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Roma

Vescovi: né intimiditi, né rassegnati

Il comunicato finale del Consiglio permanente della Cei: «Interlocutori attenti, partecipi e consapevoli del clima di insicurezza diffuso nel corpo sociale e rafforzato dal disorientamento culturale e morale»

3 Ottobre 2011
Roma 26-09-2011
Conferenza Episcopale Italiana
Consiglio permanente, prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco 
Ph: Cristian Gennari - Ag. Siciliani

«Consapevoli dell’impossibilità di rimanere “spettatori intimiditi” e rassegnati a subire una sorta di “oscuramento della speranza collettiva”, i membri del Consiglio Permanente – riprendendo e approfondendo l’analisi “severa, coraggiosa e pacata” del presidente – non si sono sottratti alla responsabilità di un ascolto attento del presente, volto a favorire il discernimento e il giudizio»: lo si legge nel comunicato finale dei lavori del Consiglio episcopale permanente, tenutosi a Roma dal 26 al 29 settembre.

Una riflessione «a tutto campo»
Nel testo si sottolinea la portata della prolusione del cardinale Angelo Bagnasco che «ha offerto una riflessione a tutto campo, caratterizzata dalla preoccupazione per le conseguenze della crisi economica e sociale che colpisce soprattutto le fasce deboli, ma anche animata dalla ferma volontà di offrire all’Italia il contributo specifico dell’esperienza cristiana». Sullo sfondo dei lavori del Consiglio permanente, si aggiunge, c’è l’immagine di un «Occidente scosso da una globalizzazione non governata e da un generale calo demografico e, nel contempo, incapace di correggere abitudini di vita che lo pongono al di sopra delle proprie possibilità».

Un clima di insicurezza
L’analisi della situazione odierna svolta all’interno del Consiglio permanente viene presentata con queste parole: «Il clima di insicurezza diffuso nel corpo sociale, e rafforzato dal disorientamento culturale e morale, ha trovato nei vescovi interlocutori attenti, partecipi e consapevoli». Alla luce della consapevolezza «del loro ruolo di pastori, hanno espresso preoccupazione per la situazione in cui versa il Paese e che colpisce pesantemente il mondo del lavoro e, quindi, le famiglie; hanno lamentato la fatica a reagire adeguatamente alla crisi, purtroppo accompagnata dal deterioramento del senso civico e della vita pubblica; hanno messo in guardia dall’incidenza che la questione morale ha sull’educazione e sulla cultura del Paese, veicolando una visione individualistica dell’esistenza tanto più superficiale, quanto più irresponsabile e fuorviante». La crisi – dicono ancora i vescovi – «infrange i legami di solidarietà, scatena aggressività e diffonde indifferenza e cinismo». Ciò esige «il recupero di un respiro di speranza, che passa attraverso la riaffermazione del primato della persona e della famiglia e necessita di percorsi culturali e politici innovativi, all’interno dei quali la responsabilità dei cattolici è chiamata a spendersi con ritrovato vigore».

Una «nuova evangelizzazione»
Nella seconda parte del comunicato finale si sottolineano gli aspetti religiosi e pastorali dei lavori svolti nel Consiglio permanente. Si richiama la Giornata mondiale della gioventù di Madrid, con la folta presenza italiana; il Congresso eucaristico nazionale di Ancona, che ha confermato la «rilevanza sostanziale» del culto eucaristico; viene delineato il programma pastorale per i prossimi cinque anni, dedicati all’educazione; si fa cenno al prossimo Sinodo dei Vescovi sul tema della “nuova evangelizzazione” e si parla anche delle Linee-guida in tema di abusi sessuali su minori compiuti da chierici, emanate dalla Congregazione per la dottrina della fede. Tra gli appuntamenti del prossimo futuro il VII Incontro mondiale delle famiglie in programma a Milano (30 maggio-3 giugno 2012), una nuova edizione della Settimana sociale dei cattolici italiani e lo studio per un sussidio pastorale per l’accompagnamento dei fidanzati verso il matrimonio.