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Milano

La missione del Pastore buono: trovare le strade per annunciare il Vangelo

In Curia l’Arcivescovo ha presieduto il rito per l’immissione in ufficio di due nuovi parroci: da lui l’incoraggiamento a vivere con speranza e senza paura il tempo presente e il futuro

di Annamaria Braccini

8 Novembre 2018

«Viviamo il desiderio di aprirci al futuro e di guardare avanti con fiducia per orientare il cammino del popolo di Dio». Richiamando i due Sinodi appena conclusisi – quello dedicato dai Vescovi di tutto il mondo a “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale” e quello diocesano minore sulla “Chiesa dalle Genti” -, l’Arcivescovo avvia la sua riflessione rivolta ai due sacerdoti che, con la celebrazione della Parola per l’immissione nell’ufficio di parroco e per l’avvio ufficiale di una Comunità pastorale – prestano il loro giuramento nella Cappella arcivescovile. Don Daniele Caspani, tornato da poco dal Brasile, assume l’incarico di parroco della Natività di Maria Vergine a Pozzuolo Martesana (Zona VI), mentre don Cesare Zuccato diviene responsabile della Comunità pastorale Maria Madre della Speranza in Azzate, che riunisce anche Brunello e Buguggiate (Zona II). 

Le letture precedono la breve omelia di monsignor Delpini: «Il Sinodo sui giovani ha ribadito ciò che nelle nostra comunità vi è sempre stato, ossia che la Chiesa si interessa dei giovani, non tanto per reclutare personale o per farli diventare un mercato, ma perché trovino la strada verso la felicità. Sono tanti gli oratori e le forme di catechesi che testimoniano tutto questo, ma sono anche tanti i giovani che non cercano nella comunità cristiana il contesto in cui trovare il senso della loro vita. Quindi questo Sinodo deve mettere in noi un poco di inquietudine, perché sentiamo la responsabilità di trovare le strade per annunciare il Vangelo. Questa è la missione del Pastore buono», aggiunge Delpini in rifermento alla lettura Giovanni al capitolo 10, peculiare del rito.

C’è poi il Sinodo diocesano: «Anche la nostra assise guarda al futuro interrogandosi su quale volto di Chiesa dobbiamo costruire e promuovere perché – pur nelle differenze del territorio della nostra grande Diocesi – essa sia veramente cattolica, facendo in modo che tutti si sentano figli chiamati a partecipare all’unica Eucaristia, alla stessa Parola di vita e a condividere la stessa pratica della carità». In questo senso – nota ancora l’Arcivescovo – il fatto che don Caspani e don Claudio Scaltritti (che, come viceparroco con don Alberto Tedesco, accompagna il parroco don Zuccato), siano sacerdoti fidei donum è «una ricchezza che occorre valorizzare». «Il Sinodo è propiziatorio di un futuro da guardare con speranza, senza aver paura del tempo che viviamo e sentendo la fierezza di affrontare le nuove sfide che si pongono. Che il Signore ci aiuti tutti ad avere questa fiducia in ogni momento».

Infine la Professione di fede, il giuramento di fedeltà nell’assumere l’ufficio da esercitare a nome della Chiesa – nel quale i parroci e responsabili di Comunità pastorali pongono le mani sul Vangelo, invocando l’aiuto del Signore – e la lettura del decreto di immissione in possesso, come previsto dal Diritto canonico.