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Gallaratese

L’attesa dell’Arcivescovo
tra memoria e affetto

«La visita di Giovanni Paolo II è viva nella memoria della gente - afferma il decano don Riccardo Festa -, l’arrivo del cardinale Scola sarà un’occasione per trovarci tutti insieme»

di Luisa BOVE

26 Maggio 2013

Quest’anno la processione del Corpus Domini si terrà al quartiere Gallaratese, un luogo caro alla memoria di tanti milanesi. Sono passati trent’anni da quando Giovanni Paolo II celebrava davanti alla chiesa Regina Pacis con una folla di fedeli la Messa conclusiva del 20° Congresso eucaristico nazionale. «Un evento che è rimasto molto vivo nella memoria del quartiere e apprezzato dalla gente come gesto di attenzione – assicura don Riccardo Festa, responsabile della Comunità pastorale e decano -. Allora era chiamato “quartiere dormitorio”, con molti disagi e pochi negozi, non esisteva ancora il centro commerciale. Qui Celentano aveva cantato “dove c’era l’erba ora c’è una città” e si era fatto riprendere con i palazzi in costruzione alle spalle. C’erano poche strade e tante sterpaglie. Sul piazzale dove il Papa ha celebrato l’Eucaristia, quindici giorni prima erano arrivate le ruspe a spianare e rullare, poi ricordo una pioggia torrenziale».

E oggi come si presenta il Quartiere Gallaratese?
Ordinato, con tanto verde e nuovi giardini curati. Il centro commerciale viene utilizzato come se fosse la piazza centrale del paese, come un corso con i negozi, frequentato da molti anziani e bambini. Anagraficamente oggi ci sono più anziani rispetto ad allora, negli anni Settanta in una parrocchia si facevano anche 180 cresime, negli anni Ottanta solo 12 battesimi. Adesso stanno arrivando nuove coppie e il quartiere si sta rigenerando.

Anche la comunità cristiana è cambiata tanto…
Ora abbiamo la Comunità pastorale che comprende quattro parrocchie (Maria Regina Pacis, San Giovanni Battista in Trenno, San Leonardo da Porto Maurizio e Santi Martiri Anauniesi) e cinque preti. Poi ci sono altre due parrocchie, Sant’Ilario e San Romano. Il territorio del decanato è abbastanza omogeneo, siamo distanti dagli altri quartieri e i ragazzi frequentano quasi tutti le stesse scuole, quindi c’è comunicazione tra le varie parrocchie e una buona collaborazione con tutte. Il quartiere conta circa 40 mila abitanti e le parrocchie nell’insieme sono vivaci, anche a livello giovanile ci sono tante attività organizzate e gli oratori sono frequentati.

Le parrocchie come hanno accolto la notizia dell’arrivo dell’Arcivescovo in quartiere per la processione del Corpus Domini?
Noi stavamo già rievocando la presenza nel 1983 del Papa e di Madre Teresa di Calcutta, anche attraverso le parole di don Leandro Bianchi, il parroco di Regina Pacis morto prematuramente pochi mesi dopo. In chiesa abbiamo anche allestito una mostra fotografica di Silvano Vighi sulla visita di Giovanni Paolo II con scatti in quartiere. C’ero anch’io (come seminarista) quando è venuto il Papa e ricordo quegli spazi e quei luoghi con tanta gente: oggi li rivedo in modo nuovo e particolare. Dopo Pasqua è giunta la notizia che ci sarebbe stata la processione del Corpus Domini al Gallaratese e ci ha fatto ancora più piacere. L’arrivo dell’Arcivescovo sarà per noi l’occasione di trovarci tutti insieme, perché spesso la vita delle nostre parrocchie è fatta di tanti piccoli eventi quotidiani. È raro che si faccia festa tutti insieme in quartiere. La presenza del cardinale Scola vogliamo che sia un evento anche affettivo per i nostri ragazzi e per tutta la gente del quartiere, a partire dalle nostre chiese.