Sirio 26-29 marzo 2024
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Triuggio

Per annunciare e testimoniare
Gesù “evangelo dell’umano”

A Villa Sacro Cuore il Consiglio pastorale diocesano ha svolto una articolata e approfondita riflessione per recepire al meglio e declinare in concreto l’iniziativa “Il campo è il mondo” annunciata dall’Arcivescovo

di Claudio MAZZA

17 Giugno 2013

Nella consueta cornice di Villa Sacro Cuore di Triuggio, presente il cardinale Angelo Scola, si è tenuta, dal 15 al 16 giugno, l’undicesima sessione del Consiglio Pastorale Diocesano (Cpd) chiamata a dibattere su una traccia “ Il campo è il mondo: vie da percorrere incontro all’umano”.

Per realizzare “l’evangelo dell’umano”, l’Arcivescovo, in continuità con l’Anno della fede e con quanto detto al clero diocesano nell’incontro in Duomo del 28 maggio scorso, ha esortato i Consiglieri «ad abbattere i bastioni che ancora ci separano dai mondi dell’umana esistenza». Un invito alle parrocchie e alle comunità pastorali, ma anche alle associazioni e ai movimenti ad andare incontro agli uomini e alle donne di oggi, insieme, negli ambienti della vita quotidiana: famiglie, scuole, università, lavoro in tutte le sue forme, luoghi di sofferenza e di emarginazione, cioè l’intera società civile nelle sue diverse manifestazioni. Specificando che i bastioni da abbattere, personali e comunitari, sono quelli che impediscono di uscire dai recinti culturali e di appartenenza, rigidi ed escludenti, per andare sulle strade del mondo e lì annunciare il Vangelo.

La novità di questa tornata consiliare, rispetto alle precedenti, è quella di aver invitato i Consiglieri pastorali di Zona a una riflessione previa – partendo dalle esperienze vissute in ciascun decanato – sull’annuncio di Gesù come “evangelo dell’umano”, focalizzando gli interventi su quattro punti concreti (valorizzare quel che già c’è, come chiamare alla pluriformità nell’unità, quali iniziative comuni per la diocesi e come migliorare l’interazione tra parrocchie e uffici diocesani) da sottoporre poi alla discussione assembleare. Quest’ultima si è poi avvalsa del lavoro di tre gruppi di studio rrivolti a interagire sulla situazione pastorale delle realtà ecclesiali e sulla capacità di testimonianza dei cristiani, sia in ambito sociale, sia negli ambienti di vita.

Una Lectio sulle vie da percorrere

I lavori del Cpd a Triuggio si sono aperti con una lectio introduttiva del professor Fulvio De Giorgi, docente di Storia della pedagogia e dell’educazione presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e membro del Consiglio pastorale della comunità “Crocifisso risorto” di Saronno.

Percorrendo un excursus storico dal secolo scorso a oggi il professor De Giorgi ha delineato come si è passati, in parallelo, da un materialismo teorico e totalitario a un materialismo pratico e, in campo ecclesiale, a una Chiesa non più anagrafica e di tradizione, ma volontaria e di convinzione. La relazione è proseguita, dopo un’attenta lettura di passi evangelici e conciliari, nella proposta di quattro “vie da percorrere”: promuovere uno stile di lavoro “fianco a fianco”, rovesciando le asimmetrie ereditarie («non più una chiesa clero-centrica e neppure laico-centrica o maschio-centrica, ma con al centro il Signore presente nel povero»); evangelizzare utilizzando solo le vie e i mezzi propri del Vangelo; amare e rispettare la laicità e perciò farla fiorire; promuovere una visita missionaria che si dipani dalle chiese alle case. [Per una completa fruizione della Lectio si rimanda al testo integrale]

I lavori nei Consigli di Zona

Dai lavori che si sono sviluppati nelle sette Zone pastorali sono emerse molte indicazioni, di metodo e pratiche, rispetto alle quattro piste di cui si è accennato:

1. Valorizzazione di quel che già c’è. Occorre valorizzare tutte quelle esperienze, percorsi e iniziative già orientate a percorrere le vie dell’umano. Gli esempi formulati sono numerosi: gruppi Caritas, corsi fidanzati, gruppi familiari, gruppi di ascolto, l’oratorio e le domeniche insieme, i percorsi di iniziazione cristiana, la visita delle famiglie, momenti comunitari di festa… Ma anche iniziative sul fronte dell’attenzione sociale, educativa e culturale (consultori familiari, scuole d’ispirazione cristiana, opere socio-sanitarie, associazioni sportive e professionali). Sono emerse tuttavia altre attenzioni e proposte, quali: rilanciare il ruolo dell’Azione cattolica e la formazione dei laici; la ripresa della Carta di comunione per la missione; la valorizzazione dei carismi e delle competenze presenti sul territorio.

2. Pluriformità nell’unità. In ordine all’annuncio del Vangelo, non si può certo sottovalutare il concorso offerto da associazioni, movimenti e gruppi. Ciascuno è portatore di carismi e impegno ecclesiale nel mondo della scuola, della cultura, della politica e del sociale. Purtroppo, a volte, manca il loro collegamento e l’integrazione non tanto a livello di diocesi o di Consiglio pastorale diocesano, quanto con le comunità parrocchiali; l’integrazione diventa però possibile laddove tutti insieme ci si sente partecipi di un unitario progetto di pastorale ordinaria. La celebrazione eucaristica domenicale diventa il momento di questa comunione e la spinta per un rinnovato impegno evangelizzatore. Occorre, però, che si sviluppi una maggiore sensibilità ecclesiale legata all’appartenenza alla Chiesa locale. Le esperienze di azioni comuni non mancano, ma la comunità cristiana dovrà inserirle armonicamente nel proprio cammino pastorale.

