Sirio 26-29 marzo 2024
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Apostolato biblico

Pregare il Salterio in tempo d’esilio

Ispirata alla vicenda del popolo d’Israele in Babilonia, ecco la proposta di vivere questa Quaresima condizionata dall’emergenza raccogliendosi in meditazione sui 15 Salmi delle ascensioni (120-134): ogni giorno disponibili il testo e la registrazione audio

di don Matteo CRIMELLA

20 Marzo 2020

In questi giorni noi cristiani siamo sottoposti a un forzato digiuno eucaristico. Spentisi i fuochi di paglia delle pretestuose polemiche dei soliti profeti di sventura, sorge una domanda: come vivere questo tempo? Come trovare forme adeguate di preghiera che nutrano lo spirito e ritmino il tempo?

Il pensiero corre al presente e al passato. Al presente, pensando a tante comunità cristiane sparse nel mondo, che praticamente ogni domenica sono prive della celebrazione eucaristica. Sperimentiamo anche noi, per un lasso di tempo, quanto altri fratelli nella fede purtroppo vivono ordinariamente.

Il secondo pensiero va al passato, al momento in cui il popolo d’Israele ha visto la distruzione di Gerusalemme e del suo tempio da parte di Nabucodonosor, prendendo così la strada dell’esilio in Babilonia. In terra d’esilio non si potevano più compiere sacrifici, in quanto unicamente nel tempio di Gerusalemme essi potevano essere offerti. Iniziava così un lungo digiuno rituale. Per alcuni profeti di sventura quel momento rappresentava l’inizio della fine e la distruzione del santuario precedeva l’estinzione della fede nel popolo d’Israele. Ma così non fu. Il tempo dell’esilio obbligò i credenti a scendere in profondità, a ritrovare le ragioni più solide della loro fede, a scrutare la Parola di Dio, a cercare nuove strade per nutrire la vita interiore.

Il tempo dell’esilio, in particolare, fu caratterizzato dalla formazione del Salterio, cioè la raccolta dei Salmi. Come entrare nel santuario di Gerusalemme quando ormai era stato distrutto? Come varcare quello spazio sacro, pur vivendo in terra d’esilio? Ecco la risposta: pregando i Salmi. Il Salterio è divenuto un «santuario portatile», la «tenda del convegno» per un appuntamento continuo, quotidiano con Dio, a qualunque latitudine, in qualsiasi terra d’esilio.

Si pensi a un versetto del Sal 61: «Possa abitare per sempre nella tua tenda, rifugiarmi all’ombra delle tue ali» (v. 5). I due gesti qui evocati definiscono l’atto del re che lascia il suo palazzo per salire al tempio. «Rifugiarsi all’ombra delle ali» dell’Altissimo è porsi sotto la protezione di Dio, così come «abitare nella tenda» indica l’ingresso nel tempio.

Ma come salire al tempio quando si vive in Babilonia? Pregando i Salmi!

In questo momento nel quale non possiamo celebrare l’Eucaristia, riappropriamoci della preghiera del Salterio. In questi incontri prenderemo in considerazione i Salmi delle ascensioni (Salmi 120-134). Sono quindici Salmi che possono essere letti come un solo grande Salmo: si parte dalla terra d’esilio per giungere alla città santa di Gerusalemme, nel tempio del Signore. In Quaresima, mentre camminiamo penitenti verso la Pasqua, in circostanze eccezionali e per tutti inedite, queste antiche preghiere indovinano sempre le parole giuste con le quali possiamo e dobbiamo rivolgerci a Dio. Non ce le mettono dentro, ma ce le tirano fuori.

Come ha scritto il nostro Arcivescovo in tempi non sospetti: «La situazione è occasione!». L’attuale situazione è un’occasione propizia per deciderci ancora di più e ancora meglio per il Signore. Lasciamoci dunque ammaestrare dalla Parola di Dio e impariamo a pregare per mezzo dei Salmi.

Ogni giorno prenderemo un Salmo e sarà proposta una lectio che lo faccia risuonare. A tutti si chiede di pregare quel Salmo, anche più volte, con calma: al mattino, durante la giornata, alla sera. Si può pregare dappertutto: davanti al Santissimo nell’aula vuota di una chiesa, nel silenzio della propria casa, intorno al desco in famiglia, al proprio tavolo di lavoro, su un mezzo pubblico. Ogni giorno ci sarà sia il testo del Salmo, come pure la registrazione della lectio.

Buona preghiera!