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19 giugno

Spezzibottiani, amore per la Chiesa
e attaccamento alla società

A dieci anni dalla morte (26 giugno 2006) Lonate Pozzolo, suo paese natale, lo ricorda in una giornata densa di iniziative promosse dalla parrocchia e dal Comune. A nome degli “Amici di Don Mario” ne parla don Maurizio Villa

di Annamaria BRACCINI

12 Giugno 2016

Era il 26 giugno 2006 quando, improvvisamente, monsignor Mario Spezzibottiani saliva alla Casa del Padre. Sono già trascorsi dieci anni dalla notte della morte e dalla mattina successiva, quando la notizia si diffuse presto, lasciando tutti increduli e addolorati per la scomparsa precoce (a 54 anni ancora da compiere) di questa figura centrale dell’articolazione diocesana.

Sacerdote ambrosiano dal 1976, collaboratore del cardinale Martini prima e del cardinale Tettamanzi poi, esperto dei rapporti tra Chiese ed Europa, docente di Teologia morale, impegnato nelle problematiche familiari, monsignor Spezzibottiani fu responsabile del Servizio Famiglia della Diocesi e infine Moderator Curiae. Un arresto cardiaco pose fine a un’esistenza interamente dedicata al Signore e alla Chiesa: basti pensare che la mattina dello stesso 26 giugno aveva celebrato l’Eucaristia per i suoi trent’anni di ordinazione nel paese natale, Lonate Pozzolo. Comunità ecclesiale e civile che, in questo importante anniversario, intende ricordarlo domenica 19 giugno in più momenti, promossi dalla parrocchia Sant’Ambrogio e dal Comune, col parroco don Giuseppe Maggioni e il sindaco Dante Emilio Rivolta in prima fila.

Coinvolto, come sempre, il gruppo degli “Amici di Don Mario” che, negli anni, ha fatto memoria del giorno della morte di monsignor Spezzibottiani. «Nel decennale abbiamo pensato a qualcosa di più significativo e articolato – spiega don Maurizio Villa, attualmente responsabile della Comunità pastorale Beato Alfredo Ildefonso Schuster, amico fraterno di don “Spezzi” (come i più lo chiamavano) e suo esecutore testamentario -. Alla testimonianza di don Gianni Cesena alle 16 presso la Sala della Comunità dell’oratorio maschile, seguirà alle 18 la Messa nella chiesa parrocchiale, presieduta dal cardinale Tettamanzi e concelebrata dal Vicario generale monsignor Delpini. A seguire, l’intitolazione a monsignor Spezzibottiani dell’area Cerello di Lonate, senza dimenticare la serata conviviale nel parco a lui dedicato».

Quale il senso complessivo di questo ricordo?
Fondamentalmente vogliamo ricordare la personalità di don Mario attraverso l’approfondimento di due caratteristiche che gli furono peculiari: l’amore per la Chiesa (e in particolare per quella di Milano) e l’attaccamento alla società civile, alle sue origini e, quindi, al suo paese. L’eredità maggiore che ci ha consegnato, penso, è appunto il mettersi a servizio della Chiesa, in tutto ciò che gli è stato chiesto. La sua fu una vita segnata, infatti, dall’obbedienza e dalla fedeltà ai Vescovi che lo ebbero come apprezzato collaboratore.

Infatti, sarà il cardinale Tettamanzi a presiedere l’Eucaristia. È l’evidenza di un legame con la Diocesi che continua a dare i suoi frutti…
Certamente. È questa la logica per cui negli anni, come “Amici di Don Mario”, abbiamo anche pubblicato alcuni suoi scritti, come Il cuore credente dell’Europa (Centro Ambrosiano, 2013) e, nel 2015, un fascicolo centrato su interventi sociali. Inoltre, con ogni probabilità, a settembre in Curia presenteremo un saggio che riunisce le meditazioni rivolte ai politici nei ritiri loro dedicati.

Un suo ricordo personale?
Ho conosciuto don Mario nel 1979, quando era vicerettore nel mio ultimo anno di Seminario. Divenuto prete sono stato destinato come coadiutore a Lonate e, quindi, per 17 anni abbiamo avuto una frequentazione continua, di cui conservo, non uno, ma moltissimi e indimenticabili ricordi.