Sirio 26-29 marzo 2024
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14 novembre

Scuole parrocchiali di italiano per stranieri,
un’occasione di socialità

Presso la sede delle Acli milanesi il tradizionale seminario di apertura. Ottanta corsi attivi in Diocesi, oltre 6300 i partecipanti. Don Vitali: «Gli stessi insegnanti ne sono arricchiti»

di Francesca LOZITO

4 Novembre 2015

Un incontro per presentare l’esperienza delle scuole parrocchiali di italiano per stranieri. Si svolge da 14 anni e quest’anno si terrà sabato 14 novembre presso il Salone Clerici delle Acli in via della Signora 3 a Milano. «Al di là dei confini. Capaci di ospitalità, capaci di fare spazio», è il titolo.

«Una scelta legata all’attualità – spiega il responsabile della Pastorale diocesana per i migranti don Alberto Vitali -. La scorsa estate abbiamo assistito all’arrivo dei profughi, scambiati spesso con i migranti. Quello che ci ha colpito è che la gente comune è riuscita a empatizzare con le persone che stavano arrivando e a offrire loro ospitalità».

Da sempre le scuole di parrocchia rappresentano un luogo di socialità e una risposta concreta per queste persone. I numeri del 2014 parlano da soli: 80 scuole, 40 nella città di Milano, 40 nell’hinterland metropolitano. Per quanto riguarda il resto della diocesi ancora non c’è ancora una mappatura sistematica. Su queste scuole il totale dei volontari impegnati – insegnanti veri e propri e volontari di supporto – sono 600. Gli studenti che si sono iscritti nelle scuole parrocchiali sono più di 6300. Di questi, circa 600 sono minori, mandati dalle scuole statali a colmare la lacuna linguistica, spesso perché queste strutture non sono nelle condizioni di mettere in piedi corsi ad hoc.

Il titolo del convegno di sabato esprime un’idea di società nuova, da costruire assieme. «Le scuole di italiano rappresentano una occasione particolare – sottolinea don Vitali -. Non sono solo un servizio che viene erogato, come la consegna del pacco viveri. Le scuole fanno leva sul bisogno della parola: oltre a essere spazi di apprendimento sono anche spazi di socialità. La maggior parte degli insegnanti con cui capita di parlare ti raccontano di un grande arricchimento recato dalle storie con cui entrano in contatto, e della voglia di dare una chance di vita buona a queste persone».

Come si articolerà il convegno? «Al teologo don Mario Antonelli chiederemo di fare un lavoro di rilettura e analisi del tema dell’ospitalità, anche alla luce delle proposte del Papa e del cardinale Scola di aprire le proprie porte ai migranti: ospitare l’altro, dunque, come ospitare Dio». Ci sarà poi una parte sociologica: «A Laura Zanfrini abbiamo chiesto invece di approfondire la questione della migrazione e dei migranti che continuamente interrogano la nostra società e la nostra individualità, fino a imporci un cambiamento».

Componente tradizionale di questi seminari è l’aggiornamento didattico: «Ogni anno cerchiamo di fare i conti con i cambiamenti dell’insegnamento stesso. Negli ultimi anni è emerso in particolare il problema degli analfabeti: per effetto dei ricongiungimenti, talvolta da alcune aree del mondo arrivano analfabeti, non tanto della lingua madre, quanto analfabeti latini. Claudia Savino e Nancy Boktur offriranno agli insegnanti degli strumenti sia sul problema complesso dell’alfabetizzare gli adulti, sia su quello della concentrazione: in alcune scuole ci sono prevalentementi pakistani, cinesi, cingalesi, che hanno alfabeti diversi dal nostro. Boktur, mediatrice araba, cercherà di aiutarci a risolvere le difficoltà nell’insegnare a leggere e scrivere agli arabofoni».