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30 agosto

Scola incontra i diaconi permanenti

Un’occasione per confrontarsi sul senso di questo ministero nella Chiesa. Parla il rettore don Giuseppe Como. Sette ordinazioni il 15 novembre

di Cristina CONTI

29 Agosto 2014

Si terrà sabato 30 alle 11 presso il Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso (Mb), in via S. Carlo 2, l’incontro dei diaconi permanenti con il cardinale Angelo Scola. Un’occasione per confrontarsi sul significato di questo ministero nella Chiesa ambrosiana. «È il secondo anno che facciamo questa iniziativa e ci piacerebbe che diventasse una tradizione», spiega don Giuseppe Como, rettore dell’Equipe per la formazione al diaconato permanente.

All’evento parteciperanno sia i diaconi già ordinati che quelli in formazione. Prima dell’ordinazione infatti è necessario seguire un percorso di studi. L’appuntamento sarà diviso in due parti. In un primo momento ci sarà un incontro personale, di circa quindici minuti con l’Arcivescovo, riservato ai sette diaconi che hanno concluso gli studi e che saranno ordinati il prossimo 15 novembre. E poiché sono tutti coniugati, al colloquio parteciperanno anche le loro mogli. «Sarà un’occasione davvero importante. Anche l’anno scorso è piaciuta molto ai diaconi che hanno partecipato perché a Milano è molto difficile poter avere un contatto diretto e immediato con il proprio Arcivescovo», commenta don Como.

Seguirà poi l’assemblea, a cui prenderanno parte anche i Vicari episcopali di Zona e il Vicario generale, monsignor Mario Delpini.

L’anno scorso ci sono stati quattro interventi dei diaconi impegnati nei diversi settori della pastorale, dalla carità alla famiglia, in cui ciascuno ha dato la propria testimonianza. «Ci siamo presentati per tipologie e abbiamo posto domande all’Arcivescovo. Quest’anno, invece, abbiamo pensato di chiedere al Cardinale di parlare. Vorremmo che esprimesse le sue aspettative su alcuni temi che ci stanno a cuore», sottolinea don Como. Tra questi per esempio, l’applicazione della Comunità educante, per capire come i diaconi possono inserirsi in questa proposta e svolgere davvero un servizio educativo all’interno della comunità. Oppure il rapporto da assestare tra famiglia e ministero. L’80 per cento dei diaconi, infatti, è sposato. «È un aspetto bello e impegnativo quello di vivere il diaconato in famiglia e di riuscire ad armonizzare e mettere in sintonia la vita famigliare con gli impegni del ministero», conclude don Como.Il compito del diacono, infatti, è quello di contribuire in un modo originale a far sì che la Chiesa sia veramente tale, cioè luogo della comunione e della carità, comunità dei figli di Dio che annunciano e testimoniano la lieta notizia della salvezza universale.