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17 settembre

Seggiano, cinquant’anni di vita cristiana

In uno dei quartieri più popolosi di Pioltello Messa dell’Arcivescovo nella chiesa della Beata Vergine Assunta, in occasione del mezzo secolo della parrocchia e durante la festa patronale. Ne parla don Zaccaria Mauro Bonalumi, prossimo a lasciare la guida della comunità a don Andrea Andresis

di Cristina CONTI

11 Settembre 2016

Sabato 17 settembre il cardinale Scola si recherà a Seggiano di Pioltello (Milano) e alle 17.30 celebrerà la Messa nella chiesa della Beata Vergine Assunta (via del Santuario 4/A). «Ho invitato l’Arcivescovo in occasione del 50° anniversario della costituzione della parrocchia – spiega don Zaccaria Mauro Bonalumi, che il 18 settembre lascerà la guida della comunità a don Andrea Andreis (nominalmente in carica dal 7 settembre) per assumere il nuovo incarico di responsabile della Comunità pastorale San Carlo Borromeo a Peschiera Borromeo -. Festeggiamo i 50 anni di vita cristiana in uno dei quartieri più popolosi di Pioltello. È la prima volta che il cardinale Scola viene nella nostra nuova chiesa, costruita sei anni fa. Ci tornerà poi a dicembre, per la visita pastorale».

Come vi siete preparati per questo incontro?
La preparazione è avvenuta con grande semplicità poiché qui celebrerà solo la Messa. Da un anno abbiamo inserito un cammino di ascolto della Parola di Dio con una lectio divina una volta al mese guardando a Maria, a cui la chiesa è intitolata, per sentirci cristiani presenti nel quartiere e in cammino.

Quali sono le caratteristiche del vostro territorio?
Da noi ci sono molti giovani e anziani. Molti sono immigrati qui negli anni Sessanta e Settanta, in particolare da Pietraperzina (Enna). Negli ultimi anni sono arrivati qui anche tanti immigrati di altri Paesi. Piazza Garibaldi è diventata un agglomerato di stranieri. Data l’estrazione popolare del quartiere, la crisi economica si è sentita molto, sia per gli stranieri senza lavoro e con una famiglia numerosa, sia per gli italiani.

Quali sono le nazionalità più presenti?
Innanzitutto ucraini, rumeni e moldavi, di confessione ortodossa. Poi i musulmani, soprattutto egiziani e pakistani, ma anche maghrebini e arabi. C’è inoltre una presenza consistente di latino americani.

Sono integrati nel contesto sociale?
I più integrati sono gli ortodossi, che si ritrovano una volta al mese nel nostro Santuario per le loro celebrazioni: con il permesso della Curia, infatti, l’abbiamo reso loro disponibile in comodato d’uso. Le persone provenienti dai Paesi dell’est, inoltre, lavorano spesso come badanti. Sono ben inseriti anche i latino-americani, molto intraprendenti e qui da ormai da tempo. I musulmani fanno più fatica, anche se con loro abbiamo un bel canale aperto. Hanno una moschea nel nostro quartiere e siamo in buoni rapporti. In questi giorni mi hanno invitato a fare un discorso in occasione della festa del Sacrificio di Isacco e io, a mia volta, li ho invitati sia per la visita dell’Arcivescovo, che cade durante la nostra Festa patronale, sia per il mio saluto alla comunità il 18 settembre.