Sirio 26-29 marzo 2024
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25 aprile

“Storia religiosa degli ebrei di Europa”,
presentazione a Ferrara

Il volume curato dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI, frutto delle Settimane di storia religiosa europea di Gazzada (Itl-Centro Ambrosiano), al centro dell’incontro al Castello Estense con monsignor Negri e il rabbino Laras

23 Aprile 2013

Giovedì 25 aprile, alle 18, nella prestigiosa cornice della Sala dei Comuni del Castello Estense di Ferrara, sarà presentata – in anteprima nazionale – la pubblicazione Storia religiosa degli ebrei di Europa (Itl-Centro Ambrosiano, pagg. 560, € 24). Il volume è curato dalla Fondazione Ambrosiana Paolo VI nell’ambito della collana “Europa ricerche”, ed è frutto delle Settimane di storia religiosa europea promosse a Villa Cagnola di Gazzada a partire dal 1979.

La presentazione del volume costituirà anche l’occasione del primo incontro tral’arcivescovo di Ferrara-Comacchio monsignor Luigi Negri, autorevole voce della Chiesa italiana,e il rabbino Giuseppe Laras, presidente emerito e onorario dell’Assemblea Rabbinica Italiana, già rabbino capo di Milano, una delle più importanti figure di riferimento dell’Ebraismo italiano e europeo.

Il volume è un contributo fondamentale alla conoscenza e alla comprensione dell’Ebraismo. Le radici più profonde dell’Europa, infatti, passano per la Grecia e per la Bibbia, per tre lingue – l’ebraico, il greco e successivamente il latino -, per filosofi, letterati e artisti che hanno cercato una sintesi tra questi due mondi o che hanno, invece, scelto di appartenere a entrambi consapevoli delle irriducibili differenze. La Bibbia, l’ebraico, le sinagoghe, gli ebrei. Ma potremmo anche aggiungere la censura, i ghetti, l’antisemitismo. Tutto ciò sarà trattato da prospettive diverse, in un’ottica di dialogo.

Questa storia degli ebrei è sostanzialmente la storia del secondo millennio, preceduta da una presentazione della diffusione dell’ebraismo in Europa, degli itinerari in essa seguiti e di una mappatura delle sue comunità, con particolare attenzione a quelle italiane. La trattazione si svolge attorno alle vicende dei due grandi ceppi etnico-culturali e religiosi dei sefarditi e degli ashkenaziti, indagate soprattutto nei loro aspetti religiosi.

Sefardita è la prima grande diaspora ebraica che, dopo quell’età dell’oro che fu la Spagna delle tre religioni, ha invaso l’Europa e l’area euro-mediterranea: in seguito alle persecuzioni contro gli ebrei nella penisola iberica e alla loro espulsione nel 1492, essi si irraggiarono in Francia, Olanda, Germania, Italia, e per ragioni di fede e di mercato passarono nel Balcano e nell’ecumene ottomana.

Gli ashkenaziti, ebrei dell’Europa centrale (Ashkenaz è il nome ebraico della Germania), dalle loro sedi originarie nel Cinquecento si diffusero nella tollerante Polonia, e poi in tutta l’Europa dell’Est. Accanto al Chassidismo, figlio di questo ebraismo polacco-galiziano, parzialmente dato in eredità all’Impero asburgico, successivamente si manifestarono altri movimenti anche fuori di questi confini territoriali e della tradizionale ortodossia ebraica. La Riforma rappresenta l’incontro-confronto di questo ebraismo con i prodotti della cultura laica, illuministica e poi risorgimentale dell’Occidente.

Tra Settecento e Ottocento gli ebrei diventano protagonisti nella realtà economica, culturale e, in parte, anche in quella politica dell’Occidente: da una parte essi partecipano a tutte le lotte di liberazione (risorgimenti nazionali), avvenute in Europa; di segno opposto sono le persecuzioni antiebraiche dei tempi moderni, dirette contro il potere vero o presunto dell’elemento ebraico nella società, di cui la Shoah è il culmine.