Share

Natale

Scola: «Ci è stato dato un figlio»

Le parole dell’Arcivescovo contenute nella lettera augurale indirizzata alle famiglie ambrosiane: «Stiamo davanti a Gesù Bambino come davanti al miracolo di ogni nascita»

del cardinale Angelo SCOLA Arcivescovo di Milano

21 Dicembre 2014

«Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna» (Gal 4,4). Così San Paolo sintetizza il significato del Natale. Si avvera la profezia di Isaia, fatta otto secoli prima di Cristo: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio» (Is 9,5). Dio nasce come ogni bambino. Per farsi conoscere e amare sceglie la strada da cui è passato ognuno di noi: il mistero della nascita.

Niente come la nascita di un figlio – penso che ogni mamma e ogni papà lo possano confermare – mette di fronte all’evidenza di qualcosa che ci sorpassa da tutte le parti. Da un lato sentiamo che non c’è nulla di più profondamente nostro. Dall’altro, altrettanto radicalmente, percepiamo che nulla è più ricevuto. La vita non è nostra, ci è affidata dal Padre celeste come un dono preziosissimo da custodire. I genitori non ne sono i creatori, ma i pro-creatori, coloro che generano per conto del Creatore. Egli, anche quando noi facciamo fatica a «volere» e ad amare i nostri figli, li vuole e li ama sempre e comunque. Per essere il Dio con noi, l’Emmanuele, Egli è venuto e si è fatto uno di noi.

La buona notizia che anche quest’anno, attraverso i miei sacerdoti o i loro collaboratori, desidero portarvi è questa: l’uomo non deve più cercare Dio a tentoni, perché Dio ha cercato lui. Ha colmato la distanza ed è venuto tra noi. È venuto per noi, non contro di noi, come disse Paolo VI, il nostro amato Arcivescovo, cardinale Giovanni Battista Montini, che abbiamo avuto recentemente la gioia di veder proclamato Beato.

Per questo vorrei che ciascuno di noi, bambini e adulti, giovani e anziani, credenti o non credenti, stesse davanti a Gesù Bambino, come sta davanti al miracolo di ogni nascita. Con lo stesso umile stupore di Maria e di Giuseppe o dei pastori. Così la Sua nascita potrà diventare la nostra rinascita. Impareremo a stare di fronte a tutte le circostanze – quelle liete e quelle dolorose – e a tutti i rapporti – quelli facili e quelli difficili. E sostenuti dalla Sua compagnia, attraverso la compagnia dei fratelli, lentamente ma certamente ci ritroveremo grati e non più risentiti, pieni di voglia di ricominciare. Perché, come scrisse acutamente il poeta Charles Péguy, a Natale «tutto è nuovo, tutto ricomincia».

«Ogni cosa che avrete fatto a uno di questi piccoli, l’avrete fatto a me» ci ha detto il Signore. A Natale, ospitando nelle nostre case qualcuno dei suoi «piccoli» – penso agli anziani, a coloro che sono abbandonati o lontani dalla loro terra, ai più poveri…-, avremo la gioia di ospitare fisicamente Lui.

Buon Natale!
Di cuore vi abbraccio uno a uno e vi benedico.