Sirio 26-29 marzo 2024
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Milano

«Varcare le soglie di una fede libera»

Durante la veglia della Redditio Symboli in Duomo, presieduta dal cardinale Angelo Scola, migliaia di giovani hanno iniziato il percorso “Varcare la soglia” riflettendo sulla maturità e il significato della fede cristiana

di Alessandro ZUNINO

28 Settembre 2012

"Siamo qui per essere uomini e donne, per stare in piedi". Così l’arcivescovo, riprendendo un testo letto durante l’incontro, ha invitato i giovani ad intraprendere il cammino della vita adulta, per “varcare la soglia della maturità che ci permette di guardare in faccia la realtà così com’è, e che non è segnata da qualche esame universitario”.
Per “stare in piedi nella precarietà di oggi e andare oltre” è necessario trovare “qualcuno che ci fa stare in piedi”.
Il percorso del cristiano è stato presentato attraverso le riflessioni di un padre, che ha un figlio affetto da una grave malattia e che, come il padre del vangelo di Marco (9, 14-29), ha dei dubbi di fede fino all’incontro con Gesù.
Suo figlio viene preso per mano da Gesù e “se ti prende per mano Lui, la tua vita cambia! Altro non puoi desiderare”. Il vivere con Gesù, il vivere nella fede è infatti un vivere diverso, che però deve essere scelto.
“Tu volesti il libero amore dell’uomo, perché Ti seguisse liberamente, attratto e conquistato da Te. In luogo di seguire la salda legge antica, l’uomo doveva per l’avvenire decidere da sé liberamente, che cosa fosse bene e che cosa fosse male, avendo dinanzi come guida la sola Tua immagine”. “Tu non scendesti dalla croce quando Ti si gridava, deridendoti e schernendoti: “Discendi dalla croce e crederemo che sei Tu”. Tu non scendesti, perché una volta di più non volesti asservire l’uomo col miracolo, e avevi sete di fede libera, non fondata sul prodigio”.
(Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov)

È facendo riferimento a questo brano che il cardinale ha riflettuto sul tema della libertà:
“L’inquisitore di Dostoevskij accusa Gesù perché vuole l’uomo libero. 
La libertà è drammatica perché implica il tuo sì totale. Implica totalmente il tuo sì in ogni azione.  Dio ha spalancato all’uomo la strada della libertà”.
Il sì dell’uomo a Dio è però messo in discussione dai peccati e ma ecco il sacramento della libertà: la riconciliazione, con cui l’uomo ottiene misericordia e perdono.
“Ero stata salvata. Ma a tutti quelli salvati dalla morte un po’ di morte gli resta addosso. Mi misi a camminare per le strade della città cercando di rendermi invisibile. Il Maestro si era allontanato e non potevo sapere dove l’avrei trovato, se avessi avuto la forza di cercarlo”
(Giuseppe Conte, L’adultera)

Per ottenere la riconciliazione, però, è necessario mettersi in discussione: “La libertà che non si paragona non può discernere il bene dal male”.
Una domanda in particolare affiora alla mente dell’uomo, dov’è Dio davanti al dolore e alla violenza? Perché il figlio dell’uomo deve soffrire?
“Dietro di me sentii il solito uomo domandare:
– Dov’è dunque Dio?
E io sentivo in me una voce che gli rispondeva:
– Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca…”
(Elie Wiesel, La notte)

“Dov’è Dio? Eccolo appeso alla forca. Dio è con noi in ogni momento della prova, bisogna invocarlo e trovarlo, è il Dio vicino. La nostra fede ci dice che Gesù non è salito sulla croce per caso, ma per prendere su di sé il nostro dolore”.
L’arcivescovo ha quindi invitato a varcare la soglia, paragonando la fede a “una gemma in primavera”, che “una ghiacciata improvvisa può far morire”. “Non va mai data per scontata, quindi dobbiamo alimentarla, dire il nostro sì vero all’amore libero, puro, gratuito, vero e alla nostra vocazione”.

Omelia su Radio Marconi

Radio Marconi trasmetterà in differita la meditazione dell'Arcivescovo sabato 29 settembre alle 19.

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