Percorsi ecclesiali

L’Ottobre missionario straordinario

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Milano

Giovani, stimati dal Signore, mandati non per conquistare il mondo, ma per riconciliare e perdonare

Circa 2000 adolescenti hanno preso parte alla “Notte dei Santi”. Nella basilica di Sant’Ambrogio l’Arcivescovo, li ha salutati a uno a uno, indicando la forza della missione da vivere ogni giorno senza mai scoraggiarsi

di Annamaria BRACCINI

4 Novembre 2019

Li incontri in piccoli gruppi, mentre arrivano o partono dalla basilica di sant’Ambrogio, dopo aver visitato e sostato in luoghi simbolo della città che parlano di missio ad gentes e della missione che, ogni giorno, tante associazioni e realtà vivono accanto ai più deboli e fragili per le vie della grande metropoli.
È la “Notte dei Santi” che, dal pomeriggio fino alla mezzanotte, coinvolge oltre 2000 adolescenti, arrivati da ogni zona della Diocesi con i loro educatori e sacerdoti per vedere e «toccare con mano», come dice Irene di Sesto San Giovanni, quanto ogni battezzato sia in se stesso missione.
Così, in Diocesi, si conclude il mese speciale della missione, in una notte, peraltro, significativa, di Halloween, per molti altri ragazzi di semplice «baldoria», come nota l’Arcivescovo che anche lui, appunto nella basilica santambrosiana, arriva a sera, salutando a uno a uno gli adolescenti. Alternandosi, fino alla notte, giungono anche i Vescovi ausiliari.
I giovani si siedono semplicemente per terra, in altare maggiore, facendo circolo attorno al vescovo Mario, ascoltando la Parola di Dio: quella di discepoli timorosi e che, pure, il Signore manda per compiere la missione.
«Questi discepoli erano uomini adulti che seguivano Gesù, ma impauriti, per la situazione che si è creata a Gerusalemme. Il primo pensiero che vorrei comunicarvi – dice, infatti, il vescovo Mario direttamente ai ragazzi – è che Gesù ha avuto stima di loro. Così il Signore ha stima anche di ciascuno di voi».
La seconda indicazione ne è la conseguenza diretta: «Se Gesù ha stima di voi, siete autorizzati ad avere stima voi stessi non perché siete narcisisti, ma perché valete. Non scoraggiatevi mai».
Da qui il terzo «passo»: «Avendo stima e fiducia in voi, il Signore vi manda, non a conquistare il mondo, non a testimoniare la fede cristiana con scene teatrali o imprese straordinarie, ma a dire che esiste il perdono, perché anche se qualcuno ha sbagliato nella vita non deve mai disperare. È una missione – questa – che libera e riconcilia».
Gli adolescenti riflettono su tutto questo – invitati anche ad avvicinarsi al Sacramento della Riconciliazione per cui si mettono a disposizione una ventina di sacerdoti – e, intanto, in “Sant’Ambrogio” i gruppi si susseguono, accolti dall’abate, monsignor Carlo Faccendini che sottolinea come sia stata felice la scelta della basilica anticamente chiamata Martyrum (dei martiri, perché, nelle immediate vicinanze, vi sorgeva un cimitero e Ambrogio rinvenì e collocò i corpi dei martiri Gervaso e Protaso). «I milanesi vengono qui per fare memoria del loro battesimo, un dono che vi fa famiglia di Gesù. Portate la vostra fede con la bellezza della vita interiore e la forza della vostra gioventù».
Alla fine, i gesti simboli dell’invio per la missione nel mondo, con la consegna della croce e il segno della croce con la mano intinta nell’acqua benedetta del fonte battesimale, mentre ancora in tanti pregano, a livello personale, nella contigua chiesetta di San Sigismondo, dove viene proposta l’Adorazione eucaristica. Insomma, «giovani, evangelizzatori dei giovani, come auspicava profeticamente san Giovanni Paolo II», osserva don Stefano Guidi, direttore della Fom.

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