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La storia

Felix, dall’abbandono in Nigeria al battesimo a Triuggio

Il giovane è uno dei venti profughi ospitati da 14 mesi in Villa Sacro Cuore, dove ha trovato accoglienza e dove sta imparando l'italiano. Domenica 7 gennaio è stato battezzato. La madrina Virna Maria Paghini, dell'Ordo Virginum, racconta il suo cammino di fede

di Luisa BOVE

14 Gennaio 2018
Felix Godwin con don Luigi Bandera (direttore di Villa Sacro Cuore), la madrina Virna Maria Paghini e don Maurilio Mazzoleni, che l'ha battezzato

Felix Godwin è uno dei 20 profughi che da 14 mesi vive a Villa Sacro Cuore di Triuggio, la Casa di spiritualità della Diocesi di Milano. Domenica scorsa, festa del Battesimo di Gesù, ha ricevuto il battesimo da don Maurilio Mazzoleni dopo un cammino di fede guidato dalla madrina Virna Maria Paghini, consacrata dell’Ordo Virginum.

Felix, nigeriano di 25 anni, ha alle spalle una storia di abbandono e di analfabetismo. «Parlando con lui ho scoperto che è rimasto orfano molto piccolo – dice Virna -. Ha perso contemporaneamente entrambi i genitori, poi è andato a vivere da una parente, dove è sempre stato tenuto in disparte rispetto agli altri bambini, gli davano poco da mangiare e lo tenevano legato con una catena». Viveva in città e, mentre i suoi coetanei andavano a scuola a imparare a leggere e a scrivere, lui rimaneva a casa. Poi ha vissuto per strada e sotto i ponti, chiedeva l’elemosina per mangiare.

La sua vita è cambiata quando è arrivato in Italia, ospite a Triuggio. Non gli sembra vero di vivere in una camera con bagno che condivide con un connazionale. I 20 profughi frequentano il corso di italiano per stranieri: dopo pranzo vanno con la bicicletta fino a Canonica, poi prendono il treno fino a Monza, quindi raggiungono la scuola, fanno due ore di lezione e tornano alla Villa.

Felix vuole dimenticare il passato e guardare avanti con fiducia. Nel settembre scorso, gli operatori della cooperativa che gestiscono i richiedenti asilo hanno detto a Virna che un ragazzo voleva prepararsi a ricevere il battesimo. Lei, che già si occupa di liturgia e di accoglienza degli ospiti, ha accettato volentieri. «Siamo andati in chiesa e abbiamo fatto il segno della croce, poi gli ho spiegato il significato di quel gesto», racconta la madrina. Da settembre a oggi si sono incontrati una trentina di volte per almeno un’ora e mezza di colloquio. Felix ha sempre dimostrato un profondo senso religioso, ma non conosceva Dio, men che meno Gesù Cristo. Il cammino non è stato facile per la scarsa conoscenza della lingua e perché i concetti astratti sono difficili da comprendere.

Con pazienza Virna lo ha accompagnato nel suo cammino di fede: «Gli ho spiegato il Padre Nostro, i dieci comandamenti, la vita di Gesù, il peccato, il perdono…». La madrina non dimenticherà mai il grande sorriso di Felix quando gli ha detto che con il battesimo sarebbe diventato figlio di Dio: «Ha capito che sarebbe diventato figlio di Qualcuno ed era proprio ciò che voleva».