Sirio 26-29 marzo 2024
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Family 2012

Colzani: «Famiglia,
patrimonio universale»

Secondo il responsabile del Servizio diocesano, l’Incontro è stato una «iniezione di fiducia. La partecipazione così ampia ha dimostrato quanta sia radicata nella società l’idea di famiglia fondata su un amore che non viene meno e aperta alla vita»

di Francesco CHIAVARINI

1 Luglio 2012

Una grande iniezione di fiducia. L’affermazione del radicamento della famiglia come patrimonio universale. Un tessuto di relazioni ecclesiali e civili rafforzato e allargato. Un contributo altissimo di riflessione. Questa è ciò che rimane del VII Incontro mondiale delle famiglie alla Chiesa ambrosiana, secondo Alfonso Colzani, con la moglie Francesca, responsabile del Servizio per la famiglia della Diocesi di Milano.

Qual è l’immagine più bella dell’Incontro che conserva?
Sabato sera sono andato alla Festa delle Testimonianze. E ci sono andato a piedi. Attraversando Cinisello, ho visto una città in festa. Una festa pacata e tranquilla. Quando poi sono salito sul cavalcavia e da lì ho potuto vedere il grande assembramento sul pratone di Bresso, ho avuto la percezione fisica che questa grande festa aveva il suo centro nell’incontro con il Papa. Il Pontefice era il cuore, ma la festa cominciava molto prima ed era fatta dalle famiglie che si riappropriavano del proprio tempo e dei propri spazi, sciamando tra vie e piazze.

In effetti, il VII Incontro voleva essere un incontro fra famiglie. Quanto ha contribuito al raggiungimento di questo risultato la scelta dell’accoglienza diffusa dei pellegrini?
Certamente l’ospitalità è stato uno degli elementi chiave dell’Incontro. Per chi l’ha potuta effettivamente praticare è stata un’enorme gioia: aprire la porta di casa ad altre famiglie è stato il modo più diretto ed efficace per  vivere questo grande momento ecclesiale. Molti di più avrebbero voluto farlo.

Durante la Festa delle Testimonianze, il Papa ha risposto direttamente alle domande che gli hanno posto alcune famiglie. Ha suscitato molto interesse sui media la vicinanza mostrata dal Pontefice al dramma delle separazioni e dei divorzi. L’ha sorpresa?
Non mi ha sorpreso la sua vicinanza, mi ha colpito che si sia affrontato il tema in modo così diretto. Noi avevamo espresso il desiderio che a questo Incontro si sentissero invitate tutte le famiglie, comprese quelle ferite. Non so se la nostra richiesta sia giunta a Roma. Ma certamente le parole del Papa hanno ribadito che la famiglia separata resta pur sempre una famiglia che merita rispetto e sostegno da parte della Chiesa.

Dopo l’intervento del Papa durante l’Incontro, quali interventi per le famiglie dal “cuore ferito”?
Già da qualche tempo noi proponiamo occasioni di preghiera e rielaborazione dell’esperienza della separazione attraverso incontri di gruppo. Ne organizziamo 8-9 all’anno. Ora ci vorremmo impegnare per moltiplicare e rendere più capillari questi momenti. Vorremmo che in tutti i Decanati della Diocesi ci fosse un incontro, in modo che quella per i separati rientri tra i compiti stabili della pastorale ordinaria per la famiglia.

Quale contributo alla famiglia ha dato questo Incontro?
Senza dubbio è stata una grande iniezione di fiducia. Trionfalismi a parte, la partecipazione così ampia ha dimostrato quanta sia radicata nella società l’idea di una famiglia fondata su un amore che non viene meno e aperta alla vita, nonostante le analisi sociologiche spesso suggeriscano il contrario.

Che cosa resterà di questo Incontro?
Certamente le parole del Papa. Ottima l’idea dell’instant book con i suoi interventi, che ci consentirà di continuare la riflessione. E poi un tessuto di relazioni ecclesiali e civili rinnovato e allargato. L’incontro è stato anche un grande sforzo organizzativo: le parrocchie hanno dovuto parlare tra loro, allargare il giro dei collaboratori al di fuori della cerchia dei soliti noti. Sollecitati anche da ragioni pratiche, abbiamo fatto una grande esperienza ecclesiale che certamente rimarrà. Non vanno poi nemmeno dimenticate le tante e belle feste cittadine che il 15 aprile in tanti luoghi della nostra Diocesi si sono celebrate con la collaborazione del tessuto civile. Anche questo è un patrimonio che andrà conservato. L’Incontro forse è servito a rendere evidente un cambiamento dei tempi: è finta l’epoca delle contrapposizioni ideologiche, la famiglia è un patrimonio universale.