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16 febbraio

Fede e vita,
i giovani si guardano dentro

Il primo appuntamento delle catechesi diocesane giovedì a Lecco. Altre due serate in febbraio a Milano e a Lecco. Il responsabile diocesano, don Maurizio Tremolada, spiega il senso dell’iniziativa: «Si desidera favorire un cammino unitario di discernimento e di riflessione»

12 Gennaio 2014

Il Servizio Giovani della Diocesi organizza tre serate di catechesi dal titolo «Il buon seme chiamato a diventare grano». L’invito a partecipare è rivolto a tutti i gruppi giovanili della Diocesi. Il primo appuntamento è per giovedì 16 gennaio, alle 20.45, a Lecco nella Basilica di San Nicolò (via Canonica 4), e vedrà la partecipazione di padre Ermes Ronchi, teologo dei Servi di Santa Maria, con una meditazione dal titolo «C’è del buon seme nel mio campo? L’identità dei giovani: chi sono io?». La seconda catechesi, che si terrà a Milano il 6 febbraio nella Basilica di Sant’Ambrogio (piazza Sant’Ambrogio), sarà su «Il campo è il mondo. Relazioni e legami: con chi sono?»; interverrà don Cesare Pagazzi, teologo della Diocesi di Lodi. Infine la terza serata sarà il 27 febbraio a Varese, presso la chiesa di San Massimiliano Kolbe (viale padre Gianbattista Aguggiari, 140), dal titolo «Da dove viene la zizzania? Il mistero del male: dove vado?»; sarà tenuta da suor Maria Gloria Riva, studiosa di Sacra Scrittura, delle Adoratrici perpetue del Ss. Sacramento. Spiega il senso dell’iniziativa, don Maurizio Tremolada, responsabile diocesano del Servizio Giovani di Pastorale giovanile.

Perché delle catechesi per i giovani?
Un giovane, guardando dentro di sé e guardandosi intorno con serietà, si pone domande profonde, grandi, infinite. Non è possibile non interrogarsi: è il segreto per fare della vita una vita saggia e bella. Il tempo della catechesi è un’occasione per non cancellare queste domande e non metterle tra parentesi; è un’opportunità per affrontarle, scioglierle e coglierne il senso.

Per quale motivo si svolgono a livello diocesano?
Con una proposta diocesana di catechesi si desidera favorire un cammino unitario di discernimento e di riflessione su alcuni ambiti con i quali quotidianamente si confronta il vissuto dei giovani, tenendo vivi i contenuti fondamentali della fede secondo il nucleo centrale del progetto di Pastorale giovanile: all’orizzonte sta sempre il mistero di Cristo, la vita della comunità cristiana radunata intorno all’Eucaristia e l’impegno verso il mondo. Inoltre, questa proposta diocesana vuole trovare anche in questo anno pastorale dei momenti comuni di convergenza dove associazioni, movimenti, gruppi giovanili delle parrocchie possano dare forma a quella che il nostro Arcivescovo chiama «pluriformità nell’unità».

Qual è il tema e l’articolazione delle serate?
Il titolo scelto, «Il buon seme chiamato a diventare grano», è un passaggio della lettera pastorale dell’Arcivescovo Il campo è il mondo, con la quale ci sollecita a individuare vie percorribili che conducano i credenti a incontrare l’umano. Questa citazione esprime bene la dinamica tipica dell’età giovanile chiamata a maturazione attraverso un saggio discernimento guidato dall’intelligenza della fede. Prendendo dunque spunto dalla parabola del buon seme e della zizzania, icona biblica dell’anno pastorale, ogni sera verranno approfondite alcune espressioni dell’umano particolarmente significative per questa fascia di età: attraverso le domande e le testimonianze di alcuni coetanei e la catechesi di tre autorevoli predicatori i giovani saranno chiamati ad interrogarsi alla luce della Parola del Vangelo sulle origini della loro identità, sulla qualità dei loro legami e delle loro relazioni e sul mistero della presenza del male nel mondo. I temi sono stati individuati facendo tesoro delle riflessioni e dei suggerimenti degli Spinners, vale a dire di quanti lo scorso anno hanno svolto nell’ambito del cammino “Varcare la soglia” il compito di raccordo tra l’Arcivescovo e i gruppi giovanili, associazioni e movimenti sparsi sul territorio della Diocesi».