Sirio 26-29 marzo 2024
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Intervista

«Per una nuova qualità nella missione dei laici»

Il preside don Alberto Cozzi parla dei 50 anni dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose - nato da un'intuizione dell'arcivescovo Montini e dall'opera di monsignor Guzzetti - e della realtà odierna

Luisa BOVE

29 Novembre 2011

In occasione dell’apertura del nuovo anno accademico di domani, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose ricorda i suoi 50 anni di fondazione. Si deve a monsignor Giovanni Battista Guzzetti, grande teologo del Seminario di Milano, l’aver fondato lo storico Istituto, nato da un’intuizione dell’allora arcivescovo Montini. «Nel contesto del rinnovamento della Chiesa di quello che poi sarebbe stato il Concilio Vaticano II», dice l’attuale preside don Alberto Cozzi, «si sentiva l’esigenza di riqualificare la fede dei laici pensando a nuove forme di apostolato e di presenza nella società. Per fare questo si era chiesta una trasformazione della Scuola di teologia per le religiose oltre che di alcune associazioni per la formazione dei laici».

Che cosa significa festeggiare oggi 50 anni di attività?
Significa riprendere questa intuizione della trasformazione di istituzioni formative in vista di una nuova qualità della missione dei laici. Ma si individuano subito le due anime dell’Istituto: la formazione delle religiose in un mondo che cambia (per cui devono mutare anche le loro forme di apostolato) e la formazione dei laici per una cultura cristiana all’altezza della sfida dei tempi.

Da mezzo secolo l’Istituto è quindi al servizio di fede e cultura…
In 50 anni il rapporto tra fede e cultura è cambiato notevolmente perché mutano le forme culturali. L’Istituto stesso quindi si preoccupa di attivare continuamente la capacità della fede di interpretare la cultura e di rileggere le ragioni del credere all’interno dei fenomeni culturali. Quando si pensa al rapporto fede e cultura, a volte polemico e a volte più riconciliato, bisogna definire i vari ambiti, che sono quelli dell’insegnamento della religione, quello ministeriale-pastorale e quello della formazione dei religiosi che hanno un certo tipo di vocazione di servizio.

Chi sono oggi i frequentatori dei vostri corsi?
Innanzitutto ci sono gli insegnanti di religione, che hanno avuto un discreto aumento in questi anni anche per la collaborazione con il Servizio Irc della diocesi che tende a riqualificare i laici nel contesto del “Processo di Bologna” (riforma dei sistemi di istruzione superiore, ndr). Inoltre abbiamo la presenza non irrilevante in diocesi dei candidati al diaconato permanente, figure ministeriali nuove che chiedono di elaborare una certa competenza, un certo modo di presenza e di servizio nella Chiesa. Rimane l’ultimo ambito rappresentato dagli uditori di varia provenienza: dai catechisti, che vogliono approfondire e conoscere meglio la fede, ai semplici uditori. Si tratta di persone che, arrivate in pensione, vogliono ritrovare le ragioni della fede e darsi spazio per questo approfondimento: per l’Istituto costituiscono una ricchezza, sia di umanità che di curiosità intellettuale. Abbiamo un centinaio di alunni ordinari, ma il numero di uditori dilata fino a 900 il numero di iscritti.

In questi anni sta crescendo nei laici l’interesse per la teologia, la Sacra Scrittura, l’etica…?
In realtà non è mai diminuito, anche se a volte ha assunto forme diverse. Sicuramente l’ambito che raccoglie maggior interesse è quello degli studi biblici, che spesso rivela anche il desiderio di una lettura spirituale delle Scritture, da lì poi si aprono altri ambiti: dalla teologia cristiana in generale alla dottrina, dalle questioni etiche alla Chiesa. Poi c’è una fascia di uditori più attenti all’aspetto culturale: sono molto sensibili ai temi del pluralismo, al modo di ripensare la fede e al confronto con le altre esperienze religiose. All’Istituto arrivano anche molte persone dal Movimento carismatico con domande sull’azione dello Spirito e da gruppi catecumenali che desiderano conoscere la dottrina della fede, la Trinità, Gesù Cristo…

E rispetto ai giovani che cosa mi può dire?
Da parte dei giovani c’è una grande sensibilità per l’interdisciplinarietà, sia sulle religioni e ancora di più per una fede che “si vede”, che ha prodotto il bello diventando occasione di approfondimento. Tra loro ha molto successo il dialogo tra la fede e le forme della cultura come l’arte, la poesia, l’iconografia… questo dice che la mediazione estetica della fede rimane è un fronte di grande interesse.

Corsi di formazione per docenti di religione

Da ottobre e per tutto l’anno accademico 2011-12 l’Istituto organizza corsi di formazione riconosciuti per docenti di religione cattolica in servizio nella scuola pubblica e comunque aperti a tutti. Si tengono di solito il sabato mattina e sono di argomenti vari.

Il prossimo, a partire dal 14 gennaio, sarà “La Commedia di Dante. Visione mistica, disegno teologico, itinerario spirituale” tenuto da Pierluigi Lia. Dante infatti «non è solo un maestro che condivide la passione primaria per il Dio di Gesù Cristo, ma fu anche un mistico».

Poi sarà la volta di “Teologia e spiritualità del matrimonio nella Bibbia” con Francesca Dossi, responsabile Servizio diocesano per la Famiglia. Un corso non solo per operatori pastorali, animatori di gruppi familiari o di fidanzati, ma anche per chi sente «la curiosità di un “ripasso” ragionato e attualizzato» su quanto già acquisito nella vita.

Non manca il tema darwiniano, «spesso oscuro o ridotto a slogan», con un corso intitolato “L’evoluzione: fatti, teorie e interpretazioni filosofiche” con Paolo Fontana. Per gli appassionati di Sacra Scrittura c’è “Figure bibliche nella cultura europea”, coordinato da Anna Bianchi, a cui si aggiunge “Teresa di Gesù Bambino e la scienza dell’amore”, coordinato da Antonio Montanari, ma tenuto da Dora Castenetto, Giuseppe Como, Ezio Bolis e Marco Ballarini.

Poi c’è “L’itinerario di iniziazione cristiana: Battesimo, Cresima, Eucaristia”, a due voci (Pierpaolo Caspani e Paolo Sartor) e, come ulteriore approfondimento biblico, “La lettera ai Romani” tenuto da Giovanni Giavini da marzo a maggio. Per finire, “L’iconostasi come tramite dell’eternità nel tempo. Percorsi storici, teorici e iconografici” con Emanuela Fogliadini.

Iscrizioni presso la segreteria (via Cavalieri del S. Sepolcro 3), da mercoledì a sabato, dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17.30.

Info: tel. 02.86318503 – issr.milano@tin.it – www.chiesadimilano.it/issr