3. Iniziative comuni a tutta la diocesi. Dai Consiglieri si sono auspicate visite dell’Arcivescovo, almeno a livello zonale, in momenti e luoghi che hanno la capacità di far convergere unitariamente sul territorio più ambiti di vita. È stata anche avanzata la proposta di un messaggio mensile di preghiera o di riflessione per la diocesi. Sono state ricordate positivamente le celebrazioni zonali della Via Crucis come veri momenti di popolo. Al fine però di evitare la centralizzazione delle iniziative, si sono auspicati incontri unitari del Vicario di zona sia con le realtà ecclesiali, che con confronti aperti sul tema del lavoro, della scuola, della cittadinanza. I Consiglieri si sono poi interrogati sulla natura missionaria delle nostre comunità e sul bisogno di recuperare la categoria del racconto e dell’esperienza, della testimonianza e della credibilità della fede, all’interno di un condiviso progetto di evangelizzazione. In tutti gli ambiti della vita. Pertanto gli spazi della missione andrebbero ripensati in rapporto al mondo, alla società, alle nuove sfide della fede e della vita.

4. Attività degli Uffici diocesani. Gli uffici centrali dovrebbero funzionare da facilitatori per una proficua realizzazione delle iniziative diocesane nella direzione dell’accompagnamento delle comunità e dei diversi soggetti nell’approfondire tematiche particolari in rapporto soprattutto con gli ambiti di vita. Le frequenti visite del Vicario di Zona alle parrocchie sono una modalità efficace di collegamento tra centro e periferia e, soprattutto, sono un valore aggiunto per una condivisa e sinergica elaborazione pastorale ordinaria sul territorio. [Per approfondire si rimanda al testo della sintesi]

Osservazioni e proposte dei lavori di gruppo

Nel pomeriggio di sabato 15 giugno i Consiglieri si sono raccolti in gruppi di lavoro per discernere sulla pastorale dell’accoglienza e sullo stile della missione. In particolare:

1. Situazione pastorale delle realtà ecclesiali. Di fatto, le parrocchie e le realtà di base sono già molto a contatto con la gente anche se non sempre con la consapevolezza di avere tra mani un tesoro di relazioni. È importante che la parrocchia come istituzione sappia stabilire in modo aperto legami significativi con altri soggetti che abitano e curano il territorio. La stessa Gaudium et Spes ci invita a guardare con simpatia il mondo. Verso queste realtà è importante lo stile dell’ascolto, la capacità di dialogo, l’offerta semplice della testimonianza di fede. Da più voci si è sottolineando che l’elemento che fa la differenza e pone in evidenza un contributo specifico della Chiesa è quello dettato dalla fede che fa approfondire il senso delle azioni sociali e di solidarietà e che tiene vivo il senso delle domande e delle questioni fondamentali.

2. Testimonianza in ambito sociale. È importante osservare il territorio per capire quali sono i bisogni e quali forze possono essere messe in campo. Infatti, quanto più si intercettano le reali esigenze, tanto più l’azione pastorale diviene efficace. Tutta la comunità ecclesiale deve percorrere le vie dell’umano, ma ciò non vuol dire che debba assumere direttamente la realizzazione di iniziative di impegno nella città. La strada corretta non sempre è quella di porsi, a fianco di altri, come dispensatori di servizi (la Chiesa non è un’agenzia sociale), ma è quella della condivisone e della cura delle relazioni, per trasformare nel dialogo interpersonale il bisogno nel desiderio di un senso per la propria vita, annunciando e testimoniando Gesù Cristo come l’evangelo dell’umano. Previamente occorre però un atteggiamento di ascolto, condivisione e compassione, con le donne e gli uomini che con noi vivono la città. L’importanza della relazione, della condivisione, dell’apertura emerge ancora di più in ambito giovanile.

3. Testimonianza negli ambiti di vita. Per superare il dualismo tra pastorale ordinaria e pastorale d’ambiente occorre avere meno ansia organizzativa per dare più spazio a occasioni di incontro e comunione in un’ottica di condivisione e di corresponsabilità (“fare meno, per fare meglio e… insieme”). Nelle parrocchie non è più possibile realizzare una pastorale che non tenga conto degli ambiti di vita. Una progettazione pastorale dovrebbe essere preceduta da momenti di ascolto che poi convergono nel lavoro di discernimento e di programmazione proprio dei consigli pastorali. Per intercettare i vissuti umani, la pastorale non può più pensarsi accentrata e uniforme, incentrata solo sulla convocazione a iniziative parrocchiali, spesso non rispettose dei tempi di vita concreta delle persone e delle famiglie. Pare realmente feconda la prospettiva di camminare “dalle chiese alle case”. tenendo conto della vita delle persone negli ambiti dell’affettività, della fragilità, della festa e lavoro, dell’educazione, della cittadinanza. [Per approfondire si rimanda al testo della sintesi]