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Milano

Family, l’entusiasmo dei volontari

Già oltre 4500 hanno offerto la loro disponibilità all’impegno nell’ambito dell’Incontro mondiale delle famiglie: ora ne servono altri 500

a cura di Marco DERIU

19 Marzo 2012
Triuggio (MB), 5 febbraio 2012. L'Arcivescov di Milano ha incontrato i team-leader dei volontari del VII Incontro Mondiale delle Famiglie. Il termine ha presieduto la celebrazione eucaristica.

Sono ormai più di 4.500 e provengono dall’Italia e dal mondo. Ne servono ancora un migliaio per completare la task force che garantirà l’indispensabile supporto organizzativo e di servizio all’Incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Sono i volontari, spina dorsale del “Family 2012”, le cui fila si vanno ingrossando di giorno in giorno. Gabriele Alberti, responsabile del coordinamento delle loro attività e della loro formazione, rilancia il senso e le motivazioni della scelta di mettersi al servizio.

Quante sono le adesioni dei volontari raccolte finora?
Alla data del 16 marzo abbiamo ricevuto 4.500 adesioni.

Quali sono le principali provenienze dall’estero e dall’Italia?
Abbiamo una forte provenienza dalla Spagna, dall’Ecuador, dal Brasile, dal Kenia e dal Perù. Però i più presenti sono i Filippini, nella maggior parte provenienti dalla comunità filippina di Milano. Per l’Italia la parte del leone la fa ovviamente la diocesi di Milano, insieme alle diocesi lombarde. Abbiamo buona partecipazione anche da altre diocesi d’Italia, tra cui Torino, Catania, Napoli, Sorrento e Siracusa.

Quali sono le “categorie” e le età più rappresentate?
Il 40% dei nostri volontari ha meno di 25 anni, quindi in prevalenza sono studenti, anche degli ultimi anni delle superiori. All’opposto, abbiamo molti giovani pensionati e molte mamme che dedicano già del tempo all’evento venendo a dare una mano alla Fondazione, l’ente che organizza l’evento. Sappiamo inoltre che molti lavoratori e professionisti hanno già preso le ferie per venire a Milano a fare i volontari.

Quali sono i settori più “gettonati” e quelli, invece, meno richiesti?
I settori più richiesti sono sicuramente quelli legati all’accoglienza dei pellegrini, alla logistica, al servizio d’ordine e all’assistenza ai minori. Manca forse qualche volontario per il settore dell’accoglienza dei disabili e per l’area comunicazione.

A livello organizzativo, quali sono le principali criticità nella gestione dei volontari?
La criticità maggiore, con un numero così alto di persone da gestire, è sicuramente la comunicazione: rispondere alle e-mail e alle telefonate che riceviamo è un lavoro molto oneroso in termini di tempo. Poi ovviamente c’è tutta la questione legata alla logistica dei volontari che è sicuramente molto complessa. Infine, la presenza di volontari stranieri ci obbliga a uno sforzo ulteriore, legato alla conoscenza delle lingue.

Qual è l’identikit  ideale del volontario e che cosa non gli può mancare?
A un volontario di Family 2012 non può certamente mancare il sorriso sulle labbra: i nostri volontari saranno cristiani che si mettono a servizio dei fratelli, testimoniando in questo modo la loro fede in Gesù. E una cosa del genere non si può fare se non si è capaci di accogliere gli altri con un bel sorriso. Oltre a questo noi chiediamo una forte adesione ai valori proposti dall’Incontro, un generoso spirito di servizio e la predisposizione a lavorare in gruppo. Sono ben accolti volontari con alcuni profili “professionali” necessari all’incontro (autisti, giornalisti, educatori, traduttori, ecc). Nessuno, però, deve sentirsi escluso: per distribuire una bottiglietta d’acqua o dare informazioni, basta essere persone disponibili!

Come si articola la formazione dei volontari in preparazione all’Incontro?
Una prima fase di formazione on-line sta iniziando in questi giorni su un sito che verrà comunicato a ogni volontario. Saranno trattati temi più generali, legati alle tematiche dell’Incontro mondiale e al senso di essere volontari, e temi più tecnici, legati al programma dell’Incontro. Ci sarà poi una formazione in aula, diversificata per provenienza e per periodo di servizio. I volontari della diocesi di Milano seguiranno delle giornate organizzate sul territorio, mentre gli stranieri e gli altri italiani seguiranno dei corsi nei primi giorni del periodo scelto. Tutti, infine, saranno invitati a partecipare ad alcuni sopralluoghi presso l’aeroporto di Bresso, area degli eventi con il Santo Padre.

Mancano ancora circa 500 volontari e il tempo stringe: come cercate di favorire la raccolta di ulteriori disponibilità?
Girerei la domanda dicendo che mancano “solo” 500 volontari: trovare così tante persone disponibili a donare del tempo per un evento come il nostro, prendendo anche dei giorni di ferie per questo, è una bella notizia che bisogna divulgare. Per i 500 che mancano stiamo facendo “pressione” su alcuni gruppi e movimenti che si stanno attivando per trovare dei volontari. Inoltre le nostre parrocchie sono tutte mobilitate, attraverso i Rol (Responsabili organizzativi locali) per diffondere la notizia e trovare i volontari che mancano. Ma soprattutto sarà l’entusiasmo contagioso dei 4.500 già iscritti che ci porterà a raggiungere l’obiettivo.

Perché una persona dovrebbe scegliere di fare il volontario?
Per vivere una grande esperienza di servizio alla Chiesa universale, insieme a tante altre persone provenienti da tutto il mondo: vivere da volontari un evento di questa portata, è un’esperienza unica nella quale mettersi alla prova e crescere nell’amore.