Sirio 26-29 marzo 2024
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Bresso

I giorni con il Papa,
«una carezza per la città»

Don Angelo Zorloni, parroco dei Santi Nazaro e Celso, racconta le emozioni vissute durante Family 2012 ed evidenzia i frutti che l’Incontro mondiale lascia dietro di sè

di Luisa BOVE

24 Giugno 2012
Un serpentone di fedeli verso l'altare dove si celebrerà la Santa Messa con Benedetto XVI

Per don Angelo Zorloni, parroco dei Santi Nazaro e Celso a Bresso, le giornate di Family 2012 con il Papa sono state come «una carezza alla città». Grande fermento per giorni e settimane, ma ora non si può dimenticare quello che è stato un evento mondiale. «La partecipazione era ai limiti del collasso: tra i pass distribuiti e le disponibilità delle famiglie ad accogliere… A noi era stata richiesta l’ospitalità “leggera” di due o tre giorni: è stato molto bello e alla fine abbiamo regalato l’icona del VII Incontro mondiale a tutte le famiglie, anche alle ospitanti e a quelle che non sono venute perché sono rimaste a dormire al Parco di Bresso. Nei giorni successivi sono arrivate, inattese, tante telefonate e ringraziamenti». Ma il cammino delle parrocchie di Bresso (Santi Nazaro e Celso, S. Carlo e Madonna della Misericordia) non si ferma. «Ogni mese, a partire da gennaio, abbiamo pubblicato le dieci catechesi di Family – spiega don Zorloni – e andremo avanti fino a settembre, perché gli eventi non si consumano, ma ci trascendono, e ora continueremo a riflettere, perché nulla vada perduto».

Nella settimana successiva all’Incontro Mondiale le tre parrocchie della città, ognuno a suo modo, nelle giornate eucaristiche e del Corpus Domini, hanno ripreso le parole pronunciate da Benedetto XVI. «Abbiamo stampato tutti i testi, al mattino e nel pomeriggio c’erano momenti di preghiera, preceduti da una breve introduzione e seguiti dal silenzio per un ascolto personale della Parola». Martedì scorso invece c’è stata un’assemblea pubblica: si sono riuniti i tre Consigli pastorali, ma la serata era aperta a tutti, non solo ai membri delle rispettive parrocchie. «È stata una serata intensa e di grande partecipazione – dice don Zorloni -. Abbiamo cercato di fare questo passaggio: nei giorni successivi al Family dicevamo “Che bello!”, ora ci stiamo chiedendo “Perché e che cosa è bello?” e, ancora, “Cosa potrà essere bello?”. Se vogliamo usare un linguaggio “papale” è quello che Benedetto XVI ha detto ai due fidanzati malgasci alla veglia di sabato sera: l’invito a passare dall’esplosione dei sentimenti all’amore maturo, quindi da una fede vissuta con grande entusiasmo a una fede che diventa consapevolezza».

È contento don Zorloni perché «è stata una serata fruttuosa e interessante» in cui i partecipanti hanno cercato di rispondere alla domanda: «E adesso?». «Ne sono uscite belle intuizioni, per esempio sull’educazione affettiva e alla fede, sulla necessità (a tutti i costi) di comunione nella Chiesa, sulle modalità espressive della vita cristiana, sull’importanza della pluriformità… Tutti temi che ci siamo appuntati e che intendiamo riprendere in futuro». Inoltre, a cominciare dai gruppi familiari, molto attivi nella parrocchia centrale di S. Nazaro, ma poi anche nelle altre, «nel prossimo autunno riprenderemo tre testi strategici del Papa – dice don Zorloni -: l’omelia finale, l’intervento alla veglia e gli incontri con la città e gli amministratori». Anche per i più piccoli il Family offrirà spunti importanti. «Gli educatori degli oratori riprenderanno le parole chiave pronunciate allo Stadio – conclude il parrocco di Bresso -, sempre per abituarci a non consumare l’evento. Era questo il nostro obiettivo fin dall’inizio».