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Cent’anni da scout DALLA CALABRIA A MILANO CON IL MEDESIMO IDEALE

15 Ottobre 2007

Lo scoutismo parla con accenti diversi una lingua sola. E parla al cuore di chi si sposta dalla sua città per costruirsi un futuro altrove ed è capace di ascoltare il richiamo del servizio.

di Marco Quattrone

Se sei un universitario venuto a Milano dalla Calabria e sei da pochi mesi in città, non pensi subito allo scoutismo. Hai altro per la testa, una realtà caotica in cui ambientarti, l’università, l’aria di casa che un po’ manca. La lontananza peserà fino a quando capisci che può essere una risorsa. Quando le idee si fanno più chiare e sai ormai gestire quanto ti sta attorno, allora riprendi quella parte di te stesso che ti ha accompagnato fino alla partenza da casa e non solo.

Non ti fidi di quel richiamo, la nostalgia del Gruppo calabrese gioca la sua parte e pensi che forse sia meglio aspettare. Impossibile: più tempo passa, più la voce diventa forte. Riprendi in mano la tua lettera della “partenza” e la tua carta di Clan. Hai deciso: sarà scoutismo anche a Milano.

Ormai sai muoverti bene nella tua zona: qualche informazione raccolta in giro, una telefonata dalle tue parti per trovare il contatto giusto, una visita in parrocchia a San Vittore, l’emozione di vedere che anche qui quelli dell’Agesci si vestono di blu; certo, un blu tendente al blue-jeans…, ma pur sempre blu!

Eccoti alla prima riunione di Comunità capi del tuo nuovo Gruppo, il Milano 34. Incontri gente nuova, simpatica, stravagante, seria, ma, soprattutto, gusti la dolcezza di un’accoglienza sincera. La conoscenza poi limerà, fino a eliminarla, quella piccola sensazione di sana diffidenza: la fiducia e il tuo saperti mettere in gioco faranno il resto.

Avrai i tuoi spazi, perché il tuo nuovo staff te li concederà, chiedendoti in cambio il tuo impegno . Certo non tutto è facile: nuovi ritmi, nuove tradizioni, nuove abitudini, ma lo stesso modo di sentire lo scoutismo. È il centro e il fulcro di tutto, un metodo per vivere, per far vivere, per far del mondo la tua comunità e per sentirti persona significativa.

Sei una risorsa, non un peso. I ragazzi apprezzeranno pian piano il tuo impegno, perché dimostrerai loro che ci sono valori che uniscono e che vanno al di là delle origini regionali di ciascuno.

Hai ricevuto tanto in questo Gruppo. Hai trovato una nuova famiglia pronta a motivare i tuoi momenti grigi, hai trovato persone disponibili nel momento del bisogno, hai trovato un modo per interpretare la Milano in cui vivi. E soprattutto hai incontrato i bambini e i ragazzi che ti sono stati affidati. Hai messo tutto te stesso nel servizio e hai ricevuto da loro stessi mille volte di più. Se all’inizio avevi qualche dubbio, perché il Gruppo calabrese era ancora nei tuoi pensieri, dopo un po’ non ne avrai più.

E quando dirai «il mio gruppo», sorprendendoti, ti accorgerai che stai parlando proprio del Milano 34!