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Milano

«Eminenza, il nostro grazie riconoscente»

Si susseguono gli attestati di stima al cardinale Tettamanzi e al suo episcopato ambrosiano, animato da una testimonianza limpidamente cristiana, fondata sulla sola forza del Vangelo. Una risposta agli attacchi, ultimo quello del quotidiano leghista “La Padania”, con accuse false e del tutto infondate

13 Giugno 2011

La parola ricorrente è “grazie”. Una sincera riconoscenza per la testimonianza di 9 anni sulla cattedra di Ambrogio. Si susseguono gli attestati di stima al cardinale Tettamanzi e al suo episcopato ambrosiano, di fronte ad attacchi concentrici, da diverse testate, con accuse palesemente infondate, frutto di un furore ideologico che non finisce mai di stupire. L’ultimo della serie sono le dieci domande promosse dal quotidiano leghista La Padania, piene di livore e falsità.
La risposta dell’Arcivescovo è solo nella sua serenità, che ha sempre proposto a chi lo accusava in questi anni. Una serenità che nasce da una profonda fede nella forza del Vangelo, la vera e unica bussola che ha animato il suo episcopato. Le sue parole sempre intrise di Parola di Dio. E in questo certo vanno controcorrente rispetto a poteri e consorterie.
La Giunta, con tutti i consiglieri del Consiglio Pastorale Diocesano, massimo organo di partecipazione dalla Diocesi, ha scritto una lettera sottolineando che «sono stati anni nei quali il nostro Vescovo ci ha fatto da battistrada con il suo esempio: esempio di serenità innanzitutto, di affidamento al Signore comunque, di capacità di guardare al presente sempre con senso critico, con il coraggio della verità e della denuncia, anche scomoda quand’era necessario, e con la libertà propria del cristiano che vive come tutti gli altri, ben radicato in questo mondo e senza tuttavia appiattirsi su di esso… una libertà dai condizionamenti di parte che, come ben sappiamo, gli hanno causato non di rado delle critiche anche molto ingiuste, davvero irriguardose e gratuite, che ci hanno fatto soffrire tutti perché così evidentemente dettate da interessi che con l’annuncio del Vangelo avevano e hanno ben poco a che fare… Lo ringraziamo di cuore per tutto ciò, perché ce lo ha detto in molti modi – con le sue lettere pastorali, le omelie, gli scritti e gli interventi di ogni genere – ma, soprattutto, ce lo ha insegnato con il suo stile relazionale e con la sua vita concreta: il che costituisce peraltro la vera credibilità di una testimonianza».
Molto netto anche Gianni Bottalico, presidente delle Acli di Milano Monza e Brianza: «Le sconfitte elettorali possono anche rivelarsi salutari e, in questo caso, il quotidiano della Lega Nord dovrebbe riflettere di più sulle domande dell’elettorato anziché insistere sulla demagogia. Così, forse, potrebbe vedere, senza pregiudizio, ciò che rappresenta per tutti l’episcopato ambrosiano del cardinale Dionigi Tettamanzi. Non solo per la comunità cristiana, continuamente richiamata a dare una testimonianza incarnata della Fede, ad assumersi delle responsabilità, a praticare la solidarietà e la sobrietà, ma per tutta la comunità civile. Sicuramente l’Arcivescovo ha parlato di una primavera, ma di una “nuova primavera sociale fatta di volontariato, mutuo soccorso, cooperazione da far fiorire” per uscire insieme dalla crisi: era il Natale del 2008 e da questa immagine è nata l’idea concreta del Fondo famiglia-lavoro, un’iniziativa, che ben oltre le risorse mobilitate, ha costituito un invito a tutta la comunità civile, nessuno escluso, a mobilitarsi per attenuare gli effetti della crisi nel territorio della Diocesi, con particolare attenzione, non solo ai “poveri”, che purtroppo ci sono anche nei periodi di opulenza, ma ai ceti lavoratori più deboli, principali vittime della crisi».
Questa vicenda ha visto anche mobilitarsi molti cattolici impegnati in diverse realtà ecclesiali, sociali e culturali. Ottanta personalità hanno sottoscritto una lettera (chi desidera firmare può farlo scrivendo a grazietettamanzi@gmail.com, indicando nome, cognome e indirizzo). «In merito alle pesanti e sgangherate accuse mosse in questi giorni al cardinale Tettamanzi da alcuni organi di informazione, non è affatto utile ribattere colpo su colpo. Meglio, molto meglio, l’esercizio di una memoria riconoscente – è la premessa a questa lettera indirizzata al Cardinale -. Eminenza, in questo periodo in cui è previsto l’avvicendamento sulla cattedra di sant’Ambrogio intendiamo farle pervenire i nostri più sinceri ringraziamenti per la qualità e la misura, la sostanza e le forme del suo ministero episcopale nella Milano di questo inizio millennio». In particolare sottolineano: «In questi anni abbiamo apprezzato la qualità pastorale della sua proposta che ci ha invitato a vivere e a sognare una Chiesa sul modello del Concilio: appassionata alla causa del Signore Gesù, autenticamente missionaria, quasi “testarda” nell’interpretare la vocazione al confronto franco, alle ragioni del dialogo con tutti nella comunità cristiana e con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, con tutti i credenti delle diverse confessioni cristiane e tradizioni religiose». E continuano: «Le siamo riconoscenti poi per la sostanza delle cose che ha insistemente riproposto a noi cattolici ambrosiani, in continuità con la tradizione che nel secolo scorso ha visto la lezione dei suoi predecessori, gli arcivescovi Ferrari, Tosi, Schuster, Montini, Colombo e Martini. La porteremo sempre nel cuore, memori anche delle forme concrete del suo magistero, rilegate nel suo motto episcopale Gaudium et pax (gioia e pace)».
Anche il mondo politico sta reagendo agli attacchi al Cardinale: esponenti di diversi schieramenti politici infatti non ci stanno a questo clima pesante, che rifiutano radicalmente.

La lettera di un gruppo di cattolici ambrosiani