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15 dicembre

Il Centro Come compie vent’anni

All’Auditorium San Fedele incontro in occasione del servizio attivo nell’ambito della Cooperativa Farsi Prossimo sul fronte dell’inclusione e della mediazione culturale

11 Dicembre 2014

Con una «passeggiata interculturale sul filo della memoria e del futuro», lunedì 15 dicembre, dalle 14.30 alle 18.30, presso l’Auditorium San Fedele di Milano (via Hoepli 3b), il Centro Come festeggia i suoi vent’anni.

Istituito nel 1994 in seguito a una convenzione paritaria tra la Provincia di Milano (Assessorato alle Politiche sociali), la Caritas Ambrosiana e la Cooperativa sociale Farsi Prossimo, fino al 2000, il Centro Come ha avuto un carattere interistituzionale, con sede presso la Provincia. Dal gennaio 2001 il Centro è diventato un servizio della Cooperativa Farsi Prossimo e la sede attuale è in via Fusinato 7 a Milano. È stato riconosciuto «progetto sperimentale e innovativo» della Regione Lombardia e nel 2003 è stato certificato come servizio di consulenza, progettazione e formazione.

Costruire positive condizioni di inclusione e di scambio fecondo tra storie d’infanzia, lingue e culture: questo l’impegno che il Centro Come ha cercato di realizzare in questi vent’anni. Un tempo segnato da cambiamenti molteplici e profondi, che hanno evidenziato con forza il carattere sempre più multiculturale dei servizi per tutti, e della scuola in particolare.

Il Centro Come si rivolge soprattutto agli operatori, ai docenti e agli educatori che lavorano con i minori e con le famiglie dell’immigrazione. Tra i suoi obiettivi: creare nei servizi, nei luoghi di vita, nelle istituzioni, le condizioni per rendere possibili l’accoglienza e l’integrazione dei bambini e dei ragazzi stranieri e delle loro famiglie; fornire agli operatori dei servizi per tutti informazioni, conoscenze, strumenti operativi per lavorare nelle situazioni multiculturali; fornire ai minori stranieri e alle loro famiglie strumenti di conoscenza e informazione per potersi orientare e inserire in maniera positiva nella scuole e nella società italiana; tutelare – attraverso un’integrazione tra risorse dei servizi pubblici e del volontariato – i minori più «vulnerabili» e in condizioni di fragilità.

In questi anni più di 70 mila operatori si sono rivolti allo sportello del Centro Come per avere informazioni, materiali, suggerimenti operativi, consulenze, orientamento. Si tratta soprattutto di insegnanti, educatori, dirigenti scolastici, ma anche di operatori sociali e dei servizi di base, volontari, genitori stranieri, studenti, mediatori. Per cercare di rispondere all’aumento di richieste, dal 2003 il Centro Come si è dotato di uno spazio interattivo e di consulenza a distanza. Sul sito www.centrocome.it sono stati caricati moltissimi materiali, così da renderli accessibili e disponibili a un numero ampio di scuole e servizi. In questi anni 457 mila utenti hanno visitato il sito e circa 7.000 persone si sono rivolte allo sportello on line per avere informazioni e consulenza.

Tra i temi approfonditi in questi anni dal Centro Come vi sono, in particolare, le caratteristiche e le condizioni di vita dei minori stranieri, i percorsi e le modalità di accoglienza e di integrazione scolastica, l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua a minori e adulti, la conoscenza della cultura e dei contesti di origine, la valorizzazione della diversità linguistica, la narrazione interculturale, l’educazione interculturale e i progetti operativi per attuarla, la mediazione linguistico-culturale, le forme di accompagnamento e di tutoring degli adolescenti stranieri.

Insegnare l'italiano
ai ragazzi stranieri
a partire dal cibo

Insegnare l’italiano ai ragazzi stranieri a partire dal cibo. È questa l’intuizione dell’ultimo progetto, creato dal Centro Come, il servizio specializzato nella didattica dell’integrazione, della Cooperativa Farsi Prossimo promossa da Caritas Ambrosiana. Guidati dai consulenti del Centro, gli insegnanti di 26 scuole secondarie di secondo grado di Milano e Provincia, frequentate da un’alta percentuale di studenti stranieri, hanno prodotto un manuale di lingua italiana per ragazzi e ragazze di recente immigrazione, partendo proprio dalle ricette, dai modi di dire e dalle metafore legate a quello che mangiamo tutti i giorni. Gli studenti di quelle stesse classi hanno invece raccontato il cibo che hanno imparato ad apprezzare in Italia e quello dei loro paesi di origine su delle cartoline e tovagliette, assemblando immagini, fotografie, note autobiografie. Entrambi i prodotti editoriali saranno presentati lunedì 15 dicembre dalle 14.30 all’Auditorium San Fedele via Hoepli 3/B di Milano, in occasione del convegno organizzato per festeggiare i 20 anni di fondazione del Centro.
«A differenza di vent’anni fa, gli alunni “stranieri” sono oggi in maggioranza nati in Italia. Prevedere e organizzare modalità efficaci di accoglienza, inserimento, orientamento e prosecuzione degli studi per gli adolescenti cresciuti da noi, ma figli di immigrati da altri Paesi è una delle sfide educative. Anche sollecitati dal tema di Expo 2015 abbiamo con loro utilizzato la potenzialità simbolica evocata dal cibo per aiutarli a riflettere sulla loro composita identità», osserva Graziella Favaro del Centro Come.