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Lecco

«Il riposo festivo
fa ritrovare noi stessi»

Al Caleotto l’Arcivescovo è tornato su un tema di estrema attualità: «Non sembra opportuno aprire in modo indiscriminato e totale tutti i negozi la domenica, perché sacrifica un valore che è molto elevato. Troviamo altre forme e altri modi»

di Marcello VILLANI

19 Marzo 2012

Recuperiamo il valore del giorno di riposo, per valorizzare la famiglia e cercare la presenza di Dio: questo il forte messaggio lanciato dall’Arcivescovo durante l’omelia di ieri a Lecco, dove il cardinale Angelo Scola si è recato in visita per consacrare la chiesa dedicata a San Giuseppe nel quartiere del Caleotto. Una grande festa per la comunità parrocchiale “Madonna alla Rovinata”: i fedeli del quartiere centrale di Lecco attendevano infatti da ben 61 anni la consacrazione di questa chiesa, realizzata in stile moderno.

L’edificio religioso di via Baracca è stato costruito già nel 1949 dall’architetto Carlo Wilhelm, con gli affreschi del pittore Orlando Sora, tra cui la discussa Crocefissione di Cristo affiancata dalla raffigurazione dei vizi e delle virtù. E proprio davanti a questa opera il cardinale Ildefonso Shuster si sarebbe rifiutato di celebrare il rito di dedicazione che svoltosi ieri. Scola ha ricordato di avere visitato più volte questa chiesa in gioventù e di giudicarla «una delle chiese meglio riuscite nel dopoguerra non soltanto a Lecco e in Lombardia, ma nel panorama nazionale».

La comunità si è dunque stretta intorno al proprio pastore che, originario di Malgrate, non ha mancato di sottolineare come qui «ritorno sempre a casa». È stata la seconda visita pastorale dell’arcivescovo a Lecco, dopo la prima avvenuta in ottobre. La dedicazione ha seguito tutto il rito solenne: la presentazione delle chiavi all’Arcivescovo, la benedizione dell’acqua, l’aspersione dei fedeli, delle pareti e dell’altare, l’inaugurazione dell’ambone, il canto delle litanie dei santi, la deposizione nell’altare delle reliquie di sant’Ambrogio, dei santi Gervaso, Protaso e Luigi Guanella e del beato Cardinale Schuster, la recita della preghiera di dedicazione, l’unzione dell’altare e delle dodici croci poste alle pareti con il sacro crisma, l’incensazione dell’altare e del popolo, la copertura dell’altare e l’illuminazione dell’altare e della chiesa.

Intorno a Scola, tutto il clero lecchese, ma anche autorità civili, tra cui il sindaco Virginio Brivio e il dottor Andrea Atanasio della Questura. E proprio commentando il Vangelo del “cieco nato”, il Cardinale ha voluto dare rilievo ad alcuni temi scottanti e di grande attualità della vita cristiana, tra cui l’importanza del giorno di riposo.«Il cieco nato – ha sottolineato Scola – ci insegna che l’uomo aperto al dono di Dio passa dalle tenebre alla luce, ma allo stesso tempo è attaccato alla realtà dei fatti. Il cristiano è uomo che ha intelligenza dell’esperienza, della realtà, grazie a una fede autenticamente vissuta, come quella che si esprime nell’amore familiare e coniugale».

Dalla famiglia la riflessione si è spostata sul lavoro: «Che senso ha che i genitori abbiano ciascuno un giorno di riposo diverso, e diverso da quello dei figli? Non si può sacrificare il riposo domenicale a spese del recupero della presenza di Dio nell’eucarestia domenicale, a spese della famiglia e della vita comunitaria. Il rischio è quello di cadere dell’oblio, della dimenticanza, del lasciar andare la presenza di Dio fuori dalla nostra visuale, come se non fosse il centro della nostra giornata». Purtroppo «anche i cristiani, pur correttamente orientati, a volte sono confusi sui fondamentali della vita, sul centro vero dell’amore, sul senso della giustizia, sulla condivisione dei bisogni di tutti, a partire da quelli dei più poveri e deboli, sul desiderio di costruire una società giusta».