situata sulla navata destra della chiesa che accoglie le spoglie di Santa Marcellina, sorella di Ambrogio, vergine consacrata ed esempio per tutte le donne che hanno fatto la sua stessa scelta di vita.