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Capodarco

“Anello debole”, vincono i disastri ambientali
causati dall’uomo

Al Festival del film “corto” 5 vincitori e 4 premi speciali della giuria: per i cortometraggi della realtà vincono la “terra dei fuochi”, i morti dell’Eternit e Fukushima. Tra gli altri temi, disoccupazione, carcere, G8 di Genova e crisi economica

1 Luglio 2014

Le catastrofi ambientali e umane causate dall’uomo (Casale Monferrato e l’amianto, il disastro atomico di Fukushima, la "terra dei fuochi"), l’incubo del G8 di Genova rivissuto dopo 13 anni attraverso le testimonianze drammatiche dei protagonisti; il problema della disoccupazione giovanile trattato con ironia e amarezza; le ricchezze naturali insospettabili del parco urbano di una metropoli italiana; i paradossi comici della crisi economica e dell’indebitamento; la morbidezza, la forza e l’umanità del corpo dei detenuti che si esprime attraverso la danza. Sono questi i temi dei cortometraggi vincitori del Premio “L’anello debole”, il riconoscimento che la Comunità di Capodarco assegna alle migliori opere audio e video brevi di forte impegno sociale e ambientale.

Si aggiudica il premio per la categoria degli Audio cortometraggi, vincendo sia il primo premio assoluto che il premio speciale della giuria Se ghe pensu di Marc Brunelli (Oppure Produzioni): un servizio che a 13 anni di distanza dal G8 di Genova restituisce sotto una nuova luce il tumultuoso alternarsi dello stato d’animo di tanti giovani che, giunti alla manifestazione con la speranza che «un altro mondo è possibile», sono stati bruscamente disillusi dalle violenze di black-block e polizia.

Nella categoria Cortissimi, il premio assoluto va ad Acqua passata di Luca Stringara e Giacomo Benini, un video allo stesso tempo ironico e amaro sulla disoccupazione giovanile e la mancanza di prospettive dei tanti laureati italiani. Premio speciale della giuria a Loundscape-Parco Nord a Milano di Filippo Giraudi e Virginia Evi, che ci restituisce uno sguardo inedito sulle bellezze naturali di un ambiente ricchissimo di biodiversità, alle porte di una città frenetica e apparentemente grigia.

Nella sezione Corti della realtà, dedicata ai documentari e alle inchieste giornalistiche, a vincere sono i temi ambientali: tutti i lavori premiati trattano infatti di catastrofi causate dall’avidità e dalla dissennatezza dell’uomo. Due sono i vincitori assoluti (ex-aequo): La camorra uccide anche senza le pistole di Marco Fubini e Nadia Toffa, un servizio trasmesso su Le Iene (Italia Uno) e The white town (La città bianca) del fotografo di Contrasto (già vincitore del World press photo) Tommaso Ausili. Il primo è ambientato nel così detto “triangolo della morte”, tra Caserta e Napoli: una terra dove l’incidenza dei tumori è tripla rispetto al resto d’Italia a causa dei rifiuti tossici sversati illecitamente dalla Camorra. La “città bianca” invece è Casale Monferrato, resa bianca dalle fuoriuscite dello stabilimento Eternit che ha sparso per anni su persone e cose un’enorme quantità di polvere di amianto. Ancora oggi in quei luoghi si registrano un cinquantina di tumori all’anno dovuti a quella contaminazione. Il Premio speciale della giuria va a Fukushima No Daimyo (Il signore di Fukushima) di Alessandro Tesei. Il video restituisce le immagini surreali e struggenti di una città fantasma perché evacuata poche ore prima dello tsunami e del disastro nucleare di Fukushima e soprattutto la storia dell’uomo che ha scelto di rimanere in quella città e per il quale gli abitanti «devono poter scegliere di tornare». Una testimonianza unica.

Nella sezione “Corti di fiction” il primo premio assoluto va al divertente cortometraggio Debtfools di Philippos Vardakas e Despina Economopoulou. I due autori greci, dal Paese europeo forse più colpito dalla crisi economica, giocano con i paradossi comici della povertà seguendo il “viaggio” di una banconota da 100 euro che getta un piccolo paese nel caos. Premio speciale della giuria a Il mio grido del danzatore e coreografo Vito Alfarano. Si tratta di un video nato da un lavoro svolto con alcuni detenuti del carcere di Rovigo. I protagonisti sono stati stimolati verso l’esplorazione della propria emotività. Il risultato è una clip musicale dove corpo e voce, immagine e suono si fondono. Dove resta la nudità di un corpo che non appartiene a un detenuto, ma a un uomo.

Le finaliste sono state votate da una Giuria popolare composta da circa 150 persone. Il voto dei giurati popolari incrociato con quello della Giuria di qualità ha determinato i vincitori assoluti delle quattro categorie del premio. I vincitori assoluti hanno ricevuto un premio in denaro di 1.500 euro e un monile col simbolo del Premio. I vincitori dei Premi speciali della giuria hanno ricevuto un monile con il simbolo del Premio.

Molto lusinghiero il bilancio conclusivo del Festival: alle serate dedicate al cinema di impegno sociale e ambientale e all’enogastronomia marchigiana, in collaborazione con Tipicità, hanno partecipato più di duemila persone. Sul palco della Comunità si sono avvicendate personalità di rilievo nazionale e internazionale: i registi Alessandro Rossetto, Daniele Segre e Daniele Gaglianone; i critici Goffredo Fofi e Dario Zonta; il giornalista Giovanni Anversa; i maestri del cinema d’animazione Simone Massi, Roberto Catani, Julia Gromskaya e Corrado Virgili, gli attori Enea Gabino e Alex Nazzi.