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Missioni

Il Pime, un “ponte” di vita e di speranza

Al Centro di Milano molte le iniziative di sensibilizzazione per grandi e piccoli, progetti di solidarietà e occasioni di dibattito pubblico e nelle scuole. Insediato il nuovo direttore padre Alberto Caccaro

di Luisa BOVE

25 Settembre 2012
Il Centro Pime di Milano

Nel giorno dei funerali di padre Giancarlo Bossi, il missionario rapito cinque anni fa nelle Filippine, il Centro Pime di Milano presenta le sue molteplici attività con la prima uscita pubblica del nuovo direttore, padre Alberto Caccaro, che ha lasciato la Cambogia per assumere questo incarico. «Ogni nostro agire sia mosso dalla fede», ha detto ricordando l’Anno della fede voluto dal Papa. Con i suoi settori di impegno – comunicazione, educazione, solidarietà – il Centro missionario Pime vuole essere «un ponte con tutti per comunicare vita e speranza».

Per farlo usa strumenti e linguaggi diversi. Innanzitutto punta ancora su “Mondo e Missione”, «come unica rivista cartacea», ha detto il direttore editoriale Gerolamo Fazzini, «e voce unica in Italia per motivi organizzativi ed economici (prima erano tre), ma allo scopo di creare sinergie, dare informazioni e diventare più popolare senza perdere in qualità». La parola d’ordine è: «Conoscere, condividere, cambiare», come scrive padre Caccaro nel suo primo editoriale del mensile. Ne verranno stampate 70 mila copie. A fianco della carta stampata il sito istituzionale www.pimemilano.com e www.missionline.org per entrare nel vivo dei dibattiti del Paese (fanatismo islamico, insegnamento della religione, febbre del gioco…), ha spiegato Giorgio Bernardelli, «ma anche per dare voce a un mondo sempre un po’ nascosto e fuori dai tradizionali circuiti».

Da 24 anni il Pime si occupa anche di animazione missionaria, in particolare rivolta ai giovani dai 15 ai 30 anni. Responsabile oggi è padre Piero Masolo, che propone percorsi «per conoscere meglio se stessi» e «fare esperienze in terra di missione per un mese dopo un anno di formazione». Il secondo anno invece viene chiesto ai giovani di compiere delle scelte o assumere nuovi impegni di vita, e «sono tanti quelli che ogni anno si lasciano interpellare», assicura padre Masolo. È sempre viva la collaborazione con l’Università Cattolica e con la Pastorale giovanile della Diocesi di Milano che si preparerà a vivere la Giornata della gioventù a Rio de Janeiro.

Il “ponte” che il Pime ha costruito ben 13 anni fa con il mondo della scuola lo porta a coinvolgere in percorsi educativi ben 70 mila ragazzi di ogni età, per questo l’Ufficio educazione mondialità si avvale della collaborazione di 20 formatori. In vista dell’Expo 2015 il Pime non vuole rinunciare a dire la sua: con la Provincia di Milano infatti ha avviato «un progetto di sensibilizzazione su diversi temi», dice Andrea Zaniboni, «dall’acqua all’energia per la vita, dallo sviluppo sostenibile al cibo come alimento e occasione di relazione». Inoltre a Sotto il Monte (Bg), città natale di papa Giovanni XXIII, grazie alla Fondazione Cariplo, nascerà un museo multimediale per far conoscere alle giovani generazioni la figura del grande Pontefice e i suoi messaggi di «pace e di dialogo».

Forse non tutti sanno che in via Mosè Bianchi 94, presso il Centro Pime, esiste da un secolo anche il Museo “Popoli e culture”, riconosciuto dalla Regione Lombardia, che raccoglie collezioni extraeuropee. «È nato per la tutela del patrimonio storico portato in Italia dai missionari», dice Paola Rampoldi. «Il museo non è autoreferenziale, ma ha un ruolo sociale e aperto alla cittadinanza, vuole essere una presenza forte e significativa sul territorio». Ogni anno vi passano 10 mila visitatori scegliendo tra le proposte: didattica (laboratori, visite guidate, mostre temporanee), attività per la famiglie, progetti interculturali (luogo di incontro e socializzazione).

Infine c’è il grande tema della solidarietà, a cominciare dalle “adozioni a distanza” nate negli anni Sessanta grazie all’intuizione dei missionari del Pime di allora. Oggi sono 20 mila le adozioni in corso per sostenere 90 progetti nei quattro continenti, ma dal 2003 ne sono stati realizzati 400. Oltre a sostenere l’istruzione dei ragazzi e dei giovani, attualmente una parte dei contributi va per l’assistenza ai disabili e per la formazione dei seminaristi. In questo momento sono 30 i progetti aperti nell’ambito della pastorale, istruzione, sanità, sviluppo sociale e mezzi di comunicazione. «Scopo dell’Ufficio aiuto missioni», ha detto Fabrizio Carabelli, «non è solo la raccolta fondi, ma anche di creare un “ponte” con amici, sostenitori e tutti coloro che sono interessati alla realtà missionaria». Il Pime, che tiene alla trasparenza, oltre a pubblicare il bilancio economico redige anche il bilancio sociale, che rappresenta il valore aggiunto di tutte le attività del Centro; inoltre ha lanciato l’iniziativa “Segui il tuo euro” come sistema di tracciabilità on line «per seguire la donazione dal momento del versamento fino alla destinazione prescelta».

Tra le iniziative promosse dal Pime non si può dimenticare la Fiera equo solidale (a maggio) che attira in tre giorni 25-30 mila persone. Ma intorno al Centro missionario e alle sue attività si muove davvero un mondo, si parla di 400 mila contatti (100 mila solo in database) tra amici, sostenitori, visitatori, abbonati, ragazzi e simpatizzanti.