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7 maggio

L’8×1000 arriva in periferia

Domenica 5 la Giornata nazionale di promozione del sostegno alla Chiesa cattolica. Due giorni dopo, a Monluè, presentazione di due progetti realizzati proprio grazie a questi contributi

di Massimo PAVANELLO Incaricato diocesano Sovvenire

28 Aprile 2013

Raggiungete le periferie del mondo, ha esortato recentemente Papa Francesco. Forse non tutti gli italiani sono arrivati così lontano, ma senz’altro l’8×1000 di quelli che hanno firmato per la Chiesa cattolica ha già oltrepassato diverse mura, raggiungendo le “tangenziali” delle città. A volte sono perimetri in senso figurato, a volte lo sono in senso stretto. Come a Milano, per esempio. Dove due progetti sostenuti dai fondi 8×1000 trovano stanza proprio sul tracciato delle tangenziali: la Grangia per i rifugiati e i richiedenti asilo a Monluè; la Scuola popolare “I care” al quartiere Gratosoglio di Milano. Entrambe le esperienze sono state concentrate in alcuni clip che stanno scorrendo in queste settimane sugli schermi televisivi, insieme agli spot di altre realtà supportate da questo specifico gettito.

La presentazione delle due realtà citate – oltre all’intero materiale pubblicitario che circola non solo in tv, ma anche con un approfondimento sul web nella sezione “Zero Like” – avrà luogo martedì 7 maggio, proprio alla Cascina Monluè, in prossimità a domenica 5 maggio, giorno dedicato, a livello nazionale, al tema del Sovvenire alle necessità della Chiesa cattolica.

L’obiettivo prossimo della Giornata è quello di sollecitare la partecipazione alla firma in questo tempo di presentazione della denuncia dei redditi. «La Chiesa cattolica infatti – ricorda Matteo Calabresi, del Servizio promozione Cei per il sostegno economico alla Chiesa – si affida alla libera scelta dei cittadini, da riconfermare ogni anno, per proseguire la sua opera di pastorale, di sostentamento dei sacerdoti diocesani e di progetti caritativi sul territorio». Lo scopo remoto della sollecitazione nazionale, ancor più importante, è però quello di rendere ragione di ciò che la Chiesa fa attraverso l’8×1000, continua Calabresi, «al servizio del Paese, dei più fragili ed esposti alla crisi economica, a cui è necessario ridare speranza e risorse per ripartire. Insieme all’impegno di promozione umana esteso anche alle Nazioni in via di sviluppo, dove la recessione globale ha aumentato insicurezza e disuguaglianze».

Una presa di coscienza necessaria ancor più dopo la fresca indagine – presentata al convegno degli incaricati diocesani del Sovvenire ad Abano Terme – dalla quale emerge che gli italiani (complessivamente considerati) e i praticanti (come dato scorporato) sono disinformati quasi allo stesso modo sul binomio Chiesa/soldi, sul regime fiscale italiano, sui reali bisogni ecclesiali e sulle concrete destinazioni dei fondi. Il 42% degli italiani e il 40% dei praticanti pensa ancora, per esempio, che i preti siano mantenuti dal Vaticano! Tutto ciò nonostante la capillare presenza delle opere ecclesiali, quindi vicino all’esperienza diretta di ciascuno.

L’ha ben raccontato nel suo recentissimo libro L’impegno (Rubbettino), Giuseppe Rusconi. Il testo, tra l’altro, mostra come lo Stato – grazie al contributo ecclesiale attraverso le mense caritative, le scuole paritarie, la formazione professionale, i beni culturali, i fondi di solidarietà, ecc – risparmi annualmente 11 miliardi di euro, a fronte di 1 miliardo erogato alla Chiesa cattolica attraverso l’8×1000. Di questo miliardo, sono tornati alla Diocesi ambrosiana lo scorso anno circa 13 milioni, di cui 7 devoluti alla pastorale e all’edilizia di culto e 6 agli interventi caritativi. Oltre ai circa 20 milioni, gestiti dall’Idsc, utilizzati per l’integrazione della remunerazione dei preti.

Già da queste semplici informazioni risulta evidente come la partecipazione dei fedeli anche al sostegno economico, segno e frutto di una consapevole corresponsabilità ecclesiale, concorra a far crescere la grazia e l’esperienza della comunione.

Info: www.sovvenire.it