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Cinema e Islam: un rapporto possibile?

Se ne parlerà a Motta di Campodolcino dal 3 luglio, in una tre giorni organizzata dall'Acec e dalle Acli, terzo appuntamento dopo l'analisi, negli anni scorsi, del buddismo e dell'ebraismo nelle relative cinematografie. Le iscrizioni sono aperte.

5 Giugno 2008

25/05/2008

Le tre religioni monoteiste, Cristianesimo, Ebraismo e Islam, hanno lo stesso atteggiamento verso e immagini? Certamente no. Basti pensare alle furiose reazioni dell’Islam integralista di fronte alle cosiddette vignette satiriche in Danimarca, o al divieto assoluto nella Genesi contro qualsiasi “immagine idolatrica” rispetto alla tradizione cristiana, che, pur divisa tra tentazioni iconoclaste, rigidi moduli della figuratività ortodossa e naturalismo occidentale, lascia ampio margine all’illustrazione e alla presentazione del volto di Dio fatto uomo.

E anche al Cinema le situazioni sono molto diverse. Se l’Ebraismo ha stabilito con il Grande Schermo un rapporto davvero privilegiato, dato che moltissimi tra registi, attori ed produttori – non solo americani – sono di cultura ebraica (Hollywood è, a detta di tutti, un’ “invenzione industriale” degli ebrei askenaziti immigrati nel nuovo mondo ) e di fatto diffondono una sensibilità biblico- rabbinica e se noi cristiani abbiamo colto molte opportunità per fare film di chiara ispirazione religiosa, ben più tormenetato è l’atteggiamento dell’Islam.

Non esiste – ad esempio – nessun film che mostri Maometto. Nessun attore l’ha mai interpretato! L’unica pellicola, girato nel progressista Marocco dal titolo “Il messaggio “ di M. Akkad del 1976, ricorre all’espediente di raccontare un tratto importante della sua storia, la fuga da Medina ed il ritorno trionfale, lasciandolo sempre e comunque “fuori campo”e dunque “ invisibile “ il Profeta. Paura? Rispetto? Puro senso del sacro?

Sono alcuni dei quesiti cui proverà a rispondere il Terzo Convegno dedicato ad “Immagini e Religioni”, dopo quelli del 2006 ( “Cinema Buddismo”) e del 2007 ( “Ebraismo e Cinema) , diventati già due volumi editi da il Centro Ambrosiano realizzati dall’ACEC, l’ Associazione delle sale cattoliche con gli i contributi di specialisti della Storia del cinema della CSC IKON TEAM, ma anche di rappresentanti qualificati prima della Comunità Buddista poi della comunità Ebraica.

Il prossimo appuntamento del primo lungo week-end di Luglio (dal giovedi 3 a domenica 6) all’Alpe Motta di Campodolcino, sarà infatti completamente dedicato alla riflessione sul particolare, e non sempre facile, rapporto tra sensibilità musulmana ed i Mass -media, film in testa . In collaborazione con il CEEP ( il Centro Ecumenico Europeo per la Pace) delle ACLI, cui spetta anche una Relazione introduttiva , ci si confronterà con i più significativi film giunti in Occidente e riferibili all’Islam. Il punto di vista squisitamente islamico sarà illustrata tra l’altro da Yahya Pallavicini, vice-presidente del CO. REIS e da Abdallah Kabakebbji dei “Giovani Musulmani Italiani”.

Domande obbligate : quale la rappresentazione della donna? Quale concezione del corpo? Quale i ruolo dei simboli, della recitazione, del teatro? Quale l’immagine dei religiosi e della gente comune? Quale la funzione del racconto, al di là del testo non – interpretabile Corano ? E sottintesa a tuttue queste una interrogazione di fondo: possono esistere o non possono essere neppure concepiti un cinema o una tv islamici ?

Nel 2006 , studiando sempre a Motta di Campodolcino il possibile legame tra il Cinema ed Buddismo – che considera il Mondo un’illusione da cui è inutile farsi distrarre – si è visto che comunque non è difficile individuare sia registi, sia temi, argomenti o scelte espressive specifiche di evidente ispirazione buddista. Per l’Islam come stanno per cose? In effetti nessuno finora si è mai addentrato in questo argomento. Mentre esiste cioè un’ampia bibliografia a riguardo per le altre Religioni (nel caso dell’Ebraismo ben al di là della tematica dello Shoah e nel caso del Cristianesimo ben al di là della solita elencazione dei vari Bresson, Dreyer, Olmi, Fellini o Bunuel… ) per i paesi che si richiamano a Maometto l’indagine e la relativa riflessione sui Mass-media è assolutamente nuova. Ma in molti paesi Europei ( Francia e Germania soprattutto) non mancano ormai filoni e pellicole ispirati ai temi mussulmani e ai problemi dell’integrazione… Basterebbe citare “La sposa turca “ o “Monsieur Ibraim e i fiori del Corano”.

L’iniziativa, che darà origine al terzo volume di “Immagini e Religioni”, è aperta a quanti si interessano sia al cinema, sia al confronto inter-religioso e sospettano che entrambi abbiano un ruolo essenziale nel nostro futuro.

Per informazioni e per aderire basta collegarsi
con il sito www.aclimilano.it
oppure rivolgendosi al CEEP delle ACLI
(in via della Signora, 3 a Milano – tel. 02.7723.220 o fax. 02.780968)
e in particolare a: e.pontiggia@guglieonline.it
o ancora all’ACEC Nazionale: tel. 06.4402273.