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“Vi racconto il Sinodo”

«Spalanchiamo le nostre comunità
ai bisogni di tutti gli uomini»

Terminata l’Assemblea dei Vescovi, nella quinta e ultima videointervista l’Arcivescovo lancia un invito ai fedeli ambrosiani a un atteggiamento di conversione e rinnovamento per «una fede viva, attraverso la quale dare sostanza alla Chiesa»

2 Novembre 2012

Terminati i lavori del Sinodo dei Vescovi per la nuova evangelizzazione (svoltosi in Vaticano dal 7 al 28 ottobre), nella sua quinta e ultima videointervista (in allegato nel box a sinistra) il cardinale Angelo Scola traccia un bilancio, guardando al futuro di una Chiesa che si rinnova profondamente sulla strada indicata dal Concilio. Come punto qualificante dell’Assemblea – luogo in cui, in un clima di «familiarità e gioia» è emersa comunque una pluralità di opinioni – il Cardinale rileva una comunione che si realizza «attraverso la pluriformità nell’unità» e sottolinea un messaggio per lui fondamentale: «L’evangelizzazione diventa nuova se la Chiesa si rinnova a partire dalla persona».

Tra i temi affrontati da un Sinodo «molto coraggioso», Scola ricorda «i fondamentali della fede, pilastri della vita della comunità (eucaristia, condivisione, educazione al pensiero di Cristo…) », l’attenzione alla famiglia (e «alle famiglie ferite»), all’introduzione dei bambini e degli adulti all’incontro personale con Cristo, «ai grandi problemi emergenti» (secolarizzazione, crisi, povertà, giustizia) e a quello «oggi acutissimo» del dialogo interreligioso e del rapporto con l’Islam.

L’Arcivescovo lancia poi un invito a «spalancare le nostre comunità a tutti gli uomini, a partire dai loro bisogni, soprattutto da quelli più radicali»: Scola pensa alla crisi «con la grande perdita di posti di lavoro e un futuro che resta incerto» e alla fatica della politica «a trovare il suo vero ruolo, perché solo la politica nel senso autentico e potentemente rinnovato può garantire la vita buona dentro la società». Per questo, però, è necessario «un fuoco nuovo, il fuoco dello Spirito di Gesù risorto», capace di vincere «il rischio dell’abitudinarietà e della routine».

L’ultimo invito è rivolto direttamente ai fedeli ambrosiani, a predisporsi a «un atteggiamento di conversione umile da parte di ciascuno e di tutte le nostre comunità parrocchiali, aggregazioni di fedeli, comunità religiose», per arrivare a poter dire «con sincerità, dal profondo del cuore: “Io credo, ma tu aiuta la mia incredulità”». Questo atteggiamento «di conversione e rinnovamento» è alla base di «una fede viva, attraverso la quale dare sostanza alla Chiesa».