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18 giugno

Quell’alba di cent’anni fa in via Copernico

Ricorre il centenario della consacrazione della chiesa milanese di Sant’Agostino, affidata ai Salesiani

di don Virginio FERRARI Parroco Sant’Agostino, Milano

11 Giugno 2020
Il complesso di Sant'Agostino

Al tramonto del 18 giugno 1920, con la celebrazione dei primi Vespri, iniziavano i complessi riti di preparazione della consacrazione – come allora si diceva – della chiesa di Sant’Agostino in Milano, elevata poi a basilica romana minore per volere del cardinale Andrea Carlo Ferrari, Arcivescovo di Milano, e aggregata, per speciale concessione, alla basilica di San Pietro.

È la chiesa di una comunità parrocchiale, voluta dalla Chiesa ambrosiana, per servire quella parte della città in piena espansione alla fine dell’Ottocento. Fu dedicata alla Conversione di Sant’Agostino, giunto alla fede anche grazie al vescovo di Milano Ambrogio e affidata ai Salesiani di Don Bosco perché, secondo lo spirito del fondatore San Giovanni Bosco, fosse particolarmente attenta ai giovani che, come Agostino, sono alla ricerca di un senso della vita. Il primo che propose questo titolo per la nuova chiesa fu don Lorenzo Saluzzo, direttore dei Salesiani. Don Saluzzo ne parlò con don Rua, primo successore di don Bosco, e la proposta fu comunicata al cardinal Ferrari che ne fu entusiasta ed esclamò: «Benissimo! L’istituto dedicato a Sant’Ambrogio e la chiesa a Sant’Agostino. Due santi inscindibili».

Il cardinal Ferrari, già gravemente ammalato, giunse in via Copernico alle prime ore del mattino, verso le 5, e iniziò subito il Sacro Rito, che si protrasse oltre le 10. Il segno di riconoscimento dell’avvenuta consacrazione è costituito dalle 12 crocette di forma greca che vengono dipinte sui muri in vari punti della chiesa. Sono il simbolo di Cristo e del suo trionfo, sono unte perché il luogo viene sottomesso al suo dominio. Il fatto che siano 12 ricorda gli Apostoli, testimoni di Cristo e colonne originarie del tempio.

La celebrazione fu di una singolare solennità: alla presenza di migliaia di persone e di numerosi sacerdoti e salesiani.

Avremmo voluto celebrare questo centenario della consacrazione alla presenza del nostro Arcivescovo, che aveva già dato la sua disponibilità, ma l’emergenza legata alla pandemia non ancora del tutto terminata ha consigliato di posticipare questa ricorrenza. Sentiamo comunque il dovere di rendere grazie al Signore per averci donato questo splendido tempio e per la stima e la fiducia che la Chiesa ambrosiana ripone in noi e nel carisma salesiano.