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Milano

Il cardinale Scola: «Libertà vera di scelta per uscire dalla crisi»

In 30 mila alla 31' marcia "Andemm al Domm". L'Arcivescovo di Milano ai ragazzi delle scuole paritarie: «Non è pubblico solo ciò che è statale, ma ciò che nasce per il popolo»

di Filippo MAGNI

13 Aprile 2013

Il futuro dell’Europa? Dipende dalla libertà di educazione. E quindi dalla possibilità delle famiglie di scegliere con libertà vera e non solo nominale (non si può compiere finché le condizioni economiche di accesso saranno così diverse) se mandare i propri figli agli istituti statali o paritari.
Lo sostiene il cardinale Angelo Scola, supportato dagli oltre 30mila alunni, genitori, nonni, insegnanti arrivati in massa per la 31′ edizione della marcia "Andemm al Domm". Cioè "andiamo al Duomo", in dialetto milanese.
La piazza centrale di Milano è il punto di arrivo dei ragazzi, partiti da piazza della Scala (i più piccoli) e da corso Sempione. Provengono dalle scuole paritarie della Diocesi, ma non solo. Marcia con loro, ed è il primo anno che accade, anche l’Age, associazione dei genitori delle scuole statali. Come a segnalare che non ha ragione d’essere lo steccato, «soprattutto ideologico» sostengono dalla Diocesi, tra paritarie e statali.
Sul palco la presentatrice Lorena Bianchetti con il cardinale e i rappresentanti delle associazioni organizzatrici e aderenti, del Comune di Milano, di Regione Lombardia. E il vicario episcopale diocesano per l’istruzione, mons. Pierantonio Tremolada, con il responsabile del servizio per la pastorale scolastica don Michele di Tolve. Si rendono voce della piazza rivolgendo una parola di benvenuto al cardinale.
Pierre Marsollier, segretario generale della Conferenza episcopale francese, dà un ulteriore respiro europeo alla giornata (dal titolo "Il futuro dell’Europa? Dipende dalla libertà di educazione) raccontando la situazione delle scuole paritarie nel suo Paese. «Non so se esiste un modello francese – esordisce -, ma forse possiamo parlare di un paradosso francese. La Francia è nota in Europa per avere applicato più radicalmente la laicità. Nella sua storia ha anche cacciato i ministri del culto dall’insegnamento nelle scuole. Ma adesso, al termine di un lungo cammino, troviamo una parola chiave che collega le scuole private allo stato. È "contratto". Come tutti i contratti indica un accordo che si fa in due e in cui ognuno deve portare la propria parte». E allora in Francia «ciò che chiamiamo parità – prosegue – è l’uguaglianza di finanziamenti per ogni studente francese. Chiediamo di calcolare allo Stato quanto gli costa uno studente e di versare la somma equivalente alle nostre scuole, per ogni alunno».
Il finanziamento alla pari è un gesto che va al di là del suo valore economico, prosegue Marsollier. «Ci impegniamo con lo Stato ad accogliere i figli di ogni famiglia che lo chiede, senza esclusioni. Non sarebbe possibile se dall’altra parte lo Stato creasse condizioni di discriminazione: è in gioco anche l’unità del Paese. Come può essere unito se tratta i cittadini in modo diverso, soprattutto quando parliamo dei cittadini di domani? L’insegnamento per ogni studente deve essere gratuito».
Il rappresentante francese conclude il suo intervento tra gli applausi della piazza con l’invito «a  inventare la strada italiana per far conosce e riconoscere i vostri diritti. Ricordando che svolgere un servizio pubblico non ci chiede di rinunciare a quello che siamo. Più siamo noi stessi, più diamo un servizio di interesse generale. Il motto dell’europa può servirci per questo cammino: "unità nella diversità"».
Annuisce convinto l’arcivescovo Angelo Scola, che nel proprio intervento saluta tutti gli studenti, i genitori, gli insegnanti «che danno forse l’apporto principale per l’educazione a una vita buona. Nella scuola infatti i valori possono lentamente trovare strada nella mente e nel cuore di ciascuno. Grazie per questo anche alle congregazioni, agli istituzioni, alle cooperative, a tutte le realtà impegnate nella scuola paritaria». Rivolgendosi alle autorità presenti, Scola ringrazia anche «le istituzioni civili che mostrano di comprendere che la scuola cattolica non vuole egemonie ne privilegi, ma è in armonia con la scuola di stato. La scuola paritaria – aggiunge tra gli applausi – è pubblica! Perché non è pubblico solo ciò che è statale, ma ciò che nasce per il popolo».
Ispirato da uno striscione blu con disegnate le stelle europee e le parole «liberi di educare», l’arcivescovo aggiunge che «libertà ed educazione sono due pilastri per l’educazione della persona e per la crescita della società». Però le libertà, tra cui quella di poter scegliere senza differenze di costi le scuole statali o paritarie, prosegue, «o si realizzano oppure generano quel malessere di civiltà che porta alla decadenza».
Addirittura, conclude il pensiero,  «senza una libertà esercitata, senza la libertà di educazione effettivamente realizzata, non usciremo dalla crisi economica che è uno dei segni del travaglio dell’Europa».
In conclusione, esorta rivolto a tutti i presenti, «In atteggiamento dialogico ma in tutta dignità bisogna che le scuole paritarie continuino a sostenere la loro azione di riconoscimento nelle forme che la vostra genialità ha saputo e saprà trovare».
Lo scopo della manifestazione è marciare in massa per far sentire con più efficacia la propria voce, secondo il principio che l’unione che fa la forza. Ma per i ragazzi è soprattutto una festa. Lo raccontano ad esempio alcuni genitori della scuola San Giuseppe di Melzo. «È il secondo anno che partecipiamo, piace a noi e ai ragazzi. È bello trovarsi così in tanti, a marciare tutti insieme. Dalla nostra scuola siamo arrivati in più di 100, metà in pullman e metà con mezzi propri». 
Le insegnanti della scuola dell’infanzia dell’istituto San Paolo di via Buonarroti a Milano spiegano che in occasione della marcia si mobilita tutta la scuola. «Realizziamo gli striscioni, ne parliamo, e nei prossimi giorni la ricorderemo con i bimbi. La scuola partecipa fin dalle prime edizioni della manifestazione, marcia tutto il corpo docente insieme a un buon numero di alunni e genitori. Questa giornata otterrà gli scopi che si prefigge? Noi lo speriamo,la nostra partecipazione ha il senso di gettare un seme. Non dipenderà da noi se farà frutto, ma proprio noi insegnanti delle scuole paritarie non possiamo non crederci».

“Speciale” su Radio Marconi

Sabato 13 aprile, alle 19, Radio Marconi manderà in onda uno "speciale" col discorso integrale del cardinale Scola.