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26 novembre

Meda, 500 euro per «Diamo lavoro» dai nati nel 1951

Alla Messa della terza domenica d’Avvento l’Arcivescovo ha invitato i suoi coscritti. Dalla cittadina brianzola arriveranno in cinquanta con una donazione per il Fondo diocesano: «In un giorno di festa non vogliamo lasciare indietro nessuno»

di Nino PISCHETOLA

21 Novembre 2017

Una donazione di 500 euro al Fondo Diamo lavoro della Diocesi di Milano. Non si presenteranno a mani vuote alla celebrazione di domenica 26 novembre in Duomo con l’Arcivescovo i suoi coscritti di Meda, nati come lui nel 1951. «Vivendo in terra brianzola – spiega una di loro, Rina Del Pero -, sappiamo bene quanto sia importante il lavoro, soprattutto per persone che magari, data l’età anagrafica, trovano quasi impossibile il rientro nel mondo produttivo, con conseguente crisi anche psicologica. Tanti, troppi sono i casi di cui abbiamo conoscenza e così, in un giorno di festa, noi del 1951 di Meda non vogliamo, come sempre, “lasciare indietro nessuno”».

Non è una novità, infatti, per gli amici del 1951 di Meda aiutare chi è nel bisogno. Hanno adottato a distanza un ragazzino del Congo segnalato dalla concittadina suora missionaria Marina Riva, contribuendo anche alla costruzione di pozzi d’acqua in Ciad, il mulino, i banchi di scuola in Brasile nella missione di suor Carmelita Amigoni, l’acquisto di due biciclette per le Suore Francescane Angeline, il sostegno economico a un piccolo comune alluvionato in Sardegna e alla scuola per stranieri «Alfabeti» di Milano, una chiesa in Burkina Faso tramite monsignor Massimo Gaio, il restauro dell’organo del locale santuario Santo Crocifisso…

«E ora ci viene proposta questa domenica di condivisione con un “coscritto” illustre – aggiunge la signora Del Pero -: è bastato un niente, ci siamo subito registrati all’evento, per ora siamo in 50, ed è scattata la molla della solidarietà». Naturalmente per i bagaj e le tusann di Meda i momenti di incontro non mancano durante l’anno. Viaggi, gite, cene, pranzi, feste, ogni occasione è buona per ritrovarsi. «Ma soprattutto – sottolinea Rina Del Pero – il nostro motto è “non si festeggia lasciando indietro qualcuno”».

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