Sirio 26-29 marzo 2024
Share

14 marzo

«Chiara Lubich testimonia la piccolezza
di fronte al primato di Dio»

Nel quarto anniversario della morte della fondatrice del Movimento dei Focolari nella Basilica di Sant’Ambrogio il cardinale Angelo Scola ha presieduto una celebrazione eucaristica in suo ricordo

di Rosangela VEGETTI

14 Marzo 2012

Una folta presenza di focolarini, di amici e semplici persone che hanno avuto occasione negli anni di incontrare Chiara Lubich, si sono ritrovati nella Basilica di Sant’Ambrogio con l’Arcivescovo e altri quattro vescovi (mons. De Scalzi, mons. Corti, mons. Spreafico e mons. Baggini), con numerosi sacerdoti diocesani e non, e una significativa rappresentanza ecumenica delle chiese evangeliche e ortodosse. Insieme, per celebrare nella fede il dono che Chiara ha rappresentato e lasciato a tutti di una piena fiducia nel primato di Dio. «Non avevo un programma», era solita dire Chiara raccontando gli inizi del Movimento dei Focolari avvenuti in quel di Trento tra le macerie della seconda guerra mondiale, «il progetto era in cielo». Il card. Scola ha sottolineato l’importanza di tale intuizione profonda che proprio oggi è calzante quando siamo tutti travolti dall’ansia del programmare. «Siamo commossi e gioiosi», ha detto l’Arcivescovo, «di celebrare la nascita al Cielo di Chiara che ha impersonificato nella sua vita l’insegnamento evangelico. Chiara testimonia la piccolezza e la debolezza a fronte del primato di Dio: questo fa capaci di raggiungere, nella povertà, la profonda conoscenza di sé e di Dio».

Di fronte alla diffusa realtà del Movimento iniziato da Chiara, e ormai presente in tutti i continenti, il Cardinale ha sottolineato come il dono di un carisma rende più luminosa e persuasiva la proposta di fede della chiesa intera e in essa va a innestarsi profondamente: «Il dono carismatico ci persuade della bellezza di appartenere alla chiesa perchè risplenda la luce di Cristo». Da qui l’impegno e il coinvolgimento, richiesto al Movimento e da questo offerto, di partecipare alla nuova evangelizzazione perché Milano non perda di vista Dio, come disse l’Arcivescovo nella celebrazione del suo ingresso in diocesi.

Ma dalla forza dell’amore scaturisce unità e comunione, unità aperta al dialogo con fedeli di altre chiese, di altre religioni e anche a non credenti, in senso universalistico. «La Chiesa è per tutti casa e scuola di comunione» e la presenza in Sant’Ambrogio di ortodossi ed evangelici ne costituisce una riprova evidente. «Abbiamo molto apprezzato questa celebrazione, sobria e gioiosa, che ha legato passato e presente», ha detto Martin  Ibarra, pastore della chiesa battista e presidente del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano, «proprio in quella significativa chiave del “non avere programma di costruire un movimento”. Chiara ha seguito una profonda e inedita intuizione unendo realtà diverse, sia culturali che spirituali. Ora anche nel mondo evangelico protestante, luterano e anche battista, ci sono focolarini, con esperienze simili a quelle che Chiara ha avviato nel suo Movimento». Possiamo cogliere come invito conclusivo dell’Arcivescovo quello di coinvolgerci nel ritmo vitale della nostra Chiesa promuovendo l’unità, che è condizione indispensabile perché il mondo creda.