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Sant’Eustorgio

Nelle case le cellule di evangelizzazione

Un’esperienza nata in Corea del Sud e poi trapiantata negli Usa,
approdata nel 1988 in zona Porta Ticinese

di Cristina CONTI

3 Gennaio 2014

Si chiamano “Cellule parrocchiali di evangelizzazione” e a Milano sono un’esperienza caratteristica della parrocchia di Sant’Eustorgio in zona Porta Ticinese. Evangelizzare è la chiamata e la missione di ogni cristiano. Anche se spesso lo si dimentica. «Si tratta di piccoli gruppi che si riuniscono nelle case con momenti di preghiera, ascolto, condivisione e confronto. Un modo per far arrivare in maniera diretta l’annuncio del Vangelo e diffonderlo», spiega il parroco don Giorgio Riva.

Questa nuova evangelizzazione mediante le cellule parrocchiali è nata e si è sviluppata a Seoul (Corea del Sud) nella Chiesa pentecostale retta dal pastore Paul Yonggi Cho.

Si è poi trapiantata, con gli opportuni adattamenti, nella parrocchia cattolica di St. Boniface presso Pembroke Pines (Florida, Usa) per iniziativa di un sacerdote irlandese, padre Michael Eivers. E infine, è approdata a Milano, a Sant’Eustorgio, dove, nel 1988, hanno preso vita le prime quattro cellule provvisorie che si sono nel tempo moltiplicate, aumentando di numero. A partire dal 1990 viene anche organizzato ogni anno a Milano un Seminario internazionale.

La cellula è un’unità biologica fondamentale, capace di vita autonoma e di moltiplicarsi nel tempo. Il nome “cellula” è stato scelto appunto perché tutte le parti hanno relazione e dipendenza reciproca ed è costante il riferimento al parroco che attraverso un’apposita struttura concorre allo sviluppo di quel corpo vivo che è la Chiesa.

La “Cellula di evangelizzazione” dunque è un piccolo gruppo, legato da relazioni di “oikos”, cioè di vicinanza (vincoli familiari, di lavoro, di amicizia, di interessi comuni) che si può moltiplicare appena raggiunge una certa dimensione. Ci si riunisce una volta alla settimana nella casa di uno dei suoi membri.

L’incontro dura circa 90 minuti scanditi da momenti di canto e preghiera di lode, condivisione, ascolto e approfondimento dell’insegnamento, preghiera di intercessione. «Qui si portano le fatiche e le gioie della vita e così crescono relazioni “belle” tra le persone», commenta don Riva.

Ogni “Cellula” si innesta nella parrocchia ed è una comunità di mediazione tra le famiglie e la realtà parrocchiale. Il processo di evangelizzazione si svolge in diverse fasi, dal servizio alla condivisione, dall’affidamento o mandato all’ingresso nella “Cellula” e poi nella comunità. La finalità che ci si propone è innanzitutto quella di crescere in intimità con il Signore, nell’amore reciproco, condividere l’insegnamento di Gesù e la propria esperienza cristiana con gli altri, ma anche dare e ricevere sostegno e approfondire la propria identità di fede. «È un’esperienza che sta funzionando molto bene e che ha coagulato anche persone provenienti da altre parrocchie. Certo non tutti i parrocchiani ne fanno parte, agli altri è proposto comunque un impegno più ordinario», precisa don Riva.