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Treviri, venerdì 12 agosto UN TUFFO NEL SOCIALE

5 Giugno 2008

Oggi gli ambrosiani hanno lavorato duro. I giovani di Legnano, Valle Olona e Lissone hanno dipinto di giallo le pareti della casa di riposo, tolto le erbaccia nei cimiteri e fatto giocare i bambini del decanato di Ahr-Eifel. Tutto con il sorriso nelle labbra.

L’organizzazione della XX Gmg ha previsto per oggi una giornata dedicata al Sociale. Tante attività diverse e qualche momento di riflessione per ricordare che preghiera e impegno si devono incontrare.

«Siamo tutti rimasti stupefatti dall’accoglienza che abbiamo ricevuto nelle famiglie», spiega don Claudio, che accompagna i ragazzi del decanato di Luino. «Oggi cerchiamo di scoprire qual è il segreto che sta alla base di questa generosità. Una generosità che non si esaurisce nelle parole, ma agisce nelle scelte concrete di ogni giornata ». Parole chiare che sono diventate il motto del musical “Rachel”, la rappresentazione messa in scena da giovani attori non professionisti sul palcoscenico dell’Arena di Treviri. Nel palazzetto dello sport erano presenti circa tre mila ragazzi che partecipano ai gemellaggi con le città tedesche.

C’erano 450 giovani della Diocesi di Milano, ma anche 500 ragazzi di Udine. E poi rappresentanze da tutto il mondo: Belize, Emirati arabi, Canada, Polonia, Portogallo. Tutti silenziosi di fronte alle vicende della giovane protagonista. Rachel è una giovane di buona famiglia. Brava e un po’ ingenua. Cerca di coltivare il proprio rapporto con Dio: prega, ma lo fa in modo superficiale. Solamente con le parole. Non conosce la sofferenza e la povertà che la circondano. Saranno David, un pittore squattrinato, e i suoi amici ad aiutare Rachel a scoprire l’umanità che sta oltre la sua porta di casa.

Anche uno spettacolo teatrale può stimolare qualche considerazione. E all’uscita dall’Arena qualcuno inizia a pensare alla propria storia. « La mia fede mi dà la forza di raggiungere i miei obiettivi e di fare bene il mio lavoro. In ogni momento cerco di trasmettere qualcosa alle persone che aiuto. Vorrei lasciare loro una parte di me», spiega Massimo, diciannovenne di Lambrugo, un paesino vicino a Erba. Lui ha scelto di essere accanto a chi ha bisogno. Si è diplomato a luglio in Tecnica dei servizi sociali. Ma gli studi non sono ancora finiti. «A settembre mi iscriverò a Scienze della formazione. Penso sia fondamentale avere una buona preparazione per chi ha scelto di fare il mio lavoro».