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Milano

Scola ai Consacrati: «La Chiesa ambrosiana
vi è grata per il carisma che portate»

Il Cardinale ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per la XXI Giornata Mondiale della Vita Consacrata. Ai molti concelebranti e alle religiose e religiosi presenti, l’Arcivescovo ha richiamato il dovere di essere “custodi dello stupore”

di Annamaria BRACCINI

2 Febbraio 2017

La lunga processione dei concelebranti che muove dall’altare della “Madonna dell’Albero” con la l’icona della “Madonna dell’Idea”, i Dodici Kyrie che risuonano nella Cattedrale dove trovano posto moltissime Consacrate e Consacrati, rendono ancora più solenne la XXI Giornata Mondiale della Vita Consacrata, che ricorre nella Festa liturgica della Presentazione del Signore al Tempio, la “Candelora” della devozione popolare. 
«Grazie per averci accolto in Duomo, segno stupendo della fede del popolo», sottolinea, nel suo saluto, monsignor Paolo Martinelli, vicario episcopale per la Vita Consacrata Maschile, rivolgendosi all’Arcivescovo. «Nella Giornata 2016, sempre in Cattedrale, aveva invitato i Consacrati a sentire questa Chiesa Ambrosiana come la propria Chiesa, per questo  abbiamo voluto rivolgerci a tutto il popolo di Dio – partecipano alla Messa anche famiglie, giovani, diaconi –  perché la vita secondo i Consigli Evangelici è dono, appunto, per tutta la Chiesa. Sebbene non manchino fatiche, le persone consacrate nella Diocesi di Ambrogio e Carlo (circa 7.000 impegnate nei più diversi campi e con realtà coordinate da organismi di comunione) vogliono offrire il loro contributo alla pluriformità nell’unità. Oggi intendiamo pregare anche per il buon esito della Visita Pastorale e per la visita del Papa. Il pericolo più grande è vivere questo tempo con rassegnazione passiva, l’antidoto è educarsi al pensiero di Cristo», conclude monsignor Martinelli, cui sono accanto, monsignor Luigi Stucchi, vicario episcopale per la Vita Consacrata Femminile, il vicario generale, monsignor Delpini e monsignor Mascheroni. 
Quasi come una risposta immediata, arrivano le parole dell’omelia del Cardinale, che dice:  «Questo è un gesto di consolazione che ripaga delle fatiche, delle prove, della dedizione del vostro essere presi a servizio in Diocesi. Abbiamo un grande popolo in questa città XXI Giornata Mondiale della Vita Consacrata XXI Giornata Mondiale della Vita Consacrata – titolo scelto per la Visita del Papa – e voi siete fermento vivo». 
«La Presentazione di Gesù al Tempio è festa di Cristo, luce per tutte le genti: la Processione preziosa con l’icona antica dell’“Idea” (che porta sul retro proprio la scena della Presentazione) e con le lampade accese, lo esprime bene. Gesù nasce e cresce come membro del popolo eletto di Dio, ma la sua presentazione avviene nel Tempio, in quella Gerusalemme in cui Gesù stesso compirà la sua missione universale. Così, questa festa di oggi collega, in profondità, il Natale alla Pasqua del Signore, perché egli è nato nella carne per poter offrire la salvezza». 
Come diceva Gregorio di Nissa, infatti, «la nascita è stata assunta da Cristo perché Lui potesse morire, quindi, la presentazione al Tempio è profezia della nuova ed eterna alleanza che Egli realizza nella sua persona sulla Croce. Per questo la festa odierna è ormai occasione gioiosa per ricordare il grande dono della vita consacrata nella Chiesa». 
Dalla lettura del profeta Malachìa sull’attesa del Signore, nasce una prima indicazione: «A chi anela alla salvezza, Dio si rivela. Ė questo lo stile che si confà alla vita monastica e consacrata perché nel cuore di ogni uomo, anche postmoderno, si ridesti il desiderio di Dio, spesso seppellito sotto il grande peccato della nostra epoca: la dimenticanza, l’oblio e la distrazione che ne deriva». 
In riferimento al Vangelo di Luca, appena proclamato, Scola definisce il compito dei Consacrati e, più in generale, di ogni credente. «Siamo chiamati a riconoscere il fatto descritto da Simeone – “I miei occhi hanno visto la tua salvezza preparata da te davanti a tutti i popoli” –   ripreso dalla figura delicata e solida della profetessa Anna che parlava del Bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme». 
In questo vi è la dimensione decisiva della vita cristiana: «Dio si rivela nella carne, affinché possiamo riconoscerlo e indicarlo presente, invitando tutti i nostri fratelli ad accoglierlo, a seguirlo,  lodarlo e mostralo con la nostra esistenza. La forma stessa di coloro che Dio chiama sulla via dei Consigli Evangelici esprime intensamente questo riconoscere il Bambino quale luce delle genti. Questo produce una speranza universale. Ogni promessa di Israele in Lui si compie e la salvezza si mostra, poi, a tutti i popoli e anche a noi. Nessuno è più escluso dalla speranza». 
Infine, la consegna ai Consacrati: «Voi sapete bene, nella vostra quotidiana missione, come in questo cambiamento di epoca, vi sia bisogno di speranza affidabile per affrontare l’inedito che abita questo tempo. Dal dono di Gesù nasce, anche in Maria e Giuseppe, uno stupore che dobbiamo accogliere con gratitudine e rendere fecondo in noi stessi per il bene di tutti. In questo giorno, la Chiesa Ambrosiana intera vi è grata per il carisma che portate in maniera pluriforme e che fa, delle Consacrate e dei Consacrati, persone che custodiscono tale stupore, il solo che può attrarre i fratelli uomini alla vita della Chiesa e alla comunione che nasce dalla sequela di Gesù. 
Insomma, “custodi dello stupore”, come aveva affermato il Papa al termine dell’Anno dedicato appunto alla Vita Consacrata. Il pensiero è alla Visita che vedrà proprio in Duomo papa Francesco, il 25 marzo prossimo, dialogare con sacerdoti e religiosi. «Preghiamo fin d’ora, preparandoci a rendere consapevoli tutti gli uomini che vivono nella grande metropoli, anche quelli di altre religioni, che si professano agnostici, non credenti o atei. Che tutti possano realmente stupirsi per il dono che la Chiesa, nella figura del Santo Padre, continua a farci».