Share

Milano

Verso l’Anno della Fede

Nei lavori dell’VIII sessione del Consiglio presbiterale diocesano, discussione e confronto sull’anno indetto dal Papa. Obiettivo finale, per l’Arcivescovo, una cura più intensa per il soggetto ecclesiale

8 Giugno 2012
Visita Santo Padre a Milano.
Il cardinale Angelo Scola

Si sono svolti questa mattina, presso la Sala riunioni della Curia, i lavori dell’VIII sessione del Consiglio presbiterale diocesano. In programma la discussione e il confronto sul prossimo Anno della Fede indetto da Papa Benedetto XVI e su come viverlo in Diocesi, anche alla luce degli esiti della Visita pastorale del Santo Padre e del VII Incontro mondiale delle Famiglie.

Nelle comunicazioni iniziali il cardinale Scola ha voluto rispondere alle sollecitazioni pervenutegli in riferimento alla pubblicazione del “voto sub secreto” del presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione don Julián Carrón, richiesto – come i molti altr – dal Nunzio Apostolico in Italia in merito alla nomina del nuovo Arcivescovo di Milano. «In modo abusivo il testo del voto è stato reso pubblico: taluni sono venuti di persona a parlarmene – e questo l’ho apprezzato molto – o mi hanno scritto, altri stanno prendendo delle posizioni pubbliche. Quello che ha scritto don Carrón è il suo pensiero. Per quanto riguarda le riserve mosse da chi ha ritenuto doveroso prendere posizione anche pubblicamente di fronte a quel testo, quel che io penso dell’eredità ricevuta dai miei predecessori risulta con chiarezza anche soltanto rifacendosi a quanto ho detto davanti al Papa, tra venerdì e domenica».

Sabato mattina in Duomo l’Arcivescovo aveva parlato della ricca eredità dei ministeri dei cardinali Martini e Tettamanzi, mostrato la continuità di azione nelle sfide intraprese negli scorsi anni ed evidenziato la «sagace azione ecclesiale che ho ricevuto e che sto facendo mia nell’assunzione del compito che la Santità Vostra ha voluto affidarmi. Nella Chiesa ambrosiana lo spirito di comunione è perseguito come l’insostituibile cemento dell’unità».

In piazza Duomo, la sera prima, Scola aveva parlato del contributo dei cristiani alla «comune impresa di edificazione della società», citando l’imponente contributo educativo assicurato dagli Oratori e la capillare condivisione del bisogno degli ultimi, che può contare in Diocesi su migliaia di iniziative. I cristiani «sono a loro agio nella società plurale» e si era riferito – come ha fatto poi anche la domenica mattina a Bresso – «alla grande vivacità del nostro popolo».

Concludendo il suo primo intervento di oggi al Consiglio presbiterale, il cardinale Scola ha comunicato che, dopo aver ascoltato il parere del Consiglio episcopale milanese, ha incaricato monsignor Mario Delpini, Vicario generale designato, di incontrare a suo nome i due responsabili diocesani della Fraternità di Comunione e Liberazione e lo stesso don Julián Carrón, per «chiedere i chiarimenti dovuti e perseguire quel processo di pluriformità nell’unità proprio della vita ecclesiale. Processo che richiede verità e autenticità ai fini di realizzare quella comunione a priori di cui ci ha parlato anche il Santo Padre».

Ai brevi interventi in proposito di alcuni consiglieri è succeduta la presentazione e la discussione sul tema all’ordine del giorno che ha occupato quasi tutta la mattinata. Il documento preparatorio, illustrato all’assemblea da don Luca Violoni, ha messo in evidenza «la competenza fondamentale della famiglia nell’educare alla fede secondo la sua natura propria» e ha evidenziato l’unità del soggetto e le dimensioni proprie dell’esperienza elementare di ogni uomo e di ogni donna (famiglia, lavoro e festa/riposo) per concludersi con la proposta di alcuni impegni per il prossimo anno (tra tutte quella di riprendere i discorsi di Benedetto XVI nella Visita alla Diocesi).

I numerosi interventi dei sacerdoti hanno spaziato dalle proposte concrete di iniziative per il nuovo anno pastorale, alle riflessioni e ai temi da recuperare dal recente VII Incontro mondiale delle Famiglie, alle analisi e considerazioni sullo stato della pratica della fede nella diocesi, evidenziando le indicazioni di attenzione a tutte le fasce d’età fino a proporre alcuni obiettivi di fondo per il prossimo anno.

La mattinata è stata conclusa dall’Arcivescovo che, oltre a confermare in carica per altri tre anni i membri del Consiglio presbiterale, ha ribadito la vitalità del popolo ambrosiano («segreto del successo dell’Incontro mondiale delle famiglie»), ponendo come obiettivo ultimo dell’Anno della Fede una cura più intensa per il soggetto ecclesiale, la sua comunione e la sua missione.

Il cardinale Scola ha anticipato che, in vista del Consiglio episcopale milanese in programma a fine mese, elaborerà uno schema che – dopo la verifica con l’Assemblea dei decani di fine agosto – diventerà la base degli orientamenti pastorali («non un piano pastorale», ha precisato) da presentare alla Diocesi l’8 settembre.