Sirio 26-29 marzo 2024
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Varese

Scola: «Per essere liberi bisogna avere
dei legami forti: i legami stretti da Gesù»

I ragazzi della Professione di Fede sono saliti in preghiera al Sacro Monte e al termine del percorso hanno incontrato il Cardinale

di Simona BRAMBILLA

5 Maggio 2012

Erano quasi quattromila i quattordicenni che questo pomeriggio hanno intrapreso il cammino di preghiera al Sacro Monte di Varese, al termine del quale hanno incontrato per la prima volta l’Arcivescovo Angelo Scola. Il percorso compiuto dai ragazzi racchiude in sé tutti i motivi di un vero pellegrinaggio: la ricerca di Dio, il distacco dalla quotidianità e soprattutto dal peccato, il silenzio, la preghiera e l’entusiasmo del ritorno. Quest’anno, durante il cammino al Sacro Monte, i giovani, oltre a recitare la preghiera mariana, hanno ripercorso il tema dell’anno "Effatà", con l’evidente rimando ad aprire i sensi alla scoperta del bello: il Bello che é Gesù e la sua vicinanza. Lungo il percorso i giovani della Professione di Fede e i loro educatori hanno ripassato come possono essere utilizzati i sensi per percepire la presenza di Gesù nelle loro vite, chiedendo a ogni tappa aiuto a Maria, colei che ha saputo accoglierlo prima di tutti nella sua umanità. 
«È importante che questi giovani basino la loro vita su un atteggiamento di fede. Gesù deve essere il loro metro di paragone per ogni scelta che fanno. Compiere questo percorso significa seguire quello degli apostoli e dei martiri, dediti a Gesù in tutto e per tutto», ha spiegato don Mauro Viganò, accompagnatore dei ragazzi di Cristiano Primo e Buscate, testimoniando l’importanza simbolica del pellegrinaggio. 
Malgrado il tempo incerto, i ragazzi della Professione di Fede hanno dimostrato tanto entusiasmo e determinazione durante tutto il cammino, esemplificative sono le parole di Sara, quattordicenne proveniente da Casorezzo, vicino a Magenta: «è importante per noi essere qui perché stiamo confermando nuovamente la nostra Professione di Fede ed inoltre è la prima volta che incontriamo il Cardinale Scola, ne siamo molto felici»! Un boato è infatti esploso quando l’Arcivescovo è arrivato tra i ragazzi per il momento conclusivo di preghiera.  «Tutti noi oggi siamo qui perché ci ha convocato Gesù – ha detto il Cardinale rivolgendosi direttamente ai ragazzi -. Dobbiamo dare del Tu a Gesù, dobbiamo sentirlo come un compagno della nostra vita»! Durante la veglia a turno alcuni ragazzi hanno rivolto all’Arcivescovo pensieri e domande circa la loro vita e il rapporto con Dio. «Grazie, Eminenza, per la sua attenzione verso di noi. Questo ci dà il coraggio di confidarle che a volte è proprio difficile per noi comprendere i desideri grandi e belli che portiamo dentro», ha detto per esempio Chiara. Il Cardinale Scola ha cercato, durante brevi discorsi, di spiegare loro l’importanza che la fede ha nella vita di tutti i giorni, che talvolta può essere complessa e confusionaria. «Ci sono tanti segni di confusione nella nostra società, ma il primo segno è dentro di noi. Un grande pensatore francese di nome Maritain ha espresso questa confusione con una parola: babelismo. La torre di Babele è il primo esempio del rischio della confusione. Dal babelismo deriva il pensiero di molti: per essere liberi non bisogna avere legami. È invece il contrario, bisogna avere legami forti. Tra di noi ci sono questi legami perché è Gesù che li stringe. Dobbiamo avere il coraggio di questa armonia. Tanto più il mio Io cresce, tanto più si impara il Tu e attraverso il Tu il Noi: il Noi della chiesa. Questa è l’armonia che ci porta fuori dalla confusione». Il Cardinale ha invitato i giovani ad aprire i loro cuori e la loro mente affinché trovino pienamente il senso profondo della fede e della loro vita. «Dovete aprirvi in due direzioni: verso l’altro innanzitutto perché poi l’altro apre verso Dio. Così la gioia diventa possibile».
Il momento di preghiera, che prevedeva quattro parti liturgiche, è stato interrotto quasi alla fine da un’improvvisa grandinata che ha spinto sia il Cardinale sia i suoi ragazzi verso casa. Malgrado il tempo molti giovani si sono fermati davanti al gazebo allestito per l’Arcivescovo per salutarlo di persona.