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Agrate Brianza

Sul Beato Vismara il teatro si fa sorriso

Il recital su padre Clemente portato in scena dai giovani - una rappresentazione realistica e al tempo stesso poetica - ha rappresentato il primo lavoro condiviso all’interno della Comunità pastorale

di Piero GHEDDO

24 Febbraio 2012

Uno degli stereotipi ricorrenti oggi è quello che i giovani non si impegnano, sono fragili, mancano di costanza e di spirito di sacrificio. Non è vero. I giovani, oggi come ieri, hanno grandi potenzialità di bene. Ma la società del passato favoriva e sollecitava il nostro impegno nella vita, ci abituava al sacrificio. Quella di oggi, che noi anziani e adulti abbiamo costruito, non offre più ideali e stimoli per grandi obiettivi, al contrario propone e quasi impone (con tv e stampa soprattutto) mode futili, goderecce, che appagano i sensi, ma distruggono l’uomo.

Nel teatro dell’oratorio di Limido Comasco ho assistito al recital sul Beato Clemente Vismara (beatificato il 26 giugno 2011 in Piazza Duomo a Milano), preparato dai giovani di Agrate Brianza, Omate e Caponago, tre parrocchie riunite in Comunità pastorale, che hanno coinvolto, nella ideazione e preparazione, tutte le realtà dei tre centri, compresi i Comuni, la scuola di danze che c’è ad Agrate e altri enti.

Bellissimo e commovente! Se parlo, scrivo e leggo di Clemente, io mi commuovo sempre, ma molti altri si sono commossi nel teatro. Il recital ha coinvolto 150 persone per testi, regia, prove, luci e audio, spartito musicale, danze, scenografie, coreografie, sartorie, banda di suonatori, coro, attori e attrici, segreteria, ecc…

Una delle cose più commoventi sono stati i bambini e ragazzini di Vismara che ballano e giocano numerosi e le ragazze in varie fogge che danzano accompagnando la scena che si svolge. Alla fine sono saliti sul palco del teatro e non ci stavano tutti! Il finale poi è glorioso, rumoroso, grandioso e gioioso, com’era lo spirito di Clemente. Termina con un applauso corale e spontaneo che non finisce più, da Guinness. Io immaginavo Clemente che sorride beato dal Paradiso: il recital infatti è intitolato Il padre che sorride. I meriti dello spettacolo sono soprattutto due:

1) Anzitutto, in un’ora e mezza, presenta Clemente in modo realistico e poetico, come sarebbe piaciuto a lui. È un quadro evocativo che commuove chi già conosce Clemente e genera stupore, ammirazione e curiosità in chi ancora non lo conosce.

2) C’è dentro la spiritualità essenziale del Beato, preghiera, fiducia nella Provvidenza, amore ai bambini e ai poveri, capacità di sacrificio e di donare la vita per gli altri, gioia di vivere: infatti è morto a 91 anni “senza mai essere invecchiato”. Con numerosi appelli alla vocazione missionaria. Ci sono dentro sia i missionari del Pime che le suore di Maria Bambina.

In dialogo col Beato

L’idea è stata lanciata nel febbraio 2011 da don Stefano Guidi, giovane viceparroco e direttore dell’oratorio di Agrate Brianza: «Volevo avvicinare i ragazzi e i giovani alla figura di padre Clemente. E quale strumento migliore del teatro? Un lavoro di questo genere non si era mai fatto prima. I giovani che hanno poi sviluppato l’idea del recital – insieme all’aiuto della regista Stefania – hanno fatto un vero e proprio lavoro di studio su Clemente: chi di loro ha portato in scena le parti principali e chi ha creato i testi e le canzoni hanno letto interamente i libri Il bosco delle perle e Prima del sole. E li hanno letti con piacere, perché Clemente, con la sua vita avventurosa e le sue lettere poetiche e geniali sono capaci di comunicare simpatia, ironia, gioia. Sono cariche di ottimismo e di fiducia. Trasmettono messaggi grandiosi e ricchi di valore, senza mai cadere nella retorica e nella pesantezza. Clemente conserva una capacità straordinaria di entrare in dialogo con i giovani. Dagli scritti e dai racconti di Clemente, i giovani – dopo un lavoro condiviso di studio – hanno tratto e selezionato i racconti più significativi, gli episodi più salienti e simpatici della sua poliedrica vita missionaria, che poi abbiamo inserito nel recital. Un grande lavoro è stato svolto per la creazione dei testi musicali: credo che siano i testi in cui emerge con grande efficacia l’anima di Clemente. Quindi, direi che il primo obiettivo è stato raggiunto: i giovani si sono messi in dialogo con Clemente, e questo dialogo li ha fatti crescere».

«La seconda motivazione – continua don Stefano – era quella di coinvolgere i ragazzi e i giovani nella celebrazione della beatificazione. Con il parroco don Mauro siamo stati subito d’accordo nel considerare i giovani come protagonisti e soggetti attivi della festa, non solo spettatori. Così abbiamo pensato a diverse iniziative – anche molto semplici, come la stampa delle magliette – per coinvolgere i ragazzi degli oratori nella festa delle beatificazione. L’apice è stato sicuramente raggiunto dalla visita del cardinale Tettamanzi per il Vismara day. Non è semplice coinvolgere i giovani in progetti tanto ambiziosi e impegnativi».

Infine, la terza motivazione. Quello del recital sarebbe stato il primo vero “lavoro pastorale” che avrebbe coinvolto tutti i giovani delle tre parrocchie che formano la nostra Comunità Pastorale. E così è stato! «Alla fine,la realizzazione del recital è diventato – a tutti gli effetti – un lavoro comunitario. Ma ciò che rende qualitativamente importante questo lavoro è che tutto è stato fatto “partendo da zero”. Tutto è nato da un lavoro di studio e di conoscenza del personaggio, con l’obiettivo di comunicare i tratti salienti della sua personalità e le vicende più belle della sua vita missionaria. Il guadagno pastorale e spirituale per la comunità di Agrate è altissimo. Ormai, nei cammini giovanili, la presenza di Clemente è diventata familiare. Spesso lo ascoltiamo negli incontri formativi, nella preghiera, nella catechesi».

«Voglio ancora aggiungere – conclude don Stefano – che mi meraviglio io stesso di come sia stato possibile costruire questa macchina complessa del recital in un solo anno, partendo veramente da zero nel febbraio 2011. Il gran lavoro, fino ad aprile, è stato lo studio del personaggio. Poi sono venuti gli altri impegni, i testi, le canzoni, le musiche, i costumi, le scenografie, le prove, ecc. La grande emozione del debutto di ottobre, nasceva anche dal pensiero ricorrente a due dei nostri ragazzi, che hanno condiviso la nostra idea senza poterla realizzare, perché morti poco prima in un incidente stradale… Un’ultima notizia. I giovani che hanno realizzato il recital sono per la maggioranza impegnati normalmente nelle nostre tre parrocchie: sono catechisti, educatori, responsabili della sala cinematografica e teatrale della parrocchia. Sono tra i miei più stretti collaboratori. In tutti questi mesi hanno portato avanti con lo stesso impegno di sempre tutte le attività dell’oratorio, e in più hanno portato a termine il lavoro consistente del recital, disponibili anche per eventuali repliche».

Nell’ottobre prossimo si celebra a Roma il Sinodo episcopale sulla “Nuova Evangelizzazione” : siamo tutti alla ricerca di nuovi metodi, nuovi linguaggi, nuove iniziative per riportare il popolo italiano, soprattutto i giovani, a Cristo e al Vangelo. Il recital su Clemente Vismara di Agrate, Caponago e Omate dimostra che quando si propone la figura di un missionario che incarna il Vangelo in una vita avventurosa e poetica, si possono coinvolgere molti giovani impegnandoli a diventare protagonisti del loro cammino di fede e di vita.