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Milano

“Rigenerare comunità
per ricostruire il Paese”

L'Arcivescovo è intervenuto al Centro culturale San Fedele in occasione del 29° congresso Provinciale Acli di Milano e Monza Brianza

di Simona BRAMBILLA

10 Marzo 2012

«Oggi le ACLI si pongono il quesito di capire come e quale contributo la nostra associazione può dare per ricostruire questo paese che effettivamente è proprio in crisi. La nostra riflessione è, come attraverso la nostra rete di circoli, riusciamo ad aiutare per ricostruire solidarietà, per ricostruire comunità. La gente non sta bene, il tema del lavoro è il nostro tema centrale, sul lavoro noi rifletteremo perchè chiediamo che ci sia lavoro. Il nostro monito è generare lavoro, ma generare un lavoro decente. Oggi ci vuole un grande patto mondiale per un lavoro dignitoso, noi dobbiamo ricostruire per tutti dignità e soprattutto bisogna lavorare perché ci siano per tutti i diritti, non dobbiamo tendere verso il basso come oggi tende la società, ma dobbiamo tendere tutti verso l’alto». Con queste parole Gianni Bottalico, presidente provinciale ACLI Milano, Monza e Brianza, spiega il significato del 29° congresso ACLI che si sta svolgendo al Centro culturale San Fedele. Il tema del lavoro è un tema molto importante al giorno d’oggi, le ACLI vogliono al riguardo coinvolgere sempre più i loro aderenti per riuscire ad uscire insieme dalla crisi. L’Arcivescovo Angelo Scola ha voluto al riguardo sottolineare la centralità delle persone comuni nel percorso che porterà alla fine della crisi economica. «Non bisogna fermarsi alle soluzioni tecniche. Nonostante il tentativo di mettere tra parentesi la regione etica ed antropologica della crisi finanziaria, il peso della persona e delle relazioni torna sempre a farsi sentire. È evidente che non basta la competenza fatta dai calcoli per affrontare la crisi, occorre un ripensamento della ragione, sia economica sia politica. Per sollevare la nazione è necessario il contributo di tutti, come avviene in una famiglia in un momento di crisi». Il Cardinale Scola ha inoltre voluto sottolineare il senso del lavoro dei giovani nell’epoca che stiamo attraversando. «Non siamo più nell’epoca fordista, i giovani devono quindi imparare realmente che il lavoro sarà sempre più un percorso e sempre meno un posto fisso. Questa mutazione però non significa cadere in una concezione di mobilità che sia precarietà, bisogna quindi tutelare i diritti fondamentali del soggetto lavoratore. Dobbiamo tutti, in un confronto propositivo, trovare quel compromesso nobile che è necessario per vivere insieme». Durante il suo intervento al congresso l’Arcivescovo ha anche lanciato due spunti, uno metodologico e uno contenutistico, riguardo l’azione sociale che un’associazione come le ACLI svolge. Per quanto riguarda il metodo ha spinto l’azione sociale verso una vera cultura realistica del lavoro, al fine di allontanarsi da forme di utopia che possono spingere gli uomini in una direzione di mentalità egemonica e unilaterale. Rispetto invece al contenuto dell’azione sociale ha parlato dei principi di solidarietà, sussidiarietà e di bene comune come i pilastri della dignità della persona.
Al convegno erano presenti molti esponenti delle istituzioni civili e religiose, tra cui la Senatrice Patrizia Toia, Emanuela Baio, molti consiglieri regionali e comunali ed il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Quest’ultimo è voluto tornare anche lui sul tema del lavoro per i giovani, il futuro di Milano e dell’Italia. «Ciò che oggi è fondamentale è creare posti di lavoro, soprattutto per i giovani che oggi non hanno nè presente nè futuro. È chiaro che bisogna modificare i termini che oggi ci sono nel lavoro, ma è indubbio che bisogna anche creare ammortizzatori sociali reali».