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SAN GIULIANO MILANESE

Scola: «Amare significa
volere il bene dell’altro»

Il cardinale Scola ha celebrato la messa nella parrocchia di San Giuliano Martire, poi ha visitato la mostra dedicata alla Madonna del Chapi, oggetto di devozione da parte della comunità peruviana

di Simona BRAMBILLA

28 Aprile 2013

«Siamo felici ed emozionati per la visita del cardinale Scola alla nostra parrocchia, l’ultima volta che abbiamo accolto l’arcivescovo di Milano, era venuto Dionigi Tettamanzi, ma ben 10 anni fa. È una gioia per noi avere il cardinale Scola qui, nella nostra parrocchia e a pranzo con noi preti del decanato». Queste parole del parroco della chiesa di San Giuliano Milanese, don Evangelino Maggioni, sono emblematiche dell’atmosfera di festa e contentezza che si respirava questa mattina nella cittadina in vista dell’arrivo dell’Arcivescovo. Davanti al sagrato della chiesa, ad accoglierlo, oltre a don Maggioni, vi era anche il sindaco, Alessandro Lorenzani, e centinaia di fedeli, tra cui moltissimi bambini. Al suo arrivo il cardinale Scola è stato ricevuto da tutti con un grande applauso, accompagnati dalle note della celebre canzone meneghina “O mia bela Madunina”. La chiesa, durante la celebrazione eucaristica era gremita di credenti, appartenenti sia alla parrocchia di San Giuliano, sia alle altre 7 parrocchie presenti sul territorio cittadino, composte da oltre 5000 famiglie e da 3 preti diocesani.
«Ogni volta che faccio visita nelle parrocchie, come la vostra, è per me un momento di gioia e ricchezza perché vivo, insieme al popolo di Dio il gesto più importante che ci può essere nella vita dell’uomo: prendere parte per scelta libera all’eucarestia, alla passione, alla morte e alla resurrezione di Gesù Cristo che è sempre presente. Voglio dire a tutta la vostra comunità parrocchiale e cittadina, a tutte le varie realtà sociali, alla realtà peruviana, voglio dire a tutti voi subito la mia gioia per il dono che mi avete fatto invitandomi qui». Così, con queste parole, l’arcivescovo Scola ha iniziato la sua omelia, ringraziando il popolo di Cristo per il momento che hanno vissuto insieme. Il Cardinale ha fatto anche riferimento alla comunità peruviana, molto forte e presente a San Giuliano Milanese. Il prossimo primo maggio tutto il paese festeggerà insieme la Madonna del Chapi, patrona del Perù, in onore della quale i cittadini peruviani di San Giuliano hanno organizzato una mostra a cui ha fatto visita l’Arcivescovo al termine della celebrazione eucaristica. «La liturgia è il modo cristiano di affrontare il tempo e lo spazio, non limitandoci all’aspetto di successione dei fatti, ma lasciando entrare Gesù risorto dentro la vita di tutti i giorni. I cristiani sono testimoni di questa apertura continua a Dio che Gesù ci ha procurato – ha continuato il cardinal Scola spiegando il significato dell’eucarestia -. La parola di Dio oggi illumina questo gesto e da senso al nostro convenire, al nostro essere chiesa sottolineando un tema, un grande tema, quello dell’amore. L’epistola di San Paolo traduce la parola greca che significa amore con la parola carità. La parola carità ci libera dal rischio della confusione che oggi circonda la parola amore. Ogni giorno è impossibile che non mettiamo in campo l’amore, però sotto questa parola sta tutto e il contrario di tutto». Secondo l’Arcivescovo tutti sanno cos’è l’amore, ma quando lo debbono spiegare non ne sono in grado. Per andare al cuore dell’esperienza dell’amore, bisogna seguire le epistole, il vangelo. Per trasformare questo gesto d’amore che è l’eucarestia nel criterio con cui si affronta quotidiana esperienza d’amore. «Noi riduciamo l’amore soltanto allo slancio affettivo, ma l’amore non è solo una passione verso l’altro, l’amore deve arrivare oggettivamente al bene dell’altro. Amare significa volere il bene dell’altro», ha sottolineato con forza il cardinale Scola. Prima di concludere la sua omelia, l’Arcivescovo ha voluto poi ritornare sul tema dell’unità. «L’unità che è generata dalla verità dell’amore che deve regnare nelle nostre parrocchie, associazioni, città. É importante che i cristiani siano il segno di questo cuore solo e di questa anima sola».