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Calamità

Filippine, solidarietà a Milano
per le vittime del tifone

Nella comunità di immigrati angoscia per i connazionali vittime del disastro, ma anche conforto dalla vicinanza dell’Arcivescovo, espressa da monsignor Quadri. Nei prossimi giorni momenti di preghiera e iniziative di supporto concreto

di Francesca LOZITO

11 Novembre 2013

Un atteggiamento di grande dignità, misto alla preoccupazione per i propri connazionali, parenti e amici lontani. Questo, in sintesi, il clima che si respira nelle Comunità filippine residenti a Milano e in Diocesi a seguito della notizia dei migliaia di morti e degli ingenti danni provocati nel loro Paese dal Tifone Hayan. Sarebbero almeno 4 milioni solo i bambini che in qualche modo hanno subito le conseguenze della terribile catastrofe.

«In queste ore mi sto recando a far visita alle Comunità filippine della diocesi, dove sto trovando un grande atteggiamento di fede, come sempre succede di fronte alle tragedie», spiega monsignor Giancarlo Quadri, responsabile della Pastorale diocesana dei migranti.

Alle comunità filippine – otto quelle seguite e coordinate dalla Cappellania generale dei migranti – monsignor Quadri ha espresso la vicinanza dell’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola che, in visita a Mosca, in queste ore prega per loro: «Sono stati molto confortati da questo forte sentimento di solidarietà da parte dell’Arcivescovo».

La Comunità filippina cattolica ha deciso di fare concretamente qualcosa per i confratelli colpiti dal tifone. Nei prossimi giorni verranno rese note forme e modi di sostegno e momenti di preghiera, ai quali saranno invitati a partecipare tutti i fedeli.

Ofelia tra angoscia
e conforto

Vive a Brugherio da 23 anni e manca dalle Filippine da cinque anni. La signora Ofelia Jarigue è originaria di Tarlac, un paese a 120 chilometri da Manila. Non proviene dalla zona colpita dal tifone, quindi, ma non appena le si chiede della situazione del suo Paese si commuove. «Mi vuol fare piangere...», dice. Ofelia è angosciata per una sua amica che vive in un paese vicino a Tacloban, epicentro del tifone: «A Lyte, così si chiama il paese dove abita, non si sa nulla di che cosa sia successo...», spiega. La confortano, tuttavia, i tanti gesti di vicinanza giunti in queste ore da tutto il mondo. Cattolica, ha apprezzato in particolare le parole dell’Arcivescovo e del Papa. (f.l.)