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Sondaggio

Chiesa e ambiente,
quale sensibilità nell’accoglienza?

Indagine del portale www.ospitalitareligiosa.it su oltre tremila strutture ricettive di tutta Italia, religiose e laiche, che si occupano principalmente di accoglienza a gruppi di ispirazione religiosa

3 Settembre 2015

In occasione del convegno Cei di sabato 5 settembre a Expo il portale www.ospitalitareligiosa.it ha proposto un sondaggio a oltre tremila strutture ricettive di tutta Italia, religiose e laiche, che si occupano principalmente di accoglienza a gruppi di ispirazione religiosa, per sondare la sensibilità ambientale di queste strutture. L’86% cura direttamente una zona verde a beneficio degli ospiti.

I più virtuosi della raccolta differenziata riciclano anche i rifiuti prodotti nelle camere: dichiarano di farlo il 76% delle strutture. Gli avvisi sul risparmio energetico e sull’inquinamento sono presenti nel 53% delle camere. Non va però dimenticato che spesso nelle strutture religiose i detergenti e la biancheria sono portati dagli stessi ospiti e quindi cade la necessità di avvisi specifici. Poco più della metà delle strutture usa sempre o spesso detergenti biologici. Un altro 39% dichiara di usarli qualche volta. Sul fronte del risparmio energetico, ben l’87% usa sistemi per il risparmio della corrente elettrica (luci led, temporizzatori, ecc). È evidente come l’effetto economico del taglio della bolletta sia abbastanza incentivante.

Nelle cucine di conventi e monasteri (ma anche hotel) il 42% utilizza sempre o spesso alimenti biologici. Salgono al 55%, invece, i cibi a “chilometro zero”, cucinati però “quando possibile”. Piatti e posate sono lavabili nel 90% dei casi. Limitato l’uso di posaterie di plastica. Stentano ancora molto (solo il 2%) i materiali da tavola compostabili.

Il 34% delle strutture ricettive ritiene infine di fare già il possibile in tema ambientale, pur ritenendo che progressi possono essere fatti. Il 17% oppone che migliorare in questo campo si può, ma sarebbe oneroso. La maggioranza relativa va ad un 46%, convinto che la propria struttura può davvero fare di più per “custodire il Creato”.