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Bilancio

Caritas, il nuovo lockdown e gli effetti collaterali

In un mese altre 672 famiglie davanti agli Empori, impennata dei disoccupati che chiedono aiuto per l’affitto e le utenze. Gualzetti: «Confidiamo nel sostegno di nuovi donatori». Dalla Robert Kennedy Human Rights Italia 350 mila euro

17 Novembre 2020

In coincidenza con Dpcm del 18 ottobre, con il quale il Governo ha imposto le prime limitazioni alle attività economiche nel tentativo di rallentare il contagio da Covid 19, le richieste di aiuto hanno ripreso a salire in modo importante nei principali servizi di assistenza attivati da Caritas Ambrosiana per arginare la crisi sociale seguita alla pandemia.

Dalla metà di ottobre a oggi, in un mese esatto, hanno ricevuto la tessera a punti, con la quale si può fare la spesa gratuitamente negli Empori e nelle Botteghe solidali 672 nuove famiglie, che hanno fatto salire così ad oltre 9 mila i beneficiari di questa rete di protezione che si era dimostrata fondamentale giù nel corso del lockdown di primavera.

Significativa è stata anche l’attività erogativa del Fondo San Giuseppe. Voluto dall’Arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini e sostenuto dal sindaco Giuseppe Sala, il Fondo ad oggi ha distribuito 3.067.500 euro, il 42% delle risorse raccolte (7.195.228 euro) a 1.692 famiglie che hanno perso il lavoro a causa del Covid. Se si considera il dato nel tempo, si evince come dopo il livello più alto toccato nel mese di giugno (con 800.500 euro per 495 persone) c’era stato un significativo calo nei mesi di agosto (201.900 euro per 81 persone) e settembre (121.100 euro per 54 persone) mentre ad ottobre si è assistito ad una nuova accelerazione che è stata più intensa nella seconda metà del mese e ha portato in 30 giorni a erogare la somma di 489.500 euro a 228 persone che si sono trovate in difficoltà nell’ultimo periodo. 

Analogo l’andamento dell’attività del Fondo di assistenza diocesano, che al 22 ottobre aveva già distribuito 1.147.834 euro (dei 1.200.000 a disposizione) per sostenere pagamenti dell’affitto e delle utenze domestiche di chi si trova in condizioni di particolare vulnerabilità. Le domande avevano raggiunto il picco a maggio (con 161 richieste) ed erano scese a 34 nel mese di ottobre. Nei primi 15 giorni di novembre, ne sono state registrate già 60 e il numero quotidiano di richieste fa presupporre che si raggiungerà entro la fine del mese il livello massimo toccato in primavera.

«Per non far collassare il sistema sanitario e assicurare le cure a tutti coloro che ne hanno bisogno è necessario tenere d’occhio la curva dei contagi. Occorre però guardare anche alla curva del malessere sociale che le restrizioni inevitabilmente creano e che purtroppo pagano, come abbiamo imparato nel primo lockdown, i lavoratori meno qualificati, con contratti più deboli o nessun contratto, in una parola i più poveri e meno tutelati – spiega Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana -. L’andamento delle richieste di aiuto ai servizi Caritas è solo un indice di questa sofferenza sociale. Per contrastarla avremo bisogno sempre di più dell’aiuto di tutti. Fortunatamente nuovi donatori si sono fatti avanti in questo periodo e mi auguro che continueranno a sostenerci anche nel corso del prossimo anno quando il governo potrebbe togliere le moratorie agli sfratti e ai licenziamenti, eliminando così gli argini che fino ad ora hanno permesso di contenere lo tsunami. Sarà quello il momento più difficile in cui insieme all’assistenza dovremo anche pensare alla ricostruzione».

Un contributo importante per contribuire a lenire le difficoltà arriva dalla Fondazione Robert F. Kennedy Human Rights Italia che dona 350 mila euro per la distribuzione di cibo, la costruzione di nuovi Empori e per il Fondo di assistenza diocesano. «All’inizio della pandemia abbiamo deciso di costituire un fondo per affrontare l’emergenza sanitaria prima e quella economica poi, un ponte ideale tra donatori americani e italiani che ci hanno concesso di raccogliere e distribuire circa 750.000 euro – dice il presidente Stefano Lucchini -. Di questi quasi la metà l’abbiamo destinata ai progetti della Caritas Ambrosiana di cui condividiamo i valori e l’approccio teso ad aiutare le persone in stato di bisogno e accompagnarle in tutte le fasi della vita. I risultati ottenuti insieme ci consentiranno di raccogliere il supporto di molti altri donatori che potranno aiutare la Caritas Ambrosiana nei prossimi mesi».

 

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