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Turchia

«L’ecumenismo non è politica,
nasce dalla fede»

Il saluto del cardinale Scola a Bartolomeo I all’arrivo a Istanbul. Nel pomeriggio l’Arcivescovo e il Patriarca hanno partecipato alla presentazione dell’edizione turca delle catechesi paoline di Benedetto XVI

31 Gennaio 2014

«Siamo qui con il desiderio di compiere un ulteriore piccolo passo nel necessario cammino verso l’unificazione piena tra tutti i cristiani. Questa unità, ne siamo ben consapevoli, non può essere che il frutto sovrabbondante della grazia del Risorto. È Lui a prendere sempre l’iniziativa». Con queste parole l’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, ha salutato oggi a Istanbul al Fanar, sede del patriarcato ortodosso, il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. L’incontro ricambia la visita di Bartolomeo a Milano, avvenuta il 14 e 15 maggio 2013 in occasione delle celebrazioni dei 1700 anni dalla firma dell’Editto di Milano, con cui l’imperatore Costantino, fondatore della città sul Bosforo, riconobbe la libertà religiosa.

«Vogliamo esprimere la nostra vicinanza e il nostro sostegno perché si ristabilisca pienamente la libertà della Chiesa nelle vostre terre – ha proseguito il cardinale Scola riferendosi alla difficile situazione dei cristiani in Turchia -. Non esiste, infatti, libertà religiosa laddove essa non venga riconosciuta a tutti e a ciascuno. Sebbene le situazioni in Oriente e in Occidente siano diverse – e differenti pertanto anche i problemi cui far fronte – l’azione a favore della piena libertà religiosa ci trova uniti in modo deciso. Un’importante mescolanza di etnie, culture e religioni caratterizza la vita quotidiana delle nostre città. I popoli e le nazioni sono pertanto chiamati a imparare e ad approfondire il bene pratico dell’essere insieme. A questo compito comune a tutta la famiglia umana le nostre Chiese possono offrire un prezioso contributo. A questo impegno in favore della libertà religiosa e della ricerca del bene comune nelle nostre società appartengono a pieno titolo le attività di collaborazione tra il Patriarcato Ecumenico, le Chiese Ortodosse e la Chiesa Cattolica».

Da qui l’impegno concreto annunciato a Istambul dal cardinale Scola: «In questo contesto si vuol umilmente inserire il contributo della Chiesa milanese che ha in Sant’Ambrogio il suo patrono. Penso alla fattiva cooperazione nell’attenzione pastorale ai fedeli ortodossi presenti nella nostra diocesi. Mi riferisco anche al sostegno alla formazione e alla diffusione del pensiero teologico. Non mancheremo, Santità, di far incrementare tale collaborazione e aprire la nostra porta per nuove iniziative».

Dopo questo primo incontro il cardinale Scola e Bartolomeo sono intervenuti alla presentazione del libro Papa XVI Benedikt, Aziz Pavlus (edizione Fondazione Internazionale Oasis) traduzione in turco di 20 catechesi che Benedetto XVI dedicò a San Paolo durante l’anno paolino 2008-2009. L’iniziativa è stata organizzata dalla Fondazione internazionale Oasis e dalla Conferenza episcopale turca e ha visto l’intervento inoltre di monsignor Louis Pelâtre (vicario apostolico di Istanbul), Niyazi Öktem (professore di Filosofia del diritto all’Università Dogus e Fatih di Istanbul) ed Erendiz Özbayoglu (docente emerito di Lingue e letteratura latina all’Università di Istanbul).

«La prima preoccupazione dell’ecumenismo non è politica, accordare le voci per farsi sentire meglio, ma teologica: la ricerca dell’unità tra i cristiani scaturisce dalla fede stessa», ha detto Scola nel suo intervento. Il cammino di unificazione piena tra tutti i cristiani «è uno scambio di doni, non la ricerca di un’alleanza strategica», o un modo «per rivendicare meglio e con più forza alcuni diritti», ha spiegato il Cardinale ribadendo che proprio «questa sottolineatura toglie anche ogni ombra di sospetto che i non cristiani – nel nostro caso i nostri amici musulmani – potrebbero nutrire circa lo scopo della nostra attività».

Riferendosi alla figura di San Paolo, il Cardinale ha sottolineato che «i cristiani di tutte le confessioni (più di un miliardo di fedeli) sono concordi nel riconoscere in Paolo una figura centrale per la loro fede», per cui «chiunque voglia conoscere il Cristianesimo dovrà fare i conti con i suoi scritti». Ma San Paolo non è essenziale solo per i cristiani. Non si può fare a meno di San Paolo «neppure se voglio capire la filosofia occidentale, la storia occidentale, l’arte occidentale o addirittura la sua politica», ha spiegato il Cardinale. Tuttavia «se la figura di San Paolo è una sorgente permanente d’ispirazione a cui tutti i cristiani, cattolici, ortodossi ed evangelici, possono continuamente attingere, occorre anche riconoscere con realismo – ha detto il Cardinale – che essa è invece un motivo di divergenza nel rapporto con i musulmani. Molti di essi guardano con sospetto all’operato di Saulo, non di rado accusato di un radicale travisamento del primitivo annuncio cristiano». Proprio però «un confronto serio» con Paolo «potrebbe essere molto utile per il dibattito in corso nell’Islam». «Paolo è stato il primo grande teorizzatore della distinzione tra lettera e spirito di un testo» e proprio «una coppia analoga di concetti è stata sviluppata anche dall’esegesi islamica del Corano e secondo molti pensatori musulmani contemporanei, essa è fondamentale per poter coniugare fino in fondo l’Islam con la modernità».

La visita del Cardinale in Turchia suggella le iniziative della diocesi di Milano per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18 al 25 gennaio). I prossimi appuntamenti del programma in Turchia saranno, sabato 1 febbraio, la vista del cardinale Scola alla Facoltà teologica sull’isola di Calchi, domenica 2 febbraio la partecipazione del Cardinale alla Divina liturgia della Presentazione al Tempio.

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Benedetto XVI

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di Benedetto XVI in lingua turca

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