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Milano

Scola alle Acli: «Impegnatevi a stare
con la gente, non limitatevi a offrire servizi,
ma condividete esperienze»

Il Cardinale è intervenuto, presso l’Auditorium San Fedele, al XXX Congresso elettivo delle Acli Milanesi. Presenti il presidente Petracca, i vertici provinciali e 450 delegati. L’Arcivescovo ha richiamato il senso di un impegno concreto, nella fedeltà ai valori cristiani ispirativi, capace di accogliere le sfide di un’ epoca di cambiamento

di Annamaria BRACCINI

13 Marzo 2016

Torna, dopo quattro anni, a incontrare le Acli Milanesi riunite in Congresso – il loro trentesimo –, proprio per dire, con il titolo dell’Assise, “Niente paura. Con le Acli attraversiamo il cambiamento”.

È il cardinale Scola che, presso l’Auditorium San Fedele, viene accolto dal presidente Paolo Petracca e dai 450 delegati (in rappresentanza di 40.000 iscritti), che hanno appena partecipato alla Messa presieduta dal vicario Episcopale monsignor Luca Bressan e concelebrata da padre Bartolomeo Sorge e da don Alberto Vitali, incaricato arcivescovile appunto per le Acli.

Il clima è affettuoso e caldo quando l’Arcivescovo inizia il suo intervento, ringraziando per l’invito «che interpreto – dice – come un segno di quella fedeltà alla Chiesa che le Acli non hanno mai rinnegato, anche nei momenti più dolorosi». Diretta è la riflessione con quella che Scola definisce «la vostra gloriosa associazione, soggetto vitale per testimoniare l’amore di Dio a partire dai punti più deboli, che sono le periferie, i tanti mondi dei poveri e degli abbandonati; ma anche la società civile e la politica, la costruzione di una visione più larga del bene comune che aiutino la città di Milano a comprendere il futuro verso il quale si sta incamminando».

Un domani e un già un oggi che, per usare le parole di papa Francesco al Convegno Ecclesiale di Firenze, si configurano come un “cambiamento di epoca”. Da qui il riferimento all’Assise – «un momento congressuale elettivo di una forte carica progettuale» – e al suo titolo, utile per comprendere piste di interpretazione e strade da percorrere.

«”Niente paura” rivolge il nostro sguardo a quel “Non temere” che, nella Scrittura, richiama sempre la presenza e l’intervento benefico di Dio È possibile, infatti, non avere paura perché siamo certi che la mano provvidente del Padre guida la storia e non ci lascia soli. Fede, speranza e carità non possono, quindi, non essere all’origine anche del cammino di ogni aclista»

Inoltre, un secondo elemento – la dimensione popolare – chiaramente indicato negli Oientamenti del 2015 e ribadito dal tema conduttore, “Con le Acli”, sottolineato dal Cardinale in stretta connessione con il suo Discorso di Sant’Ambrogio del 2014 e attraverso la Lettera pastorale “Educarsi la pensiero di Cristo”.

Infine, il terzo riferimento, “attraversiamo il cambiamento”: «Nell’attuale contesto di travaglio e di crisi permane la necessità di un solido patto sociale tra tutti i responsabili delle relazioni industriali e delle politiche pubbliche, per poter affrontare in modo equo i processi di ristrutturazione della spesa pubblica, dei redditi, dei consumi e dei modi di lavorare da cui dipendono le possibilità di elaborare un assetto più equo e sostenibile, anzitutto a favore dei più deboli»

Se «la riflessione sui cambiamenti si concentra, normalmente, sugli aspetti economici, contrattuali, occupazionali», nota l’Arcivescovo, «minore attenzione viene invece rivolta agli aspetti relativi al soggetto che evidenzia il carattere propriamente umano del lavoro, i suoi scopi, i suoi diritti, i suoi significati». Eppure solo su questo fondamento, proprio come disse papa Francesco per il 70° dell’Associazione, è possibile «porre al centro del sistema economico l’uomo e la donna e non l’idolo del dio-denaro».

Tre, allora, i campi di azione delineati da Scola e lasciati, come consegna, ai delegati: «Nello stretto intreccio tra il bisogno di casa, lavoro ed educazione, occorrono persone, servizi, associazioni e centri di formazione che, nel quotidiano, stiano al fianco della famiglia – che rischia di essere minata nella sua identità profonda – e dei lavoratori, proprio per imparare e insegnare nuove grammatiche valide per tutti evangelicamente ancorate», scandisce il’Arcivescovo, che annuncia l’avvio della Terza fase del Fondo Famiglia-Lavoro ed esprime incoraggiamento e sostegno per l’inaugurazione, il 30 aprile prossimo, del primo Circolo Acli, eretto presso la Cappellania per Stranieri di Santo Stefano, espressamente dedicato ai migranti e intitolato a don Raffaelo Ciccone,

Attenzione anche agli stili di vita, per educarsi autenticamente al pensiero di Cristo: «Se vogliamo cambiare i modi di pensare delle persone per incidere sugli stili di vita non possiamo che agire per contagio, gomito a gomito, da persona a persona».

Poi, quello che appare il vero nodo cruciale su cui giocarsi da subito: «Chiedo a ognuno, rilanciando l’invito che la recente nota del Consiglio Episcopale Milanese ha rivolto sia ai cristiani, sia ai cittadini di buona volontà, di offrire il proprio contributo, con il pensiero, la parola, la riflessione documentata e condivisa, con il tempo, il voto, la candidatura a una responsabilità amministrativa, alla edificazione di una Milano sempre migliore».

Concetti sui quali l’Arcivescovo insiste anche a margine, in un’intervista, evidenziando la necessità di politiche utili al bene comune per una Milano «che può farcela, con il suo tessuto di società civile».

«Come ci ricordano i Padri della Chiesa non si più curare l’umano se non abitandolo, l’augurio è questo. Impegnatevi a stare sempre più con la gente, non limitatevi a offrire servizi, ma condividete esperienze offrendo all’uomo contemporaneo un contributo per edificare vita buona. “Niente paura” non sarà, allora, uno slogan per un’Associazione e una comunità che vuole vivere del pensiero e dei sentimenti di Cristo».

Invito, questo, subito accolto dal presidente Petracca che, nella Giornata di apertura dei Lavori, aveva definito le Acli milanesi «probabilmente il soggetto di welfare più completo per varietà di risposte, che esista nel nostro contesto metropolitano», dai Consorzi di Cooperative, alle imprese a finalità sociale, dagli Enti di
formazione professionale all’ONG, senza dimenticare le associazioni di volontariato. «Dobbiamo imparare a viverci e a rappresentarci come tali per essere più utili e fedeli alla nostra vocazione di solidarietà, consapevoli di essere un movimento di pedagogia sociale, uno dei pochi rimasti».

Nel pomeriggio, l’elezione del nuovo Consiglio provinciale delle Acli milanesi e la nomina del Presidente in carica per il prossimo quadriennio